Bastano i numeri a raccontare il dominio della Juventus? Forse sì: 66% di possesso palla, 13 tiri di cui 8 nello specchio (1 in porta per la Fiorentina), 84% di passaggi riusciti, 16 minuti a 7 di supremazia territoriale, quasi il 96% di pericolosità: i bianconeri hanno dominato, soprattutto nella ripresa, favoriti dall’espulsione di Cerci dopo 20 minuti di gioco. Impressionano i dati dei passaggi completati: Pirlo e Marchisio sforano quota 100, rispettivamente a 118 e 104; i viola non figurano nei primi quattro. Lazzari si salva con l’unica conclusione nello specchio da parte dei padroni di casa, Montolivo e Nastasic recuperano 15 palloni a testa ma non serve ad arginare la furia di una Juventus che sembra tornata quella di inizio stagione: furiosa e cinica.
La Juventus sblocca la gara al 15′. Merito di Vucinic, al 15′ gol stagionale, che prima combina nello stretto con i compagni e poi al limite dell’area cerca la porta con il destro; il tiro è forse sfiorato da un difensore e termina la sua corsa nell’angolo destro della porta di Boruc. Al 28′, con i viola già in dieci uomini, i bianconeri raddoppiano. Angolo che Pirlo batte sul primo palo per Vucinic. Il montenegrino controlla, cerca di girarsi, viene contenuto ma tiene palla e poi scarica in mezzo all’area: Vidal in corsa prova il tiro di prima intenzione, Boruc respinge ma lascia lì il pallone che torna sui piedi del cileno: piatto a mettere la palla dall’altra parte, 0-2 e terzo gol in campionato per il cileno, che poi mima una finta rissa con Bonucci, chiaro riferimento ai pettegolezzi circolati lunedi. Il 3-0 arriva al decimo minuto della ripresa e taglia le gambe alla Fiorentina. Lo segna Marchisio, che torna al gol trovando il suo settimo centro stagionale (eguagliato il record di Tardelli per il maggior gol di un centrocampista con la maglia bianconera). Ancora una volta è Vucinic l’artefice: Pirlo lo innesca sul filo del fuorigioco, il numero 14 della Juventus da sinistra mette al centro, Marchisio si inserisce come non faceva da tempo e non sbaglia l’incornata volante. Sullo 0-3 si aprono praterie, uno come Pirlo ci va a nozze, ma stavolta i ruoli rispetto al gol di Bologna si invertono: uno straripante Vucinic mette rasoterra tra i due centrali, l’ex regista del Milan si infila e sull’uscita di Boruc piazza un sinistro morbido che trova l’angolo opposto. Ma non è finita: la Juve è in credito per tutti i gol divorati per colpa propria o della sfortuna, e vuole riprendersi tutto. Al 72′ Pirlo cerca l’imbucata in area, il pallone è deviato e schizza verso la porta, dove c’è Padoin che comodo comodo infila in porta per il più facile dei gol, per lui una grande soddisfazione visto che si tratta del primo realizzato con la maglia della Juventus.
Delio Rossi non parla: il team manager Vincenzo Guerini ha spiegato, ai microfoni di Sky Sport, che la situazione è delicata: “Capisco che la piazza voglia commenti e dichiarazioni che spiegano quanto accaduto”, così si è espresso, “ma io devo fare il mio lavoro, e in questo momento la precedenza deve andare alla squadra e al cercare di risolvere questa situazione molto delicata. Certo, capisco la delusione anche perchè si tratta della rivale storica della Fiorentina quella contro cui abbiamo perso così; Rossi è deluso, ovviamente, ma è un allenatore importante, il curriculum parla per lui, è scoraggiato ma di certo non pensa a lasciare. Su Cerci dico che abbiamo dei regolamenti interni, pagherà come avrebbe pagato qualunque altro giocatore. Adesso dobbiamo solo lavorare duro e pensare a salvare la categoria”. Antonio Conte, anche lui a Sky Sport, si è detto contento per la vittoria, anche se “sembrava che anche oggi non dovessimo segnare, guardate il palo, poi è andato tutto bene. Ci tenevamo, perchè venivamo da prestazioni non certo brillanti e anche un po’ sfortunate; vincere era importante. Il Milan? Noi guardiamo a noi stessi, sognare non ci costa nulla, ci proveremo fino in fondo. Vucinic? Abbiamo un’organizzazione che permette di esaltare il singolo. Mirko è fondamentale, non si può mettere in discussione. Sono io l’allenatore, vedo lavorare i ragazzi, poi decido di volta in volta chi mandare in campo”. Chiusura con una nota di orgoglio: “Abbiamo eguagliato la Juventus di Capello, quella del 2004/2005 (28 giornate di imbattibilità, ndr): andate a vedere la formazione che aveva lui e confrontatela con la mia: questo vi fa capire il grande lavoro che stiamo facendo”.