Una formalità? Non a sentire Andrea Pirlo, che ricorda bene quella notte di istanbul di otto anni fa. Il Liverpool fece tre gol in sei minuti, pareggiò e vinse la Champions League ai rigori, facendo piangere il Milan che credeva di aver già in mano la settima coppa. Oggi il bresciano gioca nella Juventus, e non si fida nemmeno dopo che i bianconeri hanno vinto 3-0 in Scozia, rendendo questo ritorno degli ottavi contro il Celtic un semi-allenamento. O forse no, visto che in gara secca può comunque succedere di tutto, e anche Antonio Conte che è un perfezionista e vuole sempre la vittoria condita da ottima prestazione sarà sul chi vive. Del resto se la Juventus vuole tornare grande in Europa non può che pensare di vincere anche il ritorno, per dare un segnale a tutte le avversarie. Lennon ha dato la pratica per chiusa dopo l’andata, parlando di miracolo; sembra essere così, ma i novanta minuti di Torino sono comunque da giocare. Sotto la direzione dell’arbitro turco Aydinus i campioni d’Italia possono tornare ai quarti di Champions League dopo sette anni: era il 2006 quando lo squadrone di Fabio Capello (gli unici superstiti sono Buffon e Chiellini) fu eliminato dall’Arsenal senza riuscire a segnare nelle due partite. Stavolta è diverso: i bianconeri sono ad un passo dall’obiettivo.
All’inizio dell’anno i progetti della Juventus prevedevano la conferma in campionato e il superamento del girone di Champions League. Conte sta andando ancora una volta oltre le aspettative: sei punti di vantaggio in Serie A che proiettano la squadra verso il bis, ma soprattutto i quarti in Europa già quasi conquistati, anche grazie al sorteggio favorevole. Non va però dimenticato che la Juventus ha vinto il proprio girone da imbattuta, e che si affaccia a questo ritorno degli ottavi con la miglior difesa del torneo (insieme a Paris Saint Germain e Porto, quattro gol subiti), la miglior differenza reti (+11, primo il PSG con +12) e il quarto attacco dietro a Bayern Monaco, ancora la squadra di Ancelotti e il Borussia Dortmund. I campioni d’Italia, abituati a fare la partita in Italia come in Europa, hanno un possesso palla del 49%, che genera 3672 passaggi con una percentuale di positività del 72%; il gioco espresso porta a 126 conclusioni (equamente divise tra quelle che trovano lo specchio della porta e quelle che finiscono fuori) di cui 71 dentro l’area. I bianconeri sono anche secondi al Bayern Monaco per punizioni calciate: 55, il che aumenta di molto la pericolosità della squadra vista la presenza di specialisti come Pirlo (soprattutto) e Giovinco e la fisicità dei saltatori, anche se di fatto i bianconeri non hanno mai segnato su azione di calcio da fermo se non in due occasioni: contro lo Shakhar Donetks (ed era uno schema che ha liberato Bonucci al limite dell’area per il tiro in porta) e contro il Nordsjaelland, con il gol di Quagliarella. Conte sceglie giustamente di far riposare i titolari e soprattutto i diffidati, che sono Lichtsteiner, Pirlo e Vidal: domenica c’è il Catania e allora spazio al turnover, consentito dal punteggio di partenza. Si vedranno Marrone in mezzo alla difesa con Barzagli e Bonucci, Isla che dopo tanto tempo torna titolare a destra e Giaccherini come interno a sinistra, con Pogba dall’altra parte. Anche la coppia d’attacco sarà inedita: nè Vucinic nè Giovinco, in campo andranno Quagliarella e Matri con lo stabiese in particolare che deve ritrovare fiducia dopo un periodo di appannamento (a novembre sembrava inamovibile dopo una serie di gol pesanti, soprattutto in Champions League). Gioca invece Andrea Pirlo, perchè va bene la fiducia ma qualche uomo di esperienza che non si faccia prendere dal panico in caso le cose vadano male ci vuole. A sinistra Asamoah, che deve ritrovare la forma migliore dopo la Coppa d’Africa.
I tre diffidati vanno comunque in panchina, ma Conte spera di non doverli utilizzare. Anche Vucinic e Giovinco saranno della partita, anche perchè rappresentano le uniche due soluzioni per l’attacco. Completano la panchina il secondo portiere Storari e Chiellini, che ieri non si è allenato con la squadra ma dovrebbe essere comunque arruolabile almeno per andare a sedersi insieme al suo allenatore.
