Udinese-Roma è una partita ben più equilibrata di quanto il punteggio finale possa far credere. Le due reti dei friulani che decidono l’incontro arrivano infatti nei 10 minuti finali e sembrano premiare oltremodo la squadra di Guidolin abilissima nello sfruttare due delle pochissime occasioni da rete create nell’arco dei novanta minuti. I moduli disposti dai due tecnici finiscono infatti ben presto per annullarsi vicendevolmente e la partita si disputa praticamente tutta a centrocampo con la Roma che, pur non riuscendo a mantenere il consueto pallino del gioco (al triplice fischio finale i giallorossi fanno infatti segnare solo il 53% di possesso palla) si mostrano abili nel ridurre al minimo le possibilità di contropiede dei padroni di casa. L’Udinese, dal canto suo, appurata la difficoltà di ripartire negli spazi si limita per larghi tratti della gara ad un’attenta copertura della zona volta ad evitare pericolosi uno contro uno tra gli attaccanti giallorossi ed il terzetto difensivo. La mossa paga perché lascia praticamente inoperoso Handanovic e permette ai friulani di non correre mai rischi e, una volta ridotte al minimo le velleità offensive dei giallorossi, provare il tutto per tutto nel finale. Ovvio però che, in una partita così bloccata come quella odierna, la differenza la facciano tutta i singoli e quando hai un attaccante come il Totò Di Natale delle ultime tre stagioni tutto diventa più facile. Basta infatti un lancio millimetrico di Pinzi e la condizione non ottimale di Kjaer per spianare la strada all’attaccante friulano-partenopeo che da solo davanti a Stekelenburg sigla la rete che chiude i conti. Il gol di Isla è infatti solo la ciliegina sulla torta che muta il formato ma non la sostanza. Certo, la Roma avrebbe da recriminare per un risultato che forse non rispecchia in pieno l’andamento della partita (il pareggio sarebbe forse stato più giusto) tuttavia quando una squadra ha nel suo centrale difensivo l’uomo che va più spesso alla conclusione (Juan, con tre tentativi) le possibilità di concretizzare le occasioni da rete diventano gioco forza poche. Diventano persino inutili la grande quantità di palloni toccati da Pjanic e De Rossi, recordmen nel numero di passaggi effettuati (56 il primo, 54 il secondo), soprattutto considerando che il 90% di questi palloni sono tutti giocati in linee orizzontali e non forniscono apporti significativi in quanto a pericolosità della manovra, emblematico in questo senso l’indice di pericolosità della squadra giallorossa che al novantesimo minuto farà segnare un misero 29.8%, davvero troppo poco per impensierire la migliore difesa interna della Serie A.