Vittoria importante della Juventus che espugna Lione grazie ad un gol di Bonucci all’85’ minuto. Tra sette giorni il ritorno a Torino, giovedì 10 aprile. Match molto equilibrato. Una fiammata lo accende nella parte centrale del primo tempo, quando il Lione ha due occasioni clamorose a cui risponde Tevez. Nella ripresa stesso canovaccio, finchè a mezzora dalla fine, con l’attacco rivoltato da Conte, la Juve mette sotto i francesi con un assedio che frutta il gol partita in mischia.
bella prestazione, e la sconfitta sa di beffa, anche se non è una rapina. Parte un po’ molle, ma dopo dieci minuti si riprende e interpreta alla perfezione la partita dal punto di vista tattico. Risponde colpo su colpo, bloccando il temibile centrocampo avversario, ma la differenza tra un’ottima organizzazione e l’avere i campioni si fa sentire quando il fiato finisce ed emergono le lacune dei singoli: è lì che il Lione si gioca la partita e, probabilmente, la qualificazione. mezzo punto in più solo per la vittoria, perchè per il resto non schiaccia gli avversari come ci si sarebbe potuti aspettare. Vero, nel finale emerge la sua superiorità, ma per un’ora buona si fa bloccare da una squadra decisamente più debole, spuntandola alla fine grazie ad un qualunque gol da mischia. nessun episodio particolare, partita con agonismo ma corretta. Si limita a non invadere il gioco.
Contenere, senza rischiare, o attaccare, per cercare di chiudere subito la pratica: sono queste le alternative a disposizione di Conte e della Juve. In un periodo non particolarmente facile, evidenziato da qualche fatica di troppo in campionato, l’allenatore barese deve scegliere la tattica giusta per affrontare un Lione insidioso, ma apparentemente sotto il livello della sua squadra, tenendo contemporaneamente in considerazione il fatto che una ripercussione negativa sul campionato metterebbe a rischio il record a cui tanto tiene tutto l’ambiente, dato che al netto di clamorosi scenari il tricolore è in ghiaccio. Rémi Garde sorprende per qualche scelta, come quella di lasciare Gomis in panchina, dovendo già rinunciare a Gourcouff, e si presenta con Lopes in porta, Tolisso, Koné, il giovane Umtiti e Bedimo in difesa, Ferri e Gonalons in mediana, Malbranque, Mvuemba e il temibile Lacazette a supporto di Briand. Conte invece rispetta le aspettative, schierando una formazione con pochi rincalzi nella speranza di sfruttare la fragilità difensiva dei francesi e prepararsi ad un ritorno più agevole: Buffon tra i pali, Caceres, Bonucci e Chiellini dietro, Pogba, Pirlo e Marchisio al centro, Asamoah e Isla sulle fasce e Tevez-Osvaldo in avanti.In avvio è la Juve a spin gere, quasi a voler risolvere la pratica subito all’inizio. I bianconeri, in maglia gialla, applicano un pressing forsennato, e i francesi sono costretti a restare nella loro metà campo senza riuscire ad imbastire azioni offensive. Al 7′ minuto, a coronamento di questo avvio sprint, è Tevez ad avere la prima occasione da gol: lancio di Caceres per Osvaldo che, in area, fa la sponda per l’argentino, che prova ad incornare da posizione ravvicinata, mancando però lo specchio di pochissimo. L’occasione, però, sembra risvegliare i padroni di casa, che da questo momento alzano il baricentro e riescono a contrastare il centrocampo bianconero, soprattutto grazie all’ottima interpretazione tattica di Malbranque, che copre alla perfezione Pirlo costringendo alla squadra di Conte di affidarsi ai lanci di Bonucci. Oltre alla fase difensiva, poi, Malbranque interpreta alla perfezione anche quella offensiva, come al 27′ quando, sfruttando un errore di posizionamento della Juve, si inserisce centralmente ricevendo palla da destra, senza riuscire a sorprendere Buffon sul primo palo. Sul calcio d’angolo seguente, poi, l’occasione più clamorosa della prima frazione: sponda di Koné che trova Briand che, in area piccola, è impreciso col pallonetto, mettendo clamorosamente alto da un metro. La risposta della Juve è immediata: un minuto dopo Pirlo, per una volta libero di inventare, mette Tevez davanti al portiere con un lancio incredibile, ma Lopes non si fa beffare e, restando fermo, blocca l’attaccante della Juve. Dopo questo batti e ribatti, però, la gara torna bloccata, come una partita a scacchi: non succede più nulla fino all’intervallo, con i due allenatori costretti a inventarsi qualcosa per mettere sotto scacco matto il re avversario. grande ordine e sorprendente agonismo, non sbaglia nulla tatticamente e butta al vento due occasioni davvero ghiotte. Migliore Lione, Malbranque, 7: ottima partita, impeccabile in marcatura su Pirlo, efficace in fase offensiva, dove sfiora il gol per colpa dell’ottimo Buffon. Peggiore Lione, Lacazette, 5: come spesso succede, il più atteso stecca. Qualche accelerazione, ma sempre sotto le aspettative. Juventus, 6: non riesce a mettere sotto una squadra inferiore, forse sorpresa dalla sua organizzazione. Qualche sbavatura dietro, dopo una grande partenza accetta il ritmo avversario senza imporre il proprio, potenzialmente devastante. Migliore Juventus, Tevez, 6.5: tosto, agguerrito: le due occasioni sono sue, e non è un caso. È uno dei pochi che mette davvero in apprensione i difensori avversari. Peggiore Juventus, Osvaldo, 5.5: come spesso succede è molle, girovaga per l’attacco senza creare spazi nè tenere palla. (Giovanni Gazzoli)
Lione
Lopes, 6: bene su Tevez a metà primo tempo, incolpevole sul gol di Bonucci; nel complesso una buona partita.
