Finisce 3 a 1 per il Parma una partita che, per dirla con un elegante eufemismo, lascia tutti a bocca aperta. Un Parma in svantaggio, senza nulla da chiedere ormai a questo campionato, con una carica e una foga agonistica impressionanti ribalta la gara e porta a casa tre punti tanto inutili quanto goduriosi. La statistica del possesso palla è ingiusta: essa infatti assegna un 50 e 50 percentuale che, con fare democristiano, non vuol scontentare nessuno. In realtà non rende merito ad un eccezionale Parma, che domina dall’inizio alla fine concedendo una sola occasione all’Inter, peraltro tramutata in gol, quello dell’iniziale e illusorio vantaggio. Ma, quasi dovesse lottare per la salvezza, la squadra di Donadoni si rimbocca le maniche e, macinando gioco, ne fa tre ribaltando tutto. Troviamo conferma nei numeri della supremazia territoriale, favorevole ai gialloblu che la spuntano sui nerazzurri per 12’08’’ a 11’24’’, ma ancor di più nella percentuale dell’attacco alla porta, che vede dominare il Parma per 53% a 44%. Incredibile, dovrebbe essere l’inverso, in teoria. In realtà è così, anzi è molto peggio: le pupille si dilatano e le palpebre sbattono freneticamente se si da un’occhiata alla pericolosità: 73% Parma, 51% Inter. Da mettersi le mani nei capelli. Poi, che sia per la gioia o per il dolore, lo decidono i colori della sciarpa che si indossa. E a seconda di quelli, viene anche voglia di lodare o condannare un giocatore: se si è avvolti da un panno gialloblu, le lodi vanno certamente a Valdes, autore di ben 50 passaggi, dal primo all’ultimo calibrati al millimetro, e Giovinco, che per ben 5 volte tira in porta, segnando un gol e facendo anche un assist; se invece si è avvolti in un manto nerazzurro, gli epiteti poco belli vanno a Biabiany e Johnatan, ex fino a ieri derisi, e stasera rimpianti. Ah, e i giocatori dell’Inter? Beh, si può anche immaginare senza fare nomi, ma 3 minuti di questo genere, che mandano in fumo speranze e motivazioni, soprattutto in vista del derby, meritano silenzio per non rischiare una censura tanto antidemocratica quanto giustificata dalla natura delle parole che vien voglia di pronunciare.
Il gol del vantaggio nerazzurro arriva al 13’ del primo tempo. L’Inter, dopo aver incassato qualche attacco del Parma, trova i gialloblu sbilanciati, e li colpisce dritti allo stomaco: la ripartenza fulminea catapulta i giocatori nell’area avversaria, dove Stankovic, notato Milito al centro dell’area, cerca di servire il compagno. La palla però è troppo lunga, ma provvidenzialmente sbuca sul secondo palo Snejider, che con rabbia e precisione insacca un pregevole gol a porta libera, ma da posizione che defilata è dir poco. Il pareggio incredibile del Parma arriva al 53’: Lucio, in una delle sue solite arroganti uscite palla al piede, punta Giovinco. Peccato che la Formica Atomica gli soffi il apllone, e soprattutto peccato che Lucio fosse l’ultimo uomo. Giovinco allora, lanciato a rete, si fionda in area ma, rientrando Samuel, non tira, preferendo servire in mezzo all’area, con un tunnel all’argentino, l’accorrente Marques, che realizza il più facile dei tap in. Il raddoppio del Parma arriva due minuti dopo: Galloppa lancia Giovinco che aggira da dietro la retroguardia nerazzurra, tantyo alta quanto sbadata, e lasciato solo s’invola verso Julio Cesar. Lui, che una volta veniva chiamato l’Acchiappasogni, si trova catapultato in un incubo, che diventa realtà quando Giovinco scocca il tiro, che va a insaccarsi sotto la traversa per il 2 a 1. Il 3-1 arriva poco dopo l’80’: un lancio lungo regala a Biabiany l’opportunità di farsi una bella sgroppata. Si trova così nella metà campo nerazzurra, per l’occasione lasciata libera, con la palla che si trova esattamente a metà tra il francese e il portiere dell’Inter, separati da una quarantina di metri. L’esito è ovvio, il parmense arriva prima sulla palla e salta con un tocco sotto l’estremo difensore, quindi si accentra e, dopo aver eluso un difensore con una finta, deposita in rete il pallone che vendica lui, e condanna la società che lo ha trattato in modo abbastanza scortese (ma, personale parere, legittimamente).
Per il Parma parla il protagonista in primis, Seba Giovinco, che elogia i suoi e mostra grande umiltà per le voci che lo riguardano: “Abbiamo fatto la partita anche nel primo tempo, ci è mancata solo un po’ di cattiveria davanti, nel secondo tempo ci abbiamo messo quella. Il mio exploit? Nasce solo dal fatto di poter giocare con contiinuità, prima non ce l’avevo, ora si. Il mio futuro? Bisogna vedere come si sviluppa il mercato, non saprei dire ora. Europei? Ci penso, vediamo”.
Stramaccioni difende i suoi, fa quadrato intorno al singolo, criticando invece l’atteggiamento generale visto in quei tre, maledetti minuti: “Più che di errori dei singoli parlerei di tre minuti che oggi ci sono costati cari. Non sono però tre minuti che rovinano quello che stiamo facendo di buono. Siamo stati sfortunati, c’è tanta voglia perché avevamo fatto un primo tempo molto buono, non voglio sentir parlare di errori dei singoli, ha sbagliato tutta la squadra. Complimenti al Parma”. Il riscatto però arriva subito, ed è di classe perché si chiama derby: “Da domenica vogliamo ricominciare a vincere. Champions? Vinciamole tutte e poi facciamo i conti. Il derby? Si prepara sulle ali di una gran voglia di riscatto, della rabbia che ho visto negli occhi dei ragazzi. Ci siamo complicati la vita da soli, abbiamo voglia di riscattarci. Domenica c’è la partita giusta, però non sono tre minuti a rovinare una prestazione positiva.”