Novara-Inter si chiude con il più inaspettato dei punteggi. Vince il Novara piegando l’Inter con merito per tre reti a uno. E i più maliziosi noteranno che – ulteriore meraviglia – patisce un rigore e un’espulsione probabilmente errati (ai moviolisti l’ardua sentenza). Non ci sono scuse, non è il campo sintetico, non sono le assenze e forse non sono nemmeno gli sbagli dell’allenatore, pronto comunque a farsi da parte (almeno stando alle dichiarazioni televisive del post-gara). L’apertura di una nuova era nerazzurra è più dolorosa del previsto e certamente anche figlia di un mercato fatto di fretta dal punto di vista degli acquisti e troppo celermente dal punto di vista delle cessioni. Gasperini ha provato a mettere in campo le sue idee anche a costo di scontentare tifosi e presidenti. Forse pensava che prima o poi avrebbe dovuto tentare e contro il Novara l’avversario potesse essere alla portata. Nel primo tempo fuori Pazzini e Sneijder a centrocampo (anche se rubacchiava metri per fare il trequartista). Nel secondo tempo si è corsi ai ripari con un 3-4-3, ma non è cambiato molto. La sconfitta è arrivata, e ora è il tempo delle decisioni difficili. Cosa può portare a casa l’allenatore dell’Inter al di là delle critiche? Qualche evidenza tattica. Punto zero, neanche uno: il triumvirato, lo insegna la storia, non si addice alla difesa. Non si addice a questa difesa. Lucio si ostina a giocare a guardie e ladri, inseguendo palloni ed avversari in ogni zona del campo. Anche stasera, lo vediamo apparire sferragliante alle spalle di Meggiorini nello scatto che immortala l’1-0. Bravo Mazzarani nell’assistenza, lesto Meggiorini, ma che buco! Ranocchia è una promessa, ma deve ancora guarire l’acne dell’inesperienza: è vero che dalle batoste si può imparare, ma il prezzo da pagare sembra troppo alto in un squadra come che come l’Inter non può mai toppare. Anche oggi il giovanotto si è macchiato in prima persona, con l’incertezza costata il dubbio penalty e una serie di indecisioni da piccoli brividi. Il futuro è dalla sua, un po’ meno il presente. Il centrocampo poi, si nota da un pezzo, è spompo, urge ricambio fresco e valido, gente veramente da Inter (il solo Poli non basta). Anche oggi la difesa per quanto disastrata è stata abbandonata al proprio destino: così il buon Giorgi del Novara si ritrova eroe per caso scorrazzando libero in area interista, e servendo a Rigoni la doppietta dopo la respinta di Julio Cesar (3-1). L’attacco infine è bloccato: emerge ancor di più tutto il peso di Eto’o. Forlan è un grande uomo d’area e stretti dintorni, l’estenuante lavoro che il camerunense si sciroppava è roba per pochi eletti. Con la prima punta, Milito o Pazzini che sia, abbandonata a sé stessa, vien da sé che anche oggi il gol sia maturato più per demeriti avversari (il Giorgi di cui sopra che rinvia sui piedi di Cambiasso, che dal cuore dell’area non può esimersi). In tutto questo non si possono trascurare i meriti del Novara. Impianto di gioco collaudato e voglia di proporre calcio: non potrà andare sempre così, ma se Gasp vuole continuare vada ad offrire un bicchiere a Tesser. Da stasera si può solo imparare.
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