Tra chi piange maggiormente la morte di Marco Simoncelli, il campione di MotoGp scomparso tragicamente dopo che domenica, sul circuito di Sepang, è scivolato e due moto (quelle di Edwards e Valentino) gli sono sfrecciate addosso a 300 chilometri all’ora, c’è la sua fidanzata. Si tratta di Kate Fretti. Lei ha 22 anni e, assieme a Marco, ci stava da 5. Originaria di Bagnatica, in provincia di Bergamo, nelle ultime due stagioni era sempre al fianco del campione ai box. Lui le aveva chiesto, di recente, di andare a vivere insieme. Volevano diventare una famiglia. Ultimamente Kate aiutava Marco a gestire il proprio sito internet personale. Nella gara di domenica – dove ha visto lo schianto in diretta – lo aveva raggiunto dopo esser stata nelle filippine per incontrare i propri parenti. La madre di Kate, Girlie Magbitang, infatti, è originaria di quelle parti. Raggiunto da Bergamo News, il padre di Kate, racconta che spesso anche lui stesso andava in pista per seguire il futuro genero. Almeno quando gareggiava vicino. Al Mugello, Misano Adriatico, Barcellona o Valencia. Anche lui è sconvolto, e con gli occhi lucidi, dice a Bergamo News: «Sì, purtroppo è finita, è proprio finita… Ti giuro, guarda, non ci sto credendo, non ci sto credendo…». Subito dopo l’incidente, Kate ha chiamato lui: «Dimmi che non è vero, papà», gli ha detto. Parlando di lei, racconta che si erano conosciuti cinque anni fa a Riccione. Poi, aveva deciso di venire a Bagnatica a farle la corte. La raggiungeva in automobile, «ma anche con quella non è che ci andasse molto piano, con la sua Bmw M3. Sempre un sacco di traversi, di sgommate…». E’ proprio il padre a spiegare che Kate, di recente, era andata a vivere con Marco a Coriano, nel riminense e che volevano diventare una famiglia. «Ormai da tempo mia figlia lo seguiva ovunque, lavorava praticamente nel suo staff. Era contenta della sua vita e del suo amore. Con lei andavamo spesso alle gare, veniva anche mia moglie, nei circuiti italiani o anche a Barcellona». Sia lui che la moglie avevano la stessa impressione. Ovvero, che seguire le gare dal vivo fa meno paura che in televisione.