, bentornati nell’incubo. Se questo fosse un film il titolo adeguato sarebbe questo. Un anno dopo, l’Emporio Armani sprofonda nuovamente in un caos senza padroni, nel quale è chiara solo una cosa: non c’è niente di chiaro. Stamattina il fulmine in un cielo già attraversato da nubi di tempesta: la società ha esonerato Fabrizio Frates, vice di Sergio Scariolo, un uomo che arrivando a Milano, lui milanese, aveva coronato il sogno di una vita dopo aver centrato una salvezza clamorosa con Reggio Emilia (in LegaDue, nel 2010/2011). Il pensiero che attraversa la mente di molti è uno solo: ha pagato lui per evitare di toccare Scariolo, perchè licenziare l’allenatore strapagato e stravincente (con la Spagna) e intorno al quale si è costruito il progetto avrebbe significato dichiarare ufficialmente il fallimento, con tanto di cartello appeso alla porta d’ingresso del Forum di Assago. Dicevamo che l’Olimpia ci è già passata: lo scorso anno la situazione era fondamentalmente la stessa situazione, passando anche attraverso una bruciante sconfitta a Varese (era inizio gennaio: domenica invece la Cimberio capolista farà visita alle Scarpette Rosse) che aveva fatto presagire il peggio (perchè gli incubi più disturbanti si materializzano sempre quando perdi le gare più sentite). Allora l’Armani si riprese, completò un girone di ritorno all’altezza delle sue possibilità e, anche per mancanza di avversari concreti, volò in finale dove fu umiliata da Siena, riuscendo però a vincere una partita a differenza dei due precedenti. Stavolta però il panorama appare ancora più funesto: Milano è ottava in classifica con 5 vittorie e 6 sconfitte; è in zona playoff, ma la vetta dista dieci punti e il terzo posto otto. Arrivare dietro significherebbe avere un accoppiamento difficile in post season (Cantù, Siena, Sassari o Varese); eppure c’è anche di peggio, visto che la vera delusione stagionale è l’eliminazione dalle Top 16 di Eurolega in un girone che non appariva troppo ostico. L’Olimpia era stata costruita per vincere in Europa: ha fallito per due anni, ma quanto meno nel 2011/2012 tra le prime sedici ci era entrata. L’esonero di Frates (inspiegabile di nome e di fatto: la società non ha rilasciato argomentazioni) rischia però di essere solo la punta dell’iceberg di un rinnovamento profondo che toccherà l’Armani. In chiave mercato infatti si pensa già a tre mosse: riportare al Forum JR Bremer e Leon Radosevic (visti la scorsa stagione) e mettere le mani su Walter Hodge (sembra vicino), MVP del campionato polacco nel 2012. Bremer è stato tagliato dal Fenerbahce, mentre Radosevic è in prestito a Vilnius ma per liberarlo il Lietuvos chiede un indennizzo. Situazione non facile, anche perchè i nuovi acquisti richiedono spazio soprattutto nel monte ingaggi. Sul banco degli imputati sono finiti i due playmaker Cook e Stipcevic (uno è destinato a fare le valigie) e Richard Hendrix, altro caso spinoso. Fortemente voluto dal Maccabi Tel Aviv, il lungo americano non sta giocando nemmeno troppo male ma non soddisfa lo staff tecnico; peccato che ci sia resi conto (soltanto adesso, altro mistero) che il suo ingaggio è pesante e non può essere supportato a meno che non metta su statistiche da 20 punti e 10 rimbalzi di media. La cosa però ha un rovescio della medaglia anche più opaco:
Nessuno è disposto ad accollarsi un simile stipendio. Insomma, lavori in corso, ma di quelli la cui fine è lungi dal vedersi. Servirà? Non è dato saperlo: la storia e il gioco insegnano che il basket è uno sport soprattutto di chimica, nel quale – più che in altre discipline – non basta mettere in fila dodici ottimi giocatori per ottenere i risultati. Trovi una squadra meglio assortita e con cui ti accoppi male, e il gioco – per gli altri – è fatto (chi segue regolarmente la NBA ricorderà lo scacco che i Golden State Warriors fecero ai Dallas Mavericks nel 2007). Detto questo, il talento e la qualità di Milano sono troppi per pensare che, anche in una stagione sciagurata in cui le cose elementari non riescano, questa squadra possa fallire quantomeno le semifinali di campionato. Forse Scariolo ha perso l’abitudine a lavorare giorno per giorno con un gruppo? Possibile, come è possibile – era la tesi dello scorso anno – che certi giocatori non siano abituati a “sporcarsi le mani” lottando e sudando su ogni pallone. Così, mentre ci chiediamo e vi chiediamo se non fosse meglio confermare un giocatore come Mason Rocca, aspettiamo domenica sera e l’arrivo di una lanciatissima Varese. Per l’Olimpia sarà la rinascita o la caduta nel baratro?
(Claudio Franceschini)