Spagna-Italia finisce 1-1, al vantaggio di Di Natale risponde Fabregas, tutto in quattro minuti della ripresa. Chi l’avrebbe mai detto? I nostri estraggono los cojones ed inchiodano i campioni ad un pareggio meritato. La Spagna fa la partita, specie nel finale, ma gli azzurri sorprendono per tenuta mentale ed atteggiamento mai rinunciatario: già nel primo tempo potevamo essere in vantaggio. Bene così, ma come si suol dire, se non eravamo brocchi prima non siamo fenomeni adesso: per certi versi, Croazia ed Irlanda sono più difficili da prendere.
Del Bosque imprime il suo scacchiere con lo stampino del Barcellona: fuori Torres dentro Cesc Fabregas a mo’ di finto numero 9. In difesa Jordi Alba pende a sinistra e Arbeloa rattoppa a destra. Prandelli conferma le fantasie della vigilia: De Rossi centrale nel pacchetto a tre, Giaccherini largo a sinistra. La ricetta di Prandelli contro la peste rossa è pressing alto e maglie serrate tra difesa e centrocampo. La strategia ingolfa il tiki-taka e non concede sbocchi al mobile tridente iberico. Le occasioni migliori del primo tempo, pur sporadiche, sono di marca italiana. 19′, Pirlo: punizione dal limite, palla bassa sul palo di Casillas, che devia in corner. 22′, Cassano: dal vertice destro dell’area si gira in un fazzoletto e incrocia il diagonale, fuori d’un soffio. 27′, Cassano bis: riceve largo a sinistra, converge e spara dal limite, Casillas usa il bagher e Balotelli sfonda sulla respinta. Nel finale botta e riposta. 44′, Iniesta: innescato dalla pennellata di Alonso, controlla splendidamente dentro l’area ma alza un ibrido pallonetto sopra la traversa da posizione ghiotta. Ribaltamento: Maggio al cross da destra, Ramos non arriva, Thiago Motta incorna ma Casillas si supera deviando d’istinto.
La ripresa ripropone il canovaccio: loro s’incaponiscono, del resto con quel gioco hanno rivoluzionato il football e conquistato il mondo. Noi ci adattiamo, aspettando la furbizia giusta. Arriva al 9′. Per evitare il fallo laterale, Ramos esegue un passaggio dietro in scivolata: Balotelli capisce tutto ed intercetta, poi s’invola, entra in area dalla destra e…tira? No, s’addormenta, lasciando a Ramos il tempo di rimediare alla disperata. Il successivo cambio di Prandelli ha retrogusto quasi punitivo. Il gusto in compenso è dolcissimo: entra Toto’ che segna dopo quattro minuti. La dinamica: Pirlo sale palla al piede, accelera, supera di slancio Busquets e filtra una colata d’oro che Di Natale riversa in rete sull’uscita di Casillas. Da non crederci. Un sinistro di Iniesta, centrale e bloccato d Buffon (18′) è preambolo al pareggio. 19′: azione centrale, Iniesta trova Silva che apre la difesa come Mar Rosso (centrali spostati, Giaccherini in ritardo); nella cavità si getta Fabregas che insacca come il più navigato dei bomber. Splendido, e a onor del vero meritato. I nostri son stanchi: per la stoccata finale Del Bosque butta Torres. Il Nino può colpire dopo un minuto (30′): la magic combo con Xavi gli apre il tu per tu con Buffon, bravissimo a fermarlo con i piedi. 33′: Giovinco, per Cassano che pennella in area da trequarti campo, Di Natale ci arriva in tuffo ma non riesce a direzionare. Al 40′ ancora Torres. Stavolta se la costruisce lui: scatto, dribbling, intuizione (Buffon è fuori), cucchiaio…alto, dopo scampoli di paura. L’ultima parola la scrive Marchisio: 44′, recupera a centrocampo e galoppa sino all’area, ma il destro esce stremato e Casillas ha gioco facile. Una stecca di Alonso nel recupero (47′) sibila al palo alla sinistra di Gigi: ormai è tardi, il pareggio è servito. Bravi ragazzi.
Il tabellino
Marcatori: 15’st Di Natale (I), 19’st Fabregas (S).
Spagna (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Piquè, Sergio Ramos, Jordi Alba; Xavi, Busquets, Xavi Alonso; Silva (18’st Jesus Navas), Fabregas (29’st Fernando Torres), Iniesta (Valdes, Reina, Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Pedro, Mata, Negredo, Llorente). All.Del Bosque.
Italia (3-5-2): Buffon; Bonucci, De Rossi, Chiellini; Maggio, Marchisio, Pirlo, Thiago Motta (44’st Nocerino), Giaccherini; Balotelli (11’st Di Natale), Cassano (18’st Giovinco) (Sirigu, De Sanctis, Barzagli, Ogbonna, Balzaretti, Abate, Montolivo, Diamanti, Borini). All.Prandelli.
