Ci perdoneranno tutti i fan di Roger Federer e Novak Djokovic se nel raccontare la giornata di ieri iniziamo da Andy Roddick. Il suo ultimo dritto di sempre è stato un colpo semisteccato che ha consegnato la partita – e i quarti di finale degli Us Open – a Juan Martin Del Potro, ma chi se ne importa: tutto l’Arthur Ashe si è alzato in un’ovazione immensa per un altro che se ne va, dopo Kim Clijsters la scorsa settimana. Roddick ha detto stop: l’aveva già annunciato dopo il primo turno qui, e allora ogni partita è diventata per i suoi sostenitori – inutile dire che qui è amato come pochi altri – una lunga gita nell’ansia in attesa della vittoria da prolungamento di carriera o della sconfitta finale. Ieri Andy, ripartendo dal 6-6 con cui il suo ottavo si era interrotto, ha illuso tutti che la favola potesse continuare: 7-1 nel tie break, e avanti di un set. Ma poi Del Potro, che è in una forma stratosferica e rischia di dare fastidio ai migliori, ha girato la partita: 6-7, 7-6, 6-2, 6-4 per l’argentino che poi, come da personaggio umile e rispettoso qual è, ha lasciato tutta la ribalta a Andy, che trattenendo a stento le lacrime (a differenza della moglie Brooklyn Decker) ha ringraziato tutti. “Quando ero piccolo, venivo qui e mi sentivo onorato di sedermi dove ora ci siete voi. Spero un giorno di tornarci”. Intanto va in pensione con 32 titoli, 5 Masters Series, lo Us Open del 2003, 13 settimane da numero uno del mondo e l’affetto di tutti per essere stato un personaggio istrionico che ha fatto divertire e arrabbiare, ma mai lasciato indifferenti. Così, l’addio di Roddick rischia di oscurare quella che è stata una grande giornata: nemmeno il tempo di gustarci Sara Errani battere Roberta Vinci nello storico derby italiano (clicca qui per l’intervista esclusiva a Raffaella Reggi) che Maria Sharapova, ringraziando la pioggia che le ha dato una notte di riflessione, torna in campo contro la Bartoli che la sta demolendo: 4-0. Masha lascia lì il primo set, nel secondo va sotto di un break ma recupera e chiude 6-3, nel terzo la russa strappa il servizio ma lo perde nuovamente, lo recupera ma deve fronteggiare due palle break, si salva di rabbia, fa di nuovo il break, va a servire sul 5-4, è sotto 0-30 ma chiude con un servizio vincente dopo due ore e 32 minuti. Sharapova in semifinale contro un’Azarenka sui livelli dell’Australian Open, pronostico aperto con la numero uno del mondo comunque favorita. Ma il programma, falcidiato dal meteo avverso, non concede spazi alle riflessioni: Djokovic umillia Wawrinka prima che lo svizzero abbandoni e vola ai quarti, più tardi scoprirà di avere la rivincita della finale per il bronzo olimpico ma intanto si siede a osservare Andy Murray che sul Louis Armstrong è sull’orlo del baratro: 3-6 1-5 contro un Cilic che gli sta tirando una bordata dietro l’altra. E’ qui, però, che lo scozzese capisce di essere pronto a vincere quello Slam che Federer gli aveva “chiamato” a Wimbledon: recupera un break e sale fino al 4-5, qui lo aiuta Cilic a cui viene il braccino e la paura di vincere ma Andy non molla un colpo, prende ancora il servizio al croato, guadagna il tie break ma va sotto 4-2. Altra reazione: cinque punti consecutivi e vittoria del secondo set. Da lì in avanti Cilic si frantuma e lascia strada a Murray verso la semifinale. Lo scozzese, qui testa di serie numero 3 per l’assenza di Nadal, sa che il cammino tra lui e il primo titolo in un major prevede di incrociare ancora una volta il Re, ma ecco la sorpresa notturna:
Federer cade in quattro set contro Tomas Berdych vanificando la vittoria nel terzo parziale, e regala una possibilità in più a tutti, a cominciare proprio da Andy che è dalla sua parte del tabellone. Vero, pensa lo scozzese, però questo Berdych… ci si penserà a tempo debito e cioè domani, perchè nel frattempo Serena Williams affronta i suoi quarti di finale contro Ana Ivanovic, che a tratti ha dato l’impressione di essere tornata quella che nel 2008 distruggeva le avversarie a suon di dritti di granito, vinceva il Roland Garros e si prendeva la prima posizione mondiale. Tutta Italia spera che la serba esegua il clamoroso upset e conceda a Sara Errani punti percentuale maggiori verso la finale di sabato, ma a volte anche le favole seguono percorsi logici, e poi qui siamo a New York e non a Hollywood: la minore delle Williams spazza via 6-1 6-3 la malcapitata serba, e allora prepariamoci perchè domani Sarita avrà da scalare un Himalaya senza bombole d’ossigeno. Ma, come ha detto qualcuno, è tennis: giochiamo, e poi si vedrà.
(Claudio Franceschini)
(8) Janko Tipsarevic (Srb) b (19) Philipp Kohlschreiber (Ger) 6-3, 7-6, 6-2
(7) Juan Martin Del Potro (Arg) b (20) Andy Roddick (Usa) 6-7, 7-6, 6-2, 6-4
(2) Novak Djokovic (Srb) b (18) Stanislas Wawrinka (Sui) 6-4, 6-1, 3-1 ret.
(6) Tomas Berdych (Cze) b (1) Roger Federer (Sui) 7-6, 6-4, 3-6, 6-3
(3) Andy Murray (Gbr) b (12) Marin Cilic (Cro) 3-6, 7-6, 6-2, 6-0
(3) Maria Sharapova (Rus) b (11) Marion Bartoli (Fra) 3-6, 6-3, 6-4
(4) Serena Williams (Usa) b (12) Ana Ivanovic (Srb) 6-1, 6-3
(10) SARA ERRANI (ITA) b (20) ROBERTA VINCI (ITA) 6-2, 6-4
(8) Janko Tipsarevic (Srb) – (4) David Ferrer (Spa)
(7) Juan Martin Del Potro (Arg) – (2) Novak Djokovic (Srb)
(6) Tomas Berdych (Cze) – (3) Andy Murray (Gbr)
(1) Victoria Azarenka (Blr) – (3) Maria Sharapova (Rus)
(4) Serena Williams (Usa) – (10 SARA ERRANI (ITA)