Tolisso, 6: soprattutto nel primo tempo si fa apprezzare per qualche buona discesa sulla destra, sorprendendo Asamoah e Chiellini. nella ripresa, però, finisce la benzina troppo presto.
Koné, 5.5: qualche sbavatura di troppo, sente la pressione di un match di livello e appena la Juve alza la pressione offensiva, lui molla il colpo.
Umtiti, 6: il migliore dietro. È di un altro livello, e lo fa capire quando blocca il tiro a colpo sicuro di Osvaldo. Abbina anche un gran tiro, mettendo in apprensione Buffon con una grande punizione.
Bedimo, 5: spinge pochissimo, e male.
Ferri, 5.5: mette grinta in mezzo al campo, lottando su tutti i palloni. Ma nell’ultima mezzora scompare dal campo, e la sua squadra ne risente.
Gonalons, 5.5: sotto le aspettative, non illumina il gioco ma si limita al compitino che, stasera, non può bastare.
Malbranque, 6.5: grande partita nel primo tempo, quando è la chiave tattica della gara: la sua marcatura su Pirlo è decisiva, impedendo il gioco avversario. Sfiora anche il gol. Esce perchè stremato: il migliore dei suoi.
Lacazette, 5: che delusione. Doveva essere la rivelazione, e invece è il flop. Inesistente, pochissimi strappi, peraltro sterili.
Mvuemba, 5.5: bene in avvio, quando rompe e ricostruisce con efficacia, mettendo ordine e raziocinio a centrocampo. Anche lui però, come il resto della squadra, cala nella ripresa sotto le offensive avversarie.
Briand, 4.5: non solo non aiuta i suoi in attacco, ma anzi sembra mettere i bastoni tra le ruote. Sbaglia un gol fatto, oltre a diversi controlli e giocate semplici. Pessimo.
Gomis, Fekir, Djie, s.v.
All.: Rémi Garde, 5: l’organizzazione è ottima, come la preparazione della gara. Ma fa due errori clamorosi: Briand per Gomis in avvio, e cambi troppo in ritardo.
(Giovanni Gazzoli – twitter @giogazzoli)
Juventus
Buffon, 6.5: due belle parate, anche se quasi inutili, a dimostrare che comunque lui c’è.
Caceres, 6: in partenza soffre la coppia Lacazette-Bedimo, poi prende le misure e non rischia più nulla.
Bonucci, 7: nel primo tempo è il regista, e lo fa piuttosto bene, con lanci precisi e smarcanti. Poi, nella ripresa, fa anche il bomber, risolvendo una partita ostica. Serve altro?
Chiellini, 6: partita tranquilla, senza grande lavoro da sbrigare.
Isla, 6.5: spinge bene, con costanza, per tutta la partita.
Pogba, 6: sottotraccia nel primo tempo, quando gioca al di sotto delle sue potenzialità. Alza il rendimento nella ripresa, e con lui si alza tutta la squadra.
Pirlo, 5.5: partita bruttina, non tanto per colpa sua quanto per l’ottima maglia difensiva costruita attorno a lui. Un lancio illuminante per Tevez, poi null’altro.
Marchisio, 5.5: anche lui non benissimo, ma più per colpa sua che per merito altrui. va molto a sprazzi, e non incide granchè.
Asamoah, 6.5: in avvio è devastante, spina nel fianco di Tolisso. Per tutta la partita garantisce supporto, dribbling e giocate intelligenti.
Tevez, 6.5: il migliore dei suoi finchè è in campo, tre occasioni tutte e tre con l’argentino protagonista. Esce per il campionato, e la Juve decolla, ma le due cose non sono correlate.
Osvaldo, 5: a differenza di Tevez, per lui vale il collegamento tra la sua uscita e la vittoria della Juve: con lui in campo, la Juve è prevedibile, statica, senza tanta profondità offensiva; con Giovinco è un’altra musica.
Vucinic, 6.5: entra alla grande, venendo a prendere pallo e creando spazio per le incursioni altrui. Sbaglia un gol clamoroso, ma nel complesso cambia il passo alla Juve.
Giovinco, 7: il più decisivo, probabilmente. In mezzora combina il delirio, facendo ammattire la difesa avversaria e dando finalmente vivacità alla fase offensiva bianconera. Dribbling, passaggi, invenzioni: fa di tutto e di più. Spettacolare nell’assist a Vucinic.
Lichtsteiner, s.v.
All.: Conte, 6.5: la sua Juve si fa sorprendere dalla preparazione tattica degli avversari. ma il grande allenatore sa leggere le partite, e cambiarle in corsa: così, di fronte all’immobilismo di Garde, rischia rivoluzionando l’attacco, togliendo addirittura Tevez: la mossa paga, e i suoi vincono ipotecando la qualificazione.
(Giovanni Gazzoli – twitter @giogazzoli)