La sfida tra Cagliari e Palermo ha sempre visto gli uomini di casa padroni del campo e del gioco ma in molti tratti del match gli avversari rosanero hanno minacciato una vittoria che i sardi hanno meritato di ottenere. Il giudizio sulla partita è confermato dal fatto che le statistiche registrano una superiorità cagliaritana in dati importanti come l’attacco alla parta avversaria ( 51% contro il 42% del Palermo); la protezione della propria area, che testimonia un denso lavoro di filtro a centrocampo teso a neutralizzare i due trequartisti Zahavi e Ilicic, ma sopratutto una supremazia schiacciante nella pericolosità delle azioni con un 65% che è merito della dinamicità di Ibarbo, giocatore abile a svariare su entrambi i fronti e creare, grazie alle sue doti tecniche e fisiche, superiorità numerica. Il Palermo fino all’entrata di Hernadez aveva creato ben poco con Ilicic e Zahavi, capaci solo di un tiro verso Agazzi, poi con l’entrata della Joya dalla capigliatura bizzarra (oggi capelli ossigenati e maculati) è riuscito a liberare il giovnane attaccante ben tre volte arrivando di fatti ad accorciare le distanze. Da notare sul fronte opposto la voglia di gol di Pinilla che se ne frega di dover giocare contro i suoi ex compagni e va al tiro per ben 5 volte, il miglior tiratore questa sera.
– I gol portano proprio la sua firma, o meglio, il primo sicuramente grazie ad un piattone in scivolata innescato dall’assist di Ibarbo; il secondo invece è di Dessena ma il centrocampista non avrebbe potuto esultare se il cileno non avesse calciato una punizione dal limite talmente potente da costringere all’errore Viviano. Per il Palermo è Hernandez a segnare, realizzando un rigore concesso a causa di un evidente tocco di mano di Perico.
– Al termine del match Pinilla conferma ai microfoni di SkySport la sua spietatezza: “Sono contento per la vittoria, sono tre punti importanti. È una sensazione strana giocare contro la mia ex squadra, però l’importante è che sono entrato in campo e non ho guardato in faccia nessuno, perché se no sarebbe stato difficile giocare contro di loro. Complimenti ai miei compagni.” mentre il presidente Cellino prima ringrazia commosso i generosi tifosi che hanno assistito alla partita nonostante il freddo e poi si coccola Pinilla: “L’esultanza suonando la chitarra è un obbligo reverenziale?” Gli chiede l’intervistatore. “No – risponde lui – prima di prenderlo gli ho chiesto se suonava qualche strumento. Mi ha detto la chitarra e allora gli ho detto che poteva venire a Cagliari.”. Infine sia parole d’amore anche per mister Ballardini: “Ballardini ha ridato uno spirito di gruppo alla squadra. Lui fa parte del gruppo, c’è mancato per un po’, ma l’abbiamo riportato. E’ una componente di un gruppo che si è creato circa quattro anni fa, c’è un legame molto forte tra noi e Ballardini.” sia commenti sulla vicenda stadio e mercato: “Il problema persiste: dopo venti anni, ho sognato di fare uno stadio, di vedere una squadra circondata dal pubblico, di dare una casa ai nostri tifosi. Non ci sto riuscendo. Se entro giugno non ce la faccio, non mi posso più illudere. In questi casi bisogna fare un passo indietro. Il Cagliari è una società in attivo, non ha nessun debito, non è in fallimento, anzi è florida. A quel punto, si prenderà il problema il comune di dare una casa a questo Cagliari. Devo prendere atto che il Cagliari deve giocare da qualche parte e io lo regalerò alla città, se lo vuole. Non sto scherzando. L’Anzhi ha fatto un’offerta per Astori? Abbiamo i giocatori contanti, non c’è un giocatore che mi chiede di essere ceduto, questo è un valore importante e voglio che si faccia onore di questo ai nostri calciatori, perché in passato ho avuto calciatori che sono andati via per 100mila euro di differenza di stipendio, invece qui parliamo di milioni. Noi guadagniamo molto facendo gli stadi, quindi possiamo fare a meno di vendere i calciatori (ride, ndr). Io li ringrazio pubblicamente e ne vado orgoglioso”.