Succede di tutto a San Siro, dove va in scena uno spettacolo emozionante, che le statistiche potrebbero solo sterilizzare. Proviamo nell’arduo compito di rendere emozionanti anche i numeri: di per sé, il compito è facilitato dal fatto che sono già di loro eccezionali, visto che abbiamo assistito a 9 gol, 4 rigori, 2 espulsioni, e moltissimo altro. La bugia delle percentuali è nascosta già nel dato del possesso palla: il 53% a 47% per l’Inter lascerebbe pensare ad una partita perfettamente equilibrata. In realtà non è così, visto che il primo tempo ha visto il dominio assoluto dei nerazzurri, condito da bel gioco e tre gol; il secondo invece ha regalato un Genoa più agguerrito, ma che comunque, per quello che ha fatto, non meritava di segnare così tanti gol. L’Inter è nuova, molto diversa da quella della precedente gestione, nonostante sia passata una sola settimana: gestisce bene il possesso, ripartendo veloce sulle fasce per poi sfondare spesso e volentieri anche centralmente: non a caso l’attacco alla porta vede tredici punti percentuali in più per i nerazzurri. Ma, anche se dal risultato non sembrerebbe, ciò che davvero sembra essere cambiato è la solidità difensiva, dato che la retroguardia di Strama sembra essere in palla e concentrata: i 3 gol su rigore sono frutto di episodi casuali, non attribuibili ad una fase difensiva di squadra, tant’è vero che lo stesso identico risultato che si ha per l’attacco alla porta, lo si ha per la protezione alla propria area. E’ nuova anche un’altra, fondamentale, caratteristica: la cattiveria, la grinta sottoposta, la decisione e la convinzione all’atto finale, il più importante, senza il quale i punti non si portano a casa: non a caso, la pericolosità nerazzurra è del 94,3%: ciao e grazie, non sono mica bruscolini, soprattutto se tiri ben 20 volte. Il Genoa infine esce dalle statistiche un po’ confuso: ben 10 angoli, ben 4 gol, ma solo 43% di attacco alla porta avversaria, un passaggio sbagliato su due, e il 78% di pericolosità: insomma, gara atipica, molto, troppo: affidarsi all’umore della dea bendata non può essere la strategia giusta. Infine, un cenno ai recordman: tutti nerazzurri, ovviamente, quasi tutti atipici. Perché se tra le palle recuperate spiccano le 25 di un non sorprendente Samuel, stupisce notare che quello che ha effettuato più passaggi (25) e Chivu, e quello che ha tirato di più (6) è Zarate: due giocatori che con Ranieri avevano avuto moltissime difficoltà, e che oggi sono stati tra i migliori. Miracoli di Stramaccioni, miracoli di una pazza Inter.
Apre le danze Milito al 13′: ottima azione corale con Zarate che beneficia di un colpo di tacco di Cambiasso al limite dell’area, apre sulla sinistra per Forlan che pennella sulla testa di Milito per l’uno a zero dell’Inter. Al 27′ raddoppia l’Inter ancora con Milito: lancio dalla difesa di Stankovic, la difesa genoana sbaglia il fuorigioco, il Principe lanciato da solo a rete davanti a Frey non sbaglia e sigla la sua doppietta personale. L’Inter al 38′ va sul tre a zero: calcio d’angolo, la difesa genoana ribatte e Zarate al limite prova a calciare. La palla come una trottola impazzita, finisce sui piedi di Lucio che la mette al centro per Samuel che da solo la appoggia in rete. Il Genoa accorcia le distanze nell’ultimo minuto di recupero del primo tempo: sugli sviluppi di un corner l’Inter non allontana, Sculli prova la rovesciata che viene deviata da Moretti in modo fortunoso che beffa così Julio Cesar. Alla fine del primo tempo siamo sul tre a uno per i nerazzurri. Il Genoa al 59′ accorcia ancora le distanze e inizia a fare paura: Zanetti commette fallo di mano in area e Valeri assegna il calcio di rigore. Palacio dal dischetto firma il secondo gol rossoblù spiazzando Julio Cesar. Ci pensa Zarate a smorzare gli intenti di rimonta genoani: con un assolo da fuoriclasse al 74′ salta un avversario e dal vertice sinistro dell’area fa partire un destro a giro che toglie le ragnatele sul palo di Frey. Era ora che con il suo grande talento trovasse il primo gol in campionato con la maglia nerazzurra: si va sul quattro a 2 per l’inter. Il Genoa però non molla: Palacio lanciato a rete viene travolto da Julio Cesar in area: rigore ed espulsione per il portiere nerazzurro. Gilardino dal dischetto non sbaglia e costringe Castellazzi, appena entrato, a raccogliere la palla in fondo al sacco. Siamo quattro a tre, minuto 80, e non è ancora finita. Ma all’85’ Milito decide di portarsi a casa il pallone nella partita contro la sua ex squadra: colpa di Belluschi che stende in area Guarin e si prende un cartellino rosso diretto. Il principe batte Frey per la quinta volta e non esulta per la terza volta. Ultimo gol dopo una partita infinita: ancora su rigore! Lucio decide che i tifosi non hanno ancora sofferto abbastanza e sgambetta in area Sculli: Gilardino si ripropone dal dischetto e di nuovo batte Castellazzi. Arriva così al 90′ l’ultimo gol di una partita che ci ha restituito la Pazza Inter.
Ecco quello che il neoallenatore Stramaccioni dice ai microfoni di “Sky Sport” a fine gara:“Una giornata da mettere nell’album dei ricordi? Beh, credo la cosa principale sia che l’Inter abbia vinto. La cosa più importante è stata quella di vedere in campo un’Inter propositiva, con un andamento lineare e dove la qualità ha portato ad esprimere il nostro gioco. Il primo tempo mi è piaciuto, peccato poi per l’episodio del gol all’ultimo minuto del Genoa che ha dato speranze a loro per recuperare la partita”. “Non esiste la possibilità di condurre una squadra di serie A senza l’assillo del risultato. La mia voglia – spiega – è quella di ragionare gara per gara, senza stilare tabelle e senza fare programmi: i tifosi interisti quest’anno ne hanno sentiti sin troppi. Abbiamo pensato solo a Inter-Genoa, interpretandola come se fosse l’ultima partita”.