Il calciomercato del Milan è letteralmente esploso. A Parigi la società di via Turati sta ultimando le pratiche relative al trasferimento di Zlatan Ibrahimovic (lo svedese vuole più soldi rispetto a quelli offerti dai transalpini: Raiola sta trattando, possibile che l’affare si prolunghi nei prossimi giorni), mentre quello di Thiago Silva è stato ufficializzato con una nota oggettivamente scarna sul sito della società. Il Paris Saint-Germain, ancora una volta, è passato dalla serie A e ha fatto la spesa: dopo tanto corteggiamento gli amici del Milan, Carlo Ancelotti e Leonardo, sono riusciti nel tentativo di assicurarsi i due campioni rossoneri. I tifosi del Diavolo, ora infuriati, si interrogano su quale sarà il futuro della squadra di via Turati che mai nella sua storia recente aveva ceduto due top player insieme (Shevchenko nel 2006 e Kakà nel 2009 erano state partenze singole). In più, il popolo rossonero non può non sentirsi “tradito”: solo pochi giorni fa era stata data notizia dell’incedibilità di Thiago Silva, ieri il difensore brasiliano è partito alla stessa cifra che il PSG aveva messo sul piatto nel primo tentativo. La storia, comunque, insegna che il Milan ha sempre fatto bene quando ha ceduto le stelle della squadra. Due sono i precedenti più eclatanti, già citati. Nell’estate del 2006 Andry Shevchenko fu ceduto al Chelsea per la cifra esagerata di 46 milioni di Euro. Fu una cessione che per certi versi scosse l’ambiente meneghino in quanto si trattò della prima importante da quando il presidente Berlusconi ricopriva il ruolo di numero uno del club. Il Milan si liberò dell’ucraino per forte volere dello stesso, che cercava altri stimoli, e in cambio si assicurò giocatori di contorno come Ronaldo (giocatore in parabola discendente), Oddo, Ricardo Oliveira (ceduto per disperazione un anno dopo). Morale della favola, quel Milan, spinto da un Ricardo Kakà da Pallone d’Oro (lo vinse, in effetti) e da una coppia Seedorf-Inzaghi strepitosa, ottenne un po’ a sorpresa la Champions League nella finalissima contro il Liverpool partendo addirittura dai preliminari. Vero che quella vittoria fu poi bollata come causa principale della mancata rifondazione, ma intanto i rossoneri si erano messi un altro trofeo in bacheca. La seconda cessione eccellente risale alla stagione 2009-2010, ed è quella relativa a Ricardo Kakà. Il Diavolo girò il brasiliano agli amici del Real Madrid ottenendo in cambio 65 milioni di Euro, poi investiti nell’acquisto di Klaas-Jan Huntelaar (per 15 milioni di Euro) e la coppia Abate-Di Gennaro. Quel Milan chiuse la stagione al secondo posto senza mai riuscire davvero ad avvicinare l’Inter, ma intanto gettò le basi per la squadra dell’anno successivo, quella che vinse lo scudetto a sette anni dall’ultimo. Insomma, i precedenti fanno ben sperare, anche e soprattutto perchè i giocatori ceduti si sono poi rivelati semi-bidoni nelle nuove squadre:
Shevchenko non ha mai trovato spazio a Stamford Bridge, vivendo un’involuzione tecnica che lo ha poi riportato al Milan per sei mesi e quindi in patria, nella Dinamo Kiev che lo aveva lanciato, mentre Kakà ha dovuto aspettare un’intera stagione prima di dire la sua nel Real Madrid, e a tutt’oggi non è un titolare e non sembra rientrare nei piani di Mourinho, nonostante a parole lo Special One continui a fare affidamento su di lui. Galliani, molto probabilmente, nemmeno stavolta reinvestirà l’intero tesoretto in arrivo da Parigi: uno tra Tevez e Dzeko arriverà, ma in difesa la sensazione è che si voglia provare a puntare sulla coppia Mexès-Acerbi, senza acquisti di grido (nemmeno Dedè, considerato in patria come l’erede di Thiago Silva), pur se negli ultimi giorni sono circolati alcuni nomi interessanti: Astori, Rolando, Kyriakos Papadopoulos (clicca qui per approfondire). Se questo basterà a condurre una stagione da protagonisti lo scopriremo, ma i precedenti fanno ben sperare.