Non c’è dubbio che l’Inter in questo campionato stia andando meglio del previsto. Il secondo posto solitario, dietro solo a una Juventus quasi perfetta – e quel “quasi” è proprio merito dei nerazzurri – riporta la squadra oggi allenata da Andrea Stramaccioni su quei livelli che erano abituali prima della pessima stagione passata. L’Inter potrà senza dubbio lottare per un posto in Champions League, senza negarsi la possibilità di mirare ancora più in alto e senza dimenticare una Europa League che per ora procede alla grande. Tra gli uomini decisivi per questo ottimo inizio di stagione c’è certamente Esteban Cambiasso: il ‘Cuchu’ sta smentendo a suon di ottime prestazioni tutti quei detrattori che l’anno scorso ne avevano annunciato con eccessiva fretta il crepuscolo calcistico. Parole che oggi sembrano assurde, se si considera la qualità delle prestazioni dell’argentino. Ai microfoni di Sky, il vice-capitano nerazzurro parla volentieri di questa bella stagione, ma senza eccedere con l’entusiasmo: “In realtà, in quanto a presenze in campo, sono quasi nella media di tutti gli anni vissuti all’Inter. In genere, ho avuto tanti allenatori che hanno avuto fiducia in me, direi tutti. Quindi, non è una sorpresa essere considerato indispensabile, ma sicuramente un dato positivo che mi piace, perché vuol dire essere ancora importante”. A quello che tutti considerano l’allenatore in campo dell’Inter, è inevitabile chiedere quali siano le migliori qualità del vero mister nerazzurro: “Penso ci sia stato un grosso cambio di atteggiamento anche da parte della società, e uno non può essere fuori da tutto quello che accade in una società. I progetti si fanno con tutti, dal presidente in giù, fino all’ultimo dipendente. Il progetto è chiaro, a noi hanno dato un ruolo importante, così come l’abbiamo avuto anche in passato. Credo che quando ti affidano delle cose senti sicuramente una grande responsabilità e vuoi essere a livello di questa responsabilità. Il merito più grande di Stramaccioni è stato quello di aver capito l’ambiente e quando dico ambiente, non dico quello interno, perché all’interno, veramente, l’Inter è facile, tutto diverso da quello che si dice fuori. All’interno, l’Inter è una società facile, il problema è convivere con l’esterno e, quindi, credo che lui questo l’ha quasi capito già con le vittorie con la Primavera e con le prime partite che ha fatto nella stagione scorsa con noi. Soprattutto dal ritiro in qua, penso abbia fatto un master per capire cosa è l’Inter e, quindi, lo ha assimilato molto bene”.
Si passa infine alla stretta attualità: Bergamo è già stata metabolizzata (“Le sconfitte fanno male, ma ènormale che potesse accadere. Si vede un’identità di squadra, si vede che è una squadra che ha dei punti fermi riguardo alle cose che vuole”), e ora è pure vicino il rientro di Wesley Sneijder: “Stiamo parlando di uno dei migliori giocatori che ci sono nel mondo direi. Cosa può dare, lo ha dimostrato nel passato. Ha una visione di gioco importantissima, sa finalizzare. La cosa importante è che stia bene fisicamente”. Cosa si aspetta Cambiasso da questa stagione? L’Inter potrà davvero lottare per il titolo? “Siamo tutti d’accordo che la Juve sta avendo un passo fuori dal normale, ma per quello che abbiamo fatto fino ad oggi, in un campionato più equilibrato, rispetto agli anni passati saremmo in testa, o giù di lì. Questo fa capire che la squadra per lottare c’è”.