A Udine finisce 3 a 1 per l’Inter il primo di una lunga serie di scontri diretti che coinvolgeranno le numerose squadre invischiate nella lotta per la Champions. La differenza l’ha fatta la concretezza dei nerazzurri, abili a cogliere lo occasioni capitategli, visto che non hanno dominato la gara, perfettamente equilibrata visto il 50 a 50 nella percentuale del possesso palla. Anzi, a dire il vero l’Udinese ha tirato molto di più: in totale 18 volte contro le 12 degli avversari, e nella porta 6 a fronte di 5 degli ospiti. La percentuale della abilità realizzativa è presto fatta. L’assoluta parità si vede anche nelle palle giocate, 600 per i bianconeri e 618 per i nerazzurri, sfruttate da entrambe le squadre per circa il 63%. Il match ha visto l’Udinese attaccare a più riprese con folate, e non costantemente: ciò ha prodotto, rispetto ai nerazzurri che si sono limitati a gestire la gara dopo il doppio vantaggio, una supremazia territoriale di 13 minuti (3 in più di quella interista), un attacco alla porta del 48% (41 per i nerazzurri), a fronte comunque di una maggiore protezione d’area (58% a 51%). Ma, come detto, la differenza l’ha fatta la concretezza, visibile dal dato della pericolosità: non a caso, 61.3% a 60.7% per i ragazzi di Stramaccioni. Infine, il computo dei falli recita 12 commessi dall’Inter, 9 dall’Udinese; 5 angoli a 4 per gli uomini di Guidolin.
– Il vantaggio dell’Udinese arriva al 5’ minuto. Di Natale, con una rabone spettacolare, innesca Asamoah, che giunto al limite dell’area si arresta e appoggia all’accorrente Danilo, il quale prende la mira e scarica un gran tiro che, dopo aver scheggiato il palo, si insacca alle spalle di Julio Cesar, che può solo stare a guardare. Quattro minuti dopo c’è già il pareggio nerazzurro: palla in avanti per Milito che, dopo aver fatto il solito lavoro di protezione, non avendo sbocchi in avanti torna da Snejider. L’olandese, al limite dell’area, pensa per un attimo al tiro, e l’attimo dopo il pensiero è realtà: sinistro non irresistibile che però incontra la papera di un distratto Handanovic, che regala il pareggio insperato agli ospiti. I quali ribaltano il tutto al 27’ con un pregevole gol. Maicon dalla trequarti scucchiaia in mezzo dove Milito anticipa i due centrali. Questi, bloccati dal fisico dell’argentino, non solo non riescono a intervenire sul pallone, ma si dimenticano anche di Snejider al centro dell’area il quale, puntualmente servito dal Principe, è libero di ricevere e beffare l’accorrente Handanovic con un delizioso tocco sotto che si infila sotto il sette. Il tre a uno finale è frutto di una magia di Alvarez. Al 37’ l’argentino, lanciato a campo aperto da un pregevole lancio di Guarin, punta e fa fuori Danilo con una finta delle sue, e rientrando sul destro, che tra l’altro non è il suo piede, prende in controtempo Handanovic con un diagonale che bacia il palo prima di insaccarsi.
Non si tira indietro Cambiasso, che riconosce i progressi fatti ultimamente, ma è consapevole del fatto che il destino dell’Inter non è, ad oggi, nelle mani dell’Inter: “Non so se questa è la vittoria della svolta. Dobbiamo ancora pedalare tanto per raggiungere il terzo posto. Siamo convinti di essere sulla strada giusta e abbiamo creduto in noi stessi e nel nostro modo di giocare e i risultati sono arrivati. Abbiamo vissuto momenti belli e momento difficili e questo gruppo ha dimostrato di saper sempre reagire. Siamo un gruppo solido che può ancora dare molto. Se fossimo davanti saremmo favoriti, ma così dipende anche dagli altri e non solo da noi. Abbiamo qualche chance e lotteremo fino alla fine”. Stramaccioni, tecnico dei nerazzurri, elogia i suoi, difendendoli da critiche troppo frettolose, secondo lui. “I ragazzi stanno lavorando benissimo, la prova di oggi è una grande risposta. Sneijder, Stankovic e Cambiasso, giusto per citare chi era finito nel mirino, prima di giudicarli qualcuno dovrebbe contare fino a cento. Sneijder? La sua interpretazione ha creato problemi all’Udinese. In cinque partite abbiamo fatti undici punti, l’Inter c’è. Ma pensiamo alla prossima partita e ci giochiamo una fetta di Champions”. Lucida ed intelligente l’analisi di Guidolin, tecnico dei friulani, che riconosce i demeriti della sua formazione ed imputa al bizzarro inizio la colpa di una partita anomala: “Abbiamo perso la partita una volta subito il pareggio. Abbiamo cercato subito di rimontare perdendo equilibrio e lasciando troppi spazi all’Inter che ci ha punito. Dovevamo stare più attenti dopo il pari e non esporci ai colpi dei nerazzurri. Nella ripresa abbiamo giocato solo noi con l’Inter che ha agito solo in contropiede, ma non siamo riusciti a pareggiare. Se potessi toglierei il secondi venti minuti del primo tempo, quando abbiamo mancato completamente in attenzione. L’Inter è una grande squadra e se gli lascia qualcosa se la va a prendere”. Inevitabile un cenno alla corsa-Champions, che coinvolge ancora in pieno la sua squadra: “Ora sono concentrato sul finale di stagione perché non capita sempre che l’Udinese possa centrare per due anni di fila la Champions League. – conclude il tecnico rispondendo alle domande sulla possibilità di allenare un grande club o la Nazionale nel futuro – Non credo che possa succedere, ma se succedesse ringrazierei e declinerei pensando alla mia Udinese e alla mia salute. Ci penserei, valuterei tutte le ipotesi, ma darei la mia priorità a questa società”.
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