Ieri sera il presidente dell’Inter Massimo Moratti è intervenuto nella trasmissione sportiva di Rai 1 “Cinque minuti di recupero”. Una breve rubrica ma che va in onda subito dopo il Tg1 della sera, quindi con molti milioni di spettatori. Il conduttore Carlo Paris ha toccato i temi più interessanti legati alla squadra e alla società nerazzurra. Moratti, consapevole che Juventus e Napoli sono ancora leggermente superiori alla sua Inter, ma anche fiducioso su quanto fatto finora dall’allenatore e dai giocatori e sui margini di crescita ancora presenti, risponde così quando gli si chiede se crede a una possibile vittoria dello scudetto per l’Inter: “Devo crederci, così ci credono anche i giocatori”. A proposito di Stramaccioni, Moratti ha ancora una volta parole al miele per il suo giovane mister, e svicola pure con classe sulle prospettive future delle panchine per le squadre milanesi: “Guardiola potrebbe andare al Milan? Io ne ho già uno bravo…”. Il patron nerazzurro ha poi precisato in che senso abbia voluto paragonare il suo tecnico, a José Mourinho, l’uomo del triplete del 2010: “Il paragone tra Stramaccioni e Mourinho l’ho fatto sulla dedizione al lavoro, che è decisiva per qualsiasi professionista ma che in questi casi, magari distratti dalla popolarità, è meno facile che la si abbia. Stramaccioni questa caratteristica ce l’ha e ce l’ha naturalmente. Se riuscisse ad avere anche gli stessi risultati di Mourinho…”. Il giornalista prova a ipotizzare un possibile addio di Zanetti all’Inter prima di fine carriera, come alla Juventus è successo a Del Piero. Moratti risponde così: “Io non sono nella Juve e non conosco le ragioni dell’addio di Del Piero. Zanetti è un ragazzo fantastico, come credo sia Del Piero. Lui si è già costruito un futuro da dirigente quando smetterà di giocare”. Grande spazio anche per le prospettive future: “Il prossimo sogno con l’Inter? Tutto questo l’ho fatto per i tifosi, ma non basta mai quello che si è raggiunto attraverso sofferenze e sacrifici. Dobbiamo essere sempre pronti a ricominciare daccapo. Non solo per passione, è mio dovere riprendere quella strada. Un altro Moratti alla guida dell’Inter? Sarebbe ora che i giovani si facciano avanti. I giovani sono sempre più bravi. Fin da quando ho preso l’Inter ho pensato che l’evoluzione del calcio sia verso la creazione di grandi società. Il passo successivo dovrebbe essere in mano a una multinazionale. Poi vedremo”.
La chiusura è sul delicato tema della giustizia sportiva e della sua possibile riforma: “Quando c’è una polemica e uno è convinto di aver ragione, si vuole cambiare tutto. La giustizia sportiva in questo periodo è oberata di lavoro e deve affrontare problemi seri. È difficile giudicarla negativamente. Il calcio deve ritrovare valori come tutta la società, che non siano più la furbizia, la bugia o il sotterfugio. Il calcio deve ritrovare tutto quello che è necessario a una buona organizzazione che funzioni”.