Si sta avvicinando l’ultimo Juventus-Roma con la presenza contemporanea delle due bandiere Alessandro Del Piero e Francesco Totti. La scena dovrebbe essere del bianconero, che è al passo d’addio e potrebbe festeggiarlo con lo scudetto. Ma Totti oggi ruba la scena con dichiarazioni in realtà non nuove ma sempre di sicuro effetto: ha infatti ribadito che considera più importante lo scudetto vinto con la Roma nel 2001 rispetto al Mondiale conquistato con la Nazionale a Germania 2006. Tutto questo totti lo ha dichiarato davanti a una platea mondiale: infatti il capitano e simbolo della Roma è stato intervistato dalla Fifa, e proprio per questo si partiva dal Mondiale, che Totti e Del piero vinsero insieme in quella mitica notte di Berlino il 9 luglio 2006: “Uno scudetto conquistato giocando con la Roma vale più di un Mondiale. Perché è una gioia che non può essere eguagliata. Io appartengo a Roma. Sono nato a Roma, sono romano e romanista. Anche se ho avuto molte possibilità di andare via, ho detto sempre di voler indossare solamente una maglia durante la mia carriera. Non riesco ad immaginarmi con un’altra. Inoltre, non so come lo avrei potuto spiegare ai miei figli. L’amore per questa maglia ha avuto la precedenza su tutte le offerte che ho avuto. Sono felice della mia decisione”. Un concetto che Totti ha ribadito più volte, una spiegazione che può piacere o meno ma che riflette quello che Francesco pensa veramente e che vale anche per il mancato Pallone d’Oro, trofeo mai conquistato probabilmente a causa di questa scelta che gli ha precluso squadre più vincenti. Totti però non fa una piega: “Ribadisco: uno scudetto con la Roma vale più anche del Pallone d’Oro. Per me essere la bandiera della Roma vale molto di più”. Sulla attuale stagione della Roma, complicata ma con ancora fattibile l’obiettivo terzo posto, questa è l’opinione del capitano: “C’è un allenatore nuovo quest’anno. All’inizio forse ci sono state piccole incomprensioni. E’ normale non essere felici quando non si gioca. Ma mi sono sempre messo a disposizione per aiutare la squadra. E quando ho cominciato a giocare non ho fatto troppo male, quindi l’allenatore ha iniziato a prendermi più in considerazione. Luis Enrique ha portato una nuova filosofia di gioco. Ho sempre detto che quando ci sono dei cambiamenti, ci vuole un po’ di tempo perché le cose vadano bene. L’obiettivo di Luis Enrique è quello di portare una nuova mentalità in Italia. Mi piace il suo sistema di gioco e sono sicuro che presto risulterà vincente”.
Infine, interessanti dichiarazioni sul futuro, che sarà ancora in giallorossa: “Ho ancora due anni di contratto con la Roma e, se riuscirò a restare in forma fisica, spero di giocare fino a 40 anni. Per ora, però, è tutta una speculazione. Finché mi sentirò in forma e utile alla squadra continuerò a vestire questa maglia con tantissimo orgoglio. E quando non mi sentirò più nelle condizioni giuste, sarò il primo a chiamarmi fuori. Io credo nelle mie potenzialità. L’importante è fare il necessario per restare in condizione: vivere una vita sana e comportarsi come un vero professionista”.
(Mauro Mantegazza)