Juventus batte Chelsea 3-0, ma sarebbe d’uopo un altro verbo per spiegare la superiorità dei bianconeri sul Chelsea in ogni come e dove del campo. I gol sono stati segnati da Fabio Quagliarella Arturo Vidal (con deviazione di Ramires) e Sebastian Giovinco. Con questa vittoria la Juventus scavalca proprio i Blues al secondo posto del girone E della Champions League 2012-2013, portandosi a 9 punti dietro lo Shakhtar Donetsk che ha depredato in Danimanrca (5-2 sul Nordsjaelland). La Juventus avvicina gli ottavi di finale e soprattutto è ora padrona, o perlomeno comproprietaria, del suo destino: nell’ultima giornata il pareggio sarà sufficiente per staccare il ticket. Il Chelsea: resta dietro, a 7 punti, e deve sperare che lo Shakhtar faccia il suo dovere sino in fondo. La prossima ed ultima giornata prevede Chelsea-Nordsjaelland e Shakhtar Donetsk-Juventus.
Grande gara soprattutto per merito della Juventus, che sin dal primo mingo ha imposto un ritmo sostenuto intervallato da pause sempre narrative, mai pubblicitarie, per cos’ dire. In campo è quasi sempre successo qualcosa, che fosse un azione tambureggiante o un fraseggio distensivo il gioco non è mai stato noioso. Tre gol e diverse occasioni impregnano il film della partita, che ha visto una squadra attaccare ad ampio raggio ed un’altra aspettare e ripartire: per una volta, fa piacere sapere che quest’ultima non era italiana.
Partita pressoché perfetta, e deve averlo pensato anche la sorte che ha posto gli stinchi di Quagliarella (volontario, per carità) e Ramires su due tiri destinati ai guantoni di Cech. Ma fortunata è l’aggettivo che meno si addice alla Juventus di questa sera, che non si è limitata a promettere la partita della vita ma l’ha giocata. Difesa inappuntabile, in tutti i suoi guardiani; centrocampo spaventosamente pimpante e dinamico, con gli esterni a spingere moltissimo e i centrali ad alternarsi nel saliscendi di sostegno all’attacco e copertura. Anche l’attacco, storico tendine d’Achille, ha recuperato se non altro l’astuzia necessaria ad un gol sporco, come quello di Quagliarella, e ad uno scaltro come l’ultimo di Giovinco. Vittoria strameritata.
Surclassato in ogni zona del campo, il Chelsea ha pagato l’atteggiamento iniziale, troppo prudente. Di Matteo ha rischiato (fuori Torres), non senza cognizione di causa perché la Juventus può far fatica a sbloccare, ma sin dall’avvio la sua scelta ha perso. Pur con un paio di ghiotte occasioni all’attivo, il Chelsea ha pagato l’assenza di zavorra in attacco: il frullare dei fantasisti non ha trovato sbocco, finendo inghiottito nella botte di ferro del centrocampo juventino. In inferiorità a metacampo e difficoltà sulle fasce, i Blues hanno concesso il primo tempo alla Signora, e la reazione della ripresa non è bastata a scalfire la difesa bianconera, decisa e inesorabile come nei migliori villaggi navajos di Tex Willer.
Ammonizioni opportune e da regolamento. L’unico dubbio per strada resta un Vucinic-Cahill ad inizio ripresa: il difensore trattiene l’attaccante che che però, pur ostacolato in fase di dribbling, accentua la caduta. Se il fischio non sarebbe stato uno scandalo non lo è nemmeno il contrario: assolto anche perchè, per fortuna, l’episodio non pesa sulla partita.
Sicurezza, non c’è altra parola. Impercettibile ma decisivo su Hazard in avvio, tre metri sopra il cielo nelle uscite.
Hazard torna spesso indietro e la sua marcatura non è fissa: zampino sempre elegante.
Inizialmente teso come un manganello si scioglie assieme alla squadra: interventi precisi in anticipo e un salvataggio in spaccata su Oscar.
Fred Flinstone con la clava: ferma chiunque e quando parte con la palla fa “Yabba-Dabba-Doo!”. Faraglione mobile, utile anche in fase di spinta.
Lascia qualche spazio dietro di sè, ma davanti è un trattore: coglie il palo in avvio, tiene basso Cole e si mantiene attivo sino ai crampi dal 23’st CACERES 6,5 Entra lui e non cambia niente: spinge anzi di più, sfruttando la freschezza, e centra due-tre potenziali assist
La sua prestazione specchia quella della squadra: universale. A tutto campo, in costante proiezione offensiva, amplifica la manovra, lancia Giovinco al 3-0. E’ lui il deejay dell’EuroJuve.
