Il Chelsea, e in particolare il suo patron Roman Abramovich, hanno un’ossessione: la Champions League. Da quando il magnate russo si è insediato a Stamford Bridge, i Blues sono andati sempre vicini alla Coppa, senza mai stringerla. Quel maledetto rigore di John Terry lo sognano ancora in tanti, dalle parti di Londra: ma poi il Chelsea non è più arrivato nemmeno all’ultimo atto, pur avendolo sfiorato l’anno successivo (gol di Iniesta in semifinale al 93′). I blues hanno giocato 5 semifinali dal 2003 a oggi (2004, 2005, 2007, 2008 e 2009) ma una sola finale, che hanno perso nel nubifragio di Mosca. La Champions League è l’unico trofeo che ancora manca al Chelsea: sarà questo l’anno buono?
E’ cominciata malissimo la stagione del Chelsea. Villas-Boas ha dovuto vivere un ultimatum già a dicembre, quando contro il Valencia si è giocato l’accesso agli ottavi di Champions: 3-0 e il portoghese è rimasto. Fatali, però, le ulteriori battute d’arresto in Premier League, l’eliminazione dalle due coppe nazionali e la sconfitta del San Paolo contro il Napoli: Villas-Boas, che si era inimicato i senatori nel tentativo di ringiovanire la squadra, è stato allontanato. Con Di Matteo, suo secondo, il Chelsea ha vinto 3 partite su 3, ma soprattutto ha rovesciato il 3-1 di Napoli e si è qualificato per i quarti di finale. In campionato i Blues tentano la risalita verso le posizioni che contano: al momento sono al quinto posto, ma in ottica posto Champions la situazione è apertissima.
Roberto Di Matteo, 41 anni, è nato in Svizzera ma è italianissimo. Ha poca esperienza come allenatore, ma i risultati parlano da soli: nel 2009 porta il Dons ai playoff di terza serie inglese, la stagione seguente lo chiama il West Bromwich e lui lo conduce subito in Premier League, iniziando alla grande la stagione successiva; poi il periodo buio e l’esonero. Ripartito come secondo di Villas-Boas al Chelsea, ne ha preso il posto questo mese: vittoria in FA Cup e passaggio ai quarti di finale, 1-0 allo Stoke City in campionato, 4-1 sul Napoli e ingresso nelle prime 8 di Champions League. Se il buongiorno si vede dal mattino…
Di Matteo siede sulla panchina dei Blues da nemmeno un mese, ma sembra avere già le idee chiare. Come schema ha confermato il 4-3-3 del suo predecessore, ma ha già cambiato qualcosa in termini di uomini impiegati. Intanto, è rientrato Lampard: con Villas-Boas in panchina, uno dei senatori del Chelsea riprende il suo posto a centrocampo, dove agisce come mezzala sinistra al fianco di Essien. A destra c’è Ramires, senza ovviamente dimenticarsi di Obi Mikel, sempre pronto quando serve. In difesa, davanti a Cech, giocano Ivanovic a destra e Ashley Cole a sinistra, con la coppia centrale formata da John Terry (altro senatore recuperato) e David Luiz, che per il momento vince il ballottaggio con il nuovo acquisto Cahill. Davanti tutta l’esperienza e la classe di Drogba supportata da Mata e Sturridge: non c’è spazio per Torres, che Villas-Boas aveva provato a rilanciare senza riuscirci.
Potremmo indicare tanti uomini nel Chelsea. Non possiamo però non fare il nome di Didier Drogba. E’ il terminale offensivo dei Blues, il leader emotivo tra tanti leader (gli altri sono Terry e Lampard), uno in grado di reggere da solo il peso dell’attacco, come si è visto anche ieri sera contro il Napoli. Ha già 34 anni e sabato in Premier League ha raggiunto il traguardo delle 100 reti (in 220) partite. Cresce nel Levallois, nel 1996 passa al Le Mans dove si mette in luce. Nel 2002/2003 esplode nel Guingamp, con 19 reti in campionato. Il Marsiglia lo compra, lui ripaga con 19 gol e la finale di Europa League, poi firma per il Chelsea, dove è alla sua ottava stagione che, però, molto probabilmente sarà l’ultima. L’unico suo cruccio è quello di non aver ancora vinto una Coppa d’Africa con la Costa d’Avorio: quest’anno si è fermato in finale.
Facciamo due nomi: Mata e Sturridge. Sono gli esterni del tridente offensivo del Chelsea, e attraversano un grande momento. Continuo movimento ad aiutare Drogba, gol a ripetizione, tanta qualità e copertura in fase di non possesso palla. Ma anche il David Luiz ammirato ieri sera dà sufficienti garanzie, mentre Lampard sembra essere entrato in campo con la grinta giusta.
Diciamo Gary Cahill, ma solo perchè il difensore ex Bolton non si è ancora inserito a pieno nel progetto dei Blues, e ha pagato con la panchina contro il Napoli. Ma ha qualità, e siamo sicuri che le metterà in mostra.
Il più recente incrocio con formazioni italiane è ovviamente l’ottavo dell’edizione odierna contro il Napoli. Tornando indietro, l’Inter del grande ex Mourinho fece fuori i Blues nel 2010, anno del triplete, grazie al 3-1 di Milano e all’1-0 di Londra (erano ottavi). Nel 2009, l’anno precedente, il Chelsea che poi avrebbe perso in finale contro il Manchester United eliminò la Juventus agli ottavi: vinse 2-1 a Stamford Bridge, soffrì a Torino ma pareggiò 2-2. Roberto Di Matteo era in campo nella semifinale di Coppa delle Coppe 1998: un sorprendente Vicenza vinse l’andata 1-0 al Menti, ma dovette piegarsi (3-1) alla legge di Stamford Bridge. Il Chelsea vinse poi la finale di Stoccolma battendo lo Stoccarda.
Cech; Ivanovic, David Luiz, Terry, A. Cole; Ramires, Essien, Lampard; Mata, Drogba, Sturridge. All. Di Matteo
Altri giocatori: Bosingwa, G. Cahill, Mikel, Romeu, Malouda, Raul Meireles, Torres
Cannonieri Champions League: 4 Drogba, 2 Ivanovic, 2 Lampard, 2 Mata, 2 Ramires, 2 Torres, 1 David Luiz, 1 Ivanovic, 1 Kalou, 1 Raul Meireles, 1 Terry
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