Il mercato della Roma? E’ riuscito perfettamente. E’ questo il pensiero del ds giallorosso Walter Sabatini, che ha rivendicato, con un certo orgoglio, di aver centrato tutti gli obiettivi prefissati. E’ nata la Roma del futuro, come ha sottolineato il dirigente, una squadra ricca in quantità e qualità e dall’età media più verde rispetto al passato. Sono arrivati ben undici nuovi giocatori, in pratica un’intera formazione titolare. Non un solo reparto è rimasto invariato. In porta è arrivata una sicurezza come Stekelenburg. In difesa Kjaer conta di mostrare il meglio dei suoi anni palermitani e Heinze di spendere gli ultimi spiccioli di una gloriosa carriera. Senza dimenticare le scommesse Josè Angel, di cui in Spagna si dice un gran bene, e Nego. A metà campo Gago “porterà storia, qualità e carisma”, come ha detto Sabatini. Alla qualità ci penserà pure uno come Pjanic, arrivato dal Lione con ottime referenze. E in avanti ci sarà da divertirsi, con gente come Bojan, Lamela, Osvaldo e Borini. O forse no, vista che la tanta (troppa?) concorrenza potrebbe rivelarsi anche un boomerang. Ma tant’è. Il ds è tranquillo, sa di aver allestito una squadra completa un po’ in tutti i settori. Le difficoltà non mancheranno, naturalmente. Quando si cambia tanto e tutto assieme, le crisi di rigetto sono quasi inevitabili. Nuova la squadra, nuova la proprietà e nuovo l’allenatore. Un allenatore a cui andrà dato tutto il tempo necessario per allevare la nuova creatura. E invece Luis Enrique, dopo gli screzi con Totti e l’uscita dall’Europa, si è beccato già i primi fischi. L’illustre collega Guardiola l’ha difeso: “E’ bravo, ma bisogna avere pazienza. Se pure arrivassi io, mica giocheremmo come il mio Barça dopo 2-3 settimane…”. Ragionamento giustissimo, ma qui siamo in Italia, dove si bada molto al concreto e poco a scommettere, a cercare nuove strade. Quasi scontato che uno come Luis – venuto nella Penisola a predicare il verbo alla catalana – possa essere messo in discussione. Ma Sabatini è stato chiaro: giù le mani da lui. “Il nostro allenatore è Luis Enrique e lo sarà per tanto tempo”. Fine della storia, dunque. La postilla? Eccola qua: “Non c’è nessuna candidatura di Rossi”. Tanto per scacciare le prime nubi che si stavano addensando sul capo dello spagnolo. Sulla vicenda Totti
L’ex-dirigente rosanero esprime tutto il suo rammarico: “Mi sento piuttosto in colpa per non essere stato vicino né all’allenatore né alla squadra in questi giorni”. Nessun dramma, però. Sabatini sa che sono cose tipiche dell’ambiente. La Roma non può permettersi di rinunciare né al capitano né al suo tecnico. Almeno fino alla prossima lite, diciamo.