Diversi errori inconsueti in fase d’appoggio, ma nei momenti decisivi c’è anche il suo nome. Non a caso è una sua iniziativa a sbloccarla.
Lascia la consolle a Vidal e si produce in un utile lavoro di copertura, spesso oscuro perchè stasera i riflettori puntano avanti, dalla trequarti in su. Prova intelligente. Peccato per il giallo, gli costa l’Ucraina.
Azzanna ripetutamente Azpilicueta, che ben presto si scosta spaventato. Tiene sempre occupato Ivanovic, trova spesso il fondo e piazza l’assist per Vidal.
Sciagurato nelle conclusioni, spreca un paio di palle gol da lancio della ciabatta (la sua, magari). Però se chiede il cambio per sfinimento un motivo ci sarà, ed è tattico: rinculo continuo per favorire Vidal e Pirlo (Marchisio sta più basso) dal 37’st GIOVINCO 7 Entra, tira, segna e chiude i conti: cosa volere di più?
Quel che gli ha tolto Marchetti lo restituisce la Champions, dea orecchiuta che sente dove sei. La zampata decisiva e tanto movimento bonificano gli errori al tiro, e aut per tu con Cech dal 44’st POGBA s.v.
All.ALESSIO 7,5 Conte o non Conte, sarà anche merito suo se la Juventus non molla un centimetro, nemmeno a vantaggio acquisito. La ricorderà a lungo come quella volta che schiaffeggiò i campioni d’Europa.
CECH 6,5 (il migliore) Resuscita lo spettro di Marchetti in un primo tempo d’interventi puntuali e fortunati (palo, salvataggio sulla linea). Le deviazioni lo beffano, poi esce a caso su Giovinco ma a quel punto…
Cerca di aiutare (in avanti Azpilicueta, di lato i centrali) ma finisce per aprire nuovi spazi ad Asamoah, che si mangia quella fascia. Volenteroso ma spesso fuori posizione.
Ne ha da imparare alla bottega di John Terry: raramente trasmette sicurezza, spesso soggiogato da Vucinic che per sua fortuna non vede la porta.
E’ lui il perno arretrato: cerca di non buttarla via, finisce anche per regalarla ma in generale sembra quello con le idee più chiare là dietro.
Quantomeno tiene la posizione ma fatica enormemente a contenere Lichtsteiner, che lo sorpassa più volte soprattutto in avvio.
Un casellante senza le sbarre di passaggio, si trova circondato da pugnali volanti bianconeri che affondano il centrocampo Blues come Nutella. Però corre sino alla fine, come al solito, e si distingue in diversi ripiegamenti positivi.
Sichè resta in campo non demerita: smista tanti palloni correttamente e bene o male regge il confronto con Pirlo, pur perdendolo nell’azione che porta al vantaggio dal 26’st F.TORRES 5,5 Ben ingabbiato non ha modo di incidere. Doveva giocare dall’inizio?
La mossa a sorpresa di Di Matteo si ritorce contro: non ha il passo per tenere Asamoah, cui lascia troppo campo, nè riesce ad aiutare in avanti. Bocciatura non certo definitiva, ma netta dal 15’st MOSES 6 Un paio di accelerazioni che sbiadiscono persino Chiellini, purtroppo per il Chelsea senza esito.
Timbra tutti i maggiori pericoli: cucina per Hazard in avvio, alza un destro self made, sbatte sulla scivolata di Bonucci. Nella ripresa finisce da mediano.
Distribuisce alcuni passaggi interessanti, ma resta nomade nel senso che non trova mai la collocazione giusta per colpire a getto continuo.
Esperimento finto nove: fallito. Arretra spesso per interscambi ma spalle alla porta è tarpato, si allarga ma trova Chiellini, giustiziere implacabile.
All.DI MATTEO 5 Sceglie il non-attacco e gli va male, schiera una squadra troppo prudente e schiacciata dalla voglia juventina.
Il tabellino
Marcatori: 38’pt Quagliarella, 16’st Vidal, 46’st Giovinco
Juventus (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (23’st Caceres), Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic (37’st Giovinco), Quagliarella (44’st Pogba) (Storari, Pepe, Giaccherini, Matri). All.Alessio.
Chelsea (4-2-3-1): Cech; Ivanovic, G.Cahill, D.Luiz, A.Cole; Ramires, O.Mikel (26’st F-TOrres); Azpilicueta (15’st Moses), Oscar, Mata; Hazard (Turnbull, Bertrand, Romeu, Marin, Piazon). All.Di Matteo.
Arbitro: Cakir (Turchia)
Ammoniti: Bonucci (J), Ramires (C), Marchisio (J) per gioco scorretto, Giovinco (J) per comportamento non regolamentare.
(Carlo Necchi)
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