Italiani, popolo di arcieri. Dopo l’oro nella gara a squadre maschile alle Olimpiadi e dopo il freschissimo ricordo della medaglia d’oro vinta ieri dal portabandiera azzurro Oscar De Pellegrin nella gara individuale maschile, oggi una nuova medaglia dal tiro con l’arco si è aggiunta al bottino dell’Italia alle Paralimpiadi di Londra 2012. Anche le donne dunque ci danno soddisfazioni nell’arco, nella patria di Robin Hood: come fedeli ‘discepole’ di De Pellegrin, la piemontese Elisabetta Mijno è arrivata in finale nella specialità dell’arco olimpico categoria W1-W2 (atleti con paraplegia) e ha regalato all’Italia un argento (il quarto per l’Italia in queste Paralimpiadi, la nona medaglia del medagliere azzurro), mentre purtroppo Veronica Floreno si è fermata al quarto posto. Entrambe hanno dovuto soccombere davanti alla numero uno del mondo, l’iraniana Zahra Nemati, che ha dimostrato di essere davvero una fuoriclasse. In semifinale l’iraniana ha battuto la Floreno per 6-0, mentre la Mijno aveva la meglio sulla cinese Li Jinzhi con il punteggio di 6-4. Nella finale per il terzo posto la cinese ha però battuto la Floreno per 6-4, mentre la Nemati ha avuto la meglio sulla Mijno per 7-3. Elisabetta Mijno, arciera di Moncalieri (Torino), 26 anni, è costretta a vivere su una sedia a rotelle a causa di un incidente automobilistico quando aveva soltanto 5 anni, ma non si è certo persa d’animo. Oggi studia chirurgia all’università di Orbassano, e per quanto riguarda lo sport, nel 1997 ha iniziato a tirare con l’arco, diventando oggi una credibile erede del suo idolo Paola Fantato. La strada per raggiungere questa grandissima campionessa (sul podio per cinque edizioni consecutive delle Paralimpiadi per un totale di cinque ori, un argento e due bronzi) è ancora molto lunga, ma una medaglia d’argento paralimpica è comunque un risultato eccellente, che merita di essere celebrato nel modo giusto. Ecco quali sono state le parole con le quali la Mijno ha commentato questa medaglia d’argento: “Sono soddisfatta di questo argento perché la mia avversaria negli ultimi anni è diventata la più forte della mia categoria e quindi sono onorata di essere arrivata così vicino a lei. Certo, avrei voluto trovare in finale la mia compagna perché, pur essendo al suo debutto paralimpico, ha tirato davvero bene. Questa invece per me è la seconda Paralimpiade e mi ha portato la prima medaglia, speriamo che sia di buon auspicio per la prova a squadre”.
In effetti, risultati così positivi fanno davvero ben sperare in vista della gara per nazioni, che avrà inizio domani mattina con la prima prova di qualificazione contro la Turchia. Ecco come si è espresso in proposito l’allenatore delle italiane, Marco Pedrazzi: “A squadra partiamo da favoriti, non c’è dubbio, ma sapevo che le ragazze erano pronte a giocarsela anche individualmente. Ho detto loro: dovete avere paura della gara e delle avversarie, solo così si trova il coraggio di vincere”.