Arbitro: Kassai (Ung)
Ammoniti: Balotelli (I), Bonucci (I), Chiellini (I), Arbeloa (S), Torres (S), Maggio (I), Reina (S, dalla panchina).
Espulsi: nessuno
Le pagelle
Italia 6,5
Una sicurezza: arriva su tutto ciò che è umano e ferma Torres alla Beckenbauer.
Gattino nella gabbia dei leoni, se la cava con unghie e denti. A volte ringhia troppo: ammonito.
Grande interpretazione del ruolo. L’unico buco facilita il pareggio, ma la prestazione resta.
A tre o a quattro, con zingari (Fabregas) o re (Torres) dell’attacco, il Chiello c’è sempre, nei suoi modi alle volte sgraziati ma sempre efficaci. Sul pareggio l’amnesia è generale.
Il duello con Jordi Alba gli toglie lucidità in attacco. Sbava qua e là ma nel complesso regge.
Spreme una gara sudata, quasi in apnea: non riesce ad inserirsi in attacco ma è prezioso in fase di ripiego. E quella cavalcata finale…
Grande perchè si reinventa: non regista ma faticatore, non di governo ma di lotta (sempre ragionata). Anche l’assist, se guardate, è preso in prestito al miglior Kakà: accelerazione e filtrante da fresco ventenne.
Il suo tango è straniero in terra spagnola, dove infatti giocava laterale, prima di farsi male. Paga la lentezza d’esecuzione contro i folletti dirimpettai, che lo infilano volentieri. Vicino al gol di testa dal 44’st NOCERINO s.v.
Che dire del Giacchero? Debutta all’Europeo e contro i maestri della pelota ,bisogna tenerne conto. Detto ciò: l’applicazione compensa il disagio (spesso troppo basso), che a volte riaffiora come un brutto ricordo. Al tirar delle somme…buona la prima.
Costruisce due occasioni pericolose: esce sfiatato ma c’è dal 18’st GIOVINCO 6,5 Tiene vivo l’attacco e sforna un assist molto sexy per Di Natale: cilecca, ma due volte in mezzora non è facile.
Distrugge (ammonizione per troppa foga, sufficienza davanti a Casillas) ciò che crea (buon pressing, occasione limpida): la media spacca il sei dall’11’st DI NATALE 7 Chiude il cerchio aperto quattro anni fa: allora fu ipnotizzato, due anni e 92 gol dopo non sbaglia. Un altro Toto’ eroe nazionale: tu chiamale, se vuoi, emozioni.
All.PRANDELLI 6,5 Tutto considerato, l’esperimento difensivo paga. Sofferenza nel finale ma la squadra c’è e ci regala un primo tempo d’annata.
Spagna 6,5
Totò stavolta non perdona: vittima designata, soccombe con stile.
Giaccherini morde sempre meno, lui sale ma graffia poco.
Ultimo baluardo, controlla il Balo che dal canto suo svaria molto.
Più approssimativo, forse perchè troppo sicuro di sè (non sempre un bene): ci offre un gol, Balo accartoccia a butta via.
Finalmente lo vediamo all’opera: la spinta è buona, la corsa sciolta, in difesa è meno decifrabile. Promosso ma da rivedere: da lui a un Josè Angel il passo è breve.
Fa quello che deve fare e lo fa bene: Pirlo lo batte perchè fa quello che non deve fare.
Bel rompiballe, come lo ricordiamo. Lavoro pratico, spesso non appariscente, ma prezioso: di schermo e rilancio.
S’intromette quasi con discrezione nel triangolo blaugrana, ma è sempre un bell’affidarsi perchè tende a sapere cosa fare. Pericoloso al tiro.
Folletto magico: parte da destra ma straccia la trequarti a furia di tagli e rapidi zig-zag. E poi il marchio di fabbrica: quell’assist meglio della farfallina di Belen dal 18’st JESUS NAVAS 6 Plico di promesse tratteggiate bene (scatti, dribbling) ma alla fin fine colorate male (cross imprecisi, due palle perse).
A modo suo, ormai è un centravanti. Con l’elastico rimbalza tra trequarti ed attacco: quando dici ‘bravo ma non è un attaccante’ ci infila dal 29’st FERNANDO TORRES 5 Non fortunato, ma ne spreca due.
Chiare, fresche et dolci acque: sgorga poesia. In versi sciolti (cambi di gioco, inviti profondi) o più linguisticamente serrati (duetti, dribbling stretti) poco cambia: petrarchesco Andres.
All.DEL BOSQUE 6,5 Sceglie Fabregas per Torres e gli dice giusto. La Spagna fa la sua partita, diamoci i giusti meriti.
Arbitro KASSAI 6 L’autorità non si discute, ma lascia qualche perplessità sulla strada.
(Carlo Necchi)