SCUDETTO – La Juventus è campione d’Italia. In virtù dello 0 a 2 contro il Cagliari allo stadio Nereo Rocco di Trieste, e del contemporaneo insuccesso del Milan, battuto dall’Inter per 4 a 2, i bianconeri si laureano campionissimi per la loro 28esima volta. E qui scatta la diatriba: ufficialmente sono 28 ma i supporters della Vecchia Signora ne “pretendono” 30, contando anche i due tricolori “estirpati” loro dalle sentenze di calciopoli. Un pensiero che va di moda anche fra la dirigenza di corso Galileo Ferraris, a cominciare dal presidente Andrea Agnelli arrivando fino all’amministratore delegato bianconero Beppe Marotta. L’ad della Vecchia Signora ha infatti voluto precisare che gli scudetti vinti dalla squadra sono trenta e che per l’anno prossimo verrà apposta la fatidica terza stella sulle divise. Al di la di tale diatriba un po’ fine a se stessa, bisogna rendere merito ad una squadra che ad agosto è partita senza alcun pronostico a proprio favore. Dopo due annate disastrose sotto la guida di Gigi Delneri nonché quella precedente suddivisa fra Zaccheroni e Ferrara, la Juventus aveva poche pretese per il 2011-2012. Anche la campagna acquisti estiva non è stata accolta col sorriso dai tifosi bianconeri che anzi, hanno ampiamente criticato la dirigenza per aver perso i famosi top player, su tutti, il noto Kun Aguero, spesso e volentieri annunciato a Torino. Ma con il passare delle giornate e le sconfitte che non arrivavano il popolo bianconero, ma soprattutto l’allenatore e i giocatori, hanno preso convinzione delle proprie forze. Il primo chiaro indizio si è avuto ad ottobre quando il Milan è volato allo Juventus Stadium di Torino ed è stato letteralmente surclassato dagli avversari. E’ vero, era una squadra, quella rossonera, ampiamente rimaneggiata per via di diverse infortuni (una sorta di leit motiv della stagione del Milan) ma la padronanza del campo dei bianconeri e la superiorità è stata evidente. La Signora ha preso convinzione delle proprie forze e con il passare delle settimane si è resa conto che il sogno era possibile. Ad inizio anno uno sbandamento con il Milan che ruba il posto alla Juventus ma che si condanna da solo, bruciando cinque punti di vantaggio in soli 270 minuti, pareggiando contro il Catania, perdendo in casa contro la Fiorentina, e ottenendo un punto col Bologna. Il resto, è storia di questi giorni, di queste ore…
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