Non recuperano Caceres e Anelka, che hanno lavorato a parte anche ieri. Sempre indisponibile De Ceglie, la stagione di Pepe è finita in anticipo mentre Bendtner ha allungato i tempi di recupero ed è anche stato pizzicato ubriaco al volante: si è scusato via Twitter per il suo comportamento.
Delle squadre che si sono qualificate agli ottavi di Champions League il Celtic è una di quelle che segnano meno. Era entrata nella seconda fase con 9 gol all’attivo, con alle spalle soltanto Milan e Galatasaray (a quota 7); di queste reti quattro vengono segnate di testa e ben sette dentro l’area, a dimostrazione della pericolosità degli scozzesi sui calci piazzati. E’ una squadra poco abituata a creare gioco, che preferisce aspettare l’avversario e ripartire sfruttando le poche occasioni concesse: il possesso palla è del 40%, con 2688 passaggi al 58% di positività. Ovviamente si cercano le soluzioni aeree: i biancoverdi hanno tentato 31 cross, di questi però soltanto sei sono andati a buon fine. Naturalmente un possesso palla scarso genera poche conclusioni: quelle del Celtic sono appena 64 (la metà rispetto alla Juventus), di cui 39 vedono la porta e sono equamente divise tra area e fuori area. La solidità difensiva in questa stagione è stata una chimera: sono 11 i gol subiti in 7 partite, prima dell’andata contro la Juventus erano comunque 8, non pochi per una squadra che dopo il girone cullava ambizioni di quarti di finale. Lennon si affida alla formazione dell’andata, assenze a parte: dà ancora fiducia al nigeriano Ambrose in mezzo alla difesa, perchè nonostante la pessima prestazione del Celtic Park derivata dalla stanchezza per la Coppa d’Africa il giocatore è un elemento importante per la squadra. Stavolta l’ex centrocampista biancoverde sceglie di schierare il kenyota Wanyama (fratello di Mariga) come schermo a protezione della difesa e primo uomo a impostare il gioco; davanti a lui dunque linea di tre centrocampist formata da Ledley, Mulgrew e Forrest. Davanti torna a disposizione Samaras, assenza importante nella gara d’andata; il greco farà coppia con Gary Hooper, centravanti di stazza che è entrato anche nelle mire della Juventus.
Le due soluzioni più interessanti a disposizione di Lennon sono in attacco. Nicolas Fedor, meglio conosciuto come Miku, ha giocato un’ottima Copa America nell’estate del 2011 con la maglia del Venezuela; ha all’attivo due buone stagioni con il Getafe, da quest’anno è in prestito al Celtic dove ha trovato poco spazio ma resta un’ottima alternativa ai titolari. Poi Tony Watt, ormai famosissimo per aver segnato il gol del 2-0 contro il Barcellona. Ha 19 anni (compiuti lo scorso dicembre) e segna molto soprattutto con la maglia dell’Under 21 scozzese. Ma ci sono anche l’israeliano Kayal e l’irlandese Anhony Stokes.
Due assenze pesanti per il Celtic: è indisponibile il capitano e anima della squadra Scott Brown, e Lennon non può contare nemmeno sul difensore svedese Lustig. Attenzione alle diffide, anche se è probabile che andranno a influire sulla prossima stagione: non rischia ovviamente Brown non essendo in campo, a rischio squalifica anche Forrest.
Buffon; Barzagli, Marrone, Bonucci; Isla, Pogba, Pirlo, Giaccherini, Asamoah; Quagliarella, Matri. All. Conte
A disp: Storari, Chiellini, Lichtsteiner, Vidal, Marchisio, Vucinic, Giovinco
Squalificati: –
Indisponibili: M. Caceres, De Ceglie, Pepe, Bendtner, Anelka
Forster; Matthews, Wilson, Ambrose, Izaguirre; Wanyama; Ledley, Mulgrew, Forrest; Samaras, Hooper. All. Lennon
A disp: Zaluska, Rogne, Commons, Kayal, Miku, Stokes, Watt
Squalificati: –
Indisponibili: Lustig, S. Brown
Arbitro: Aydinus (Turchia)