Milan-Inter è stata una partita relativamente semplice da analizzare attraverso i numeri. L’Inter ha colpito a freddo e poi si è progressivamente ritirata dal campo, complice nella seconda frazione di gioco anche l’espulsione di Nagatomo, mentre il Milan ha tentato di fare la partita senza riuscire mai davvero ad essere pericoloso. Valga per tutto il possesso palla che vede il Milan primeggiare con quasi il 70% contro solo il 30% dell’Inter. Detto questo, è anche vero che il possesso palla vada capitalizzato, perché tutti hanno ancora vive nelle orecchie le critiche a Luis Enrique lo scorso anno, allenatore che ha fatto del possesso palla il suo marchio di fabbrica, ma che peccava in gioco in verticale e stentava ad arrivare alla conclusione con i suoi attaccanti. Il Milan in effetti alla conclusione ci è arrivato diverse volte. Anzi, posino dire spesso visto che il totale dei tiri indirizzati verso la porta difesa da Handanovic è stato di venti. Una mole decisamente sopra la media anche per i rossoneri, contro i soli sei dell’Inter, che però ha avuto il grande merito di segnare. C’e da fare però due considerazioni circa i tiri in porta dei rossoneri, parzialmente concatenate tra di loro. La prima è che i due maggiori tiratori in questo derby sono stati Montolivo (un centrocampista) e Boateng (un centrocampista avanzato o, come vogliamo chiamarlo, un trequartista). Insomma questi undici tiri realizzati tra Montolivo e Boateng non sono stati realizzati da attaccanti. La seconda considerazione è che di questi venti tiri, solo cinque sono stati indirizzati nello specchio della porta. Sarà per via della scarsa “mira” dei centrocampisti rispetto agli attaccanti, sarà perché il Milan non riuscendo a trovare soluzioni che lo portino al tiro dall’interno dell’area di rigore è costretto (come nella partita contro l’Inter di ieri) a tirare con minore precisione dalla lunga distanza. E questo è sintomo di un Milan che oltre a patire l’assenza di un uomo capace di risolvere le partite da solo come Ibrahimovic, dimostra di non avere sufficienti idee per superare le linee di una difesa schierata, né una modalità di gioco tale da prenderle di infilata in velocità. Questo sarà materia di studio per l’allenatore del Milan Allegri, ma intanto è uno degli elementi salienti di questa sconfitta per i rossoneri. Altra conseguente statistica è quindi la supremazia territoriale, tenuta per oltre sedici minuti dal Milan contro i soli cinque dell’Inter. Che però ha saputo sfruttare due minuti di totale blackout della retroguardia del Milan per colpire spietatamente. Quello che può confortare i tifosi rossoneri è che questa mole di gioco ha anche una grande percentuale di passaggi riusciti, indice di una rosa non proprio di scarsa qualità. Dell’Inter c’è da dire ben poco perché a parte il gol davvero non ha fatto che erigere barricate. Che questa volta hanno retto.
L’unico gol siglato del match arriva pochi secondo dopo il fischio iniziale. Al terzo minuto di gioco l’ex rossonero Antonio Cassano conquista una posizione a trenta metri circa dalla porta, sulla sinistra. Sulla palla va Esteban Cambiasso che con un cross a giro taglia tutta l’area e trova la testa di Walter Samuel, che da solo colpisce e regala il vantaggio ai suoi. Errore di Christian Abbiati sulla punizione che uscendo a vuoto favorisce l’arrivo del centrale nerazzurro. Pochi istanti dopo l’estremo difensore del Milan rischia di combinare un nuovo clamoroso patatrac: con la palla fra i piedi la passa involontariamente a Diego Milito che dentro all’area avversaria tentenna troppo favorendo il ritorno di Philippe Mexes; la palla colpisce il difensore centrale francese, si impenna, e il successivo colpo di testa del Principe viene smorzato da Abbiati. Il primo squillo del Milan arriva al 14esimo: “dai e vai” Emanuelson-Bonera con l’ex Parma che percorre tutta la fascia destra, fa partire un rasoterra insidioso in area che viene colpito da un piattone di Boateng, che finisce di poco a lato della porta di Samir Handanovic. Al 40esimo arriva l’episodio più discusso del match: Bojan scodella in area una splendida palla sul quale ci arriva Handanovic, scontrandosi però con Emanuelson; il portiere nerazzurro rimane a terra dopo lo scontro, con la palla che nel frattempo, arrivata sui piedi di Riccardo Montolivo, viene scaraventata in area con un tiro al volo. L’arbitro Valeri ferma però il gioco annullando la rete: episodio molto dubbio. Passano pochi minuti dal fischio del secondo tempo e l’Inter rimane in 10: doppio giallo di Nagatomo che al 48esimo è costretto ad abbandonare il rettangolo di gioco. Al 64esimo di nuovo Milan: gran tiro da fuori area di Montolivo, respinto da Handanovic sui piedi di Bojan; lo spagnolo crossa al centro per la corrente Boateng che in sforbiciata però non riesce a centrare la porta. Al 67simo azione fotocopia: tiro insidioso di Montolivo respinto da Handanovic ma questa volta Bojan non riesce a ribattere la palla in mezzo. Al 75esimo e all’80esimo tocca a Pazzini provare ad assaltare il fortino nerazzurro: doppio cross in mezzo la il Pazzo non riesce di un niente a deviare la palla in porta.
Delusissimo dal risultato Massimiliano Allegri si presenta ai microfoni di SkySport, ma che comunque in sintesi non ritiene di dover fare critiche ai suoi giocatori. “La squadra ha giocato benne, non ho nulla da dire ai ragazzi. Abbiamo creato, è mancato il risultato, ma vogliamo ripartire dalla prestazione di oggi”. Sul problema dei gol sui calci piazzati, Allegri è un po’ più “disarmato”, anche se fiducioso. “Troveremo la soluzione, di più i ragazzi non potevano fare”. Su questo punto Daniele Bonera è invece più netto “abbiamo provato a difendere a uomo o a zona, non è servito a nulla”. Infine Allegri ha parole anche per l’arbitro Valeri “ha condizionato la gara con un errore tecnico sul gol di Montolivo, senza contare che c’era anche l’espulsione di Samuel. Ultimamente – ha concluso – subiamo qualche decisione a nostro sfavore, non possiamo farci nulla, ma il campionato non è affatto finito”. Di segno opposto, è facile immaginarlo, le dichiarazioni di Massimo Moratti. Alla stessa emittente, il patron dell’Inter ha detto che è “stato sempre molto fiducioso, anche dopo l’espulsione”. La squadra si difende bene e lo fa anche in virtù del lavoro del tecnico, che ha paragonato a Mourinho: “La cosa che lo fa assomigliare di più a lui è la dedizione al lavoro, anche lui è un grande allenatore”.