Juventus-Napoli termina con il punteggio di 0 a 2. Finalmente, il Napoli torna sul tetto d’Italia. Certo, non ha vinto lo scudetto, ma andate voi stanotte a Napoli a dire che la coppa vale di meno. Che questa, in fondo, è la coppetta che le grandi squadre snobbano. No, non è giusto ridurre questo successo: questo trionfo infatti, molto più difficile da conquistare di quanto sembri, è il giusto premio per i grandi sforzi fatti da tutti, per questa società che solo qualche anno fa calcava i campi più indegni della penisola italiana. Ora invece, aspettando successi ben più grandi, ecco questa vittoria nella capitale, che legittima l’operato del presidente, onora quello dell’allenatore, e rende mitico quello dei calciatori, in particolare i tre tenori che probabilmente saluteranno Napoli. La Juve ha solo da recriminare, e da sperare che questa sconfitta serva per far ritornare sulla terra una squadra che rischiava di crogiolarsi nei tanti complimenti: questo brusco risveglio, può essere l’occasione per ripartire, più affamati di prima, in vista di una stagione, la prossima, che dovrà sancire il suo definitivo ritorno. Ma veniamo alle statistiche di questa sera: innanzitutto il possesso palla, che giustamente rispecchia un sostanziale equilibrio. Il 56% a 44% è frutto più che altro del finale di partita, soprattutto dopo il rigore di Cavani, quando la Juve si è riversata con estremo vigore nell’area avversaria alla ricerca del pareggio. In realtà c’è poco da fare, quando davanti hai 3 campioni: perché solo campioni possono essere dei giocatori che su 3 tiri in porta, fanno 2 gol, a fronte degli 0 su 5 di una Vecchia Signora con la vista annebbiata. Il palleggio del centrocampo juventino non si è distinto nettamente da quello partenopeo, avendo giocato solo un centinaio di palloni in più: altre volte, la Juve aveva costruito il proprio successo proprio sulla demolizione del centrocampo avversario, diversamente da stasera. Stasera invece la differenza l’ha fatta la cattiveria del Napoli, che non solo non si è fatto domare nella zona nevralgica del campo, ma ha anche saputo sfruttare meglio le poche occasioni capitategli, con una percentuale di attacco del 56% a fronte del 50 bianconero. E la stessa decisiva superiorità si è dimostrata anche nella percentuale di difesa, 50 a 44 a favore dei napoletani. In generale, la pericolosità ben rispecchia il carattere di questa partita: 44% il Napoli, 37% la Juve, a testimoniare come il desiderio di portare a casa un trofeo che mancava da 22 anni abbia fatto la differenza nell’instillare quella decisiva cattiveria nei momenti cruciali della partita.



Il vantaggio del Napoli è tanto immediato quanto casuale: al 63’ infatti Campagnaro batte una rimessa laterale molto lunga, direttamente in area. I difensori della Juve, abbastanza tranquilli e sicuri, attendono l’uscita di Storari, che però tarda ad arrivare. Come un gatto, Lavezzi fiuta l’occasione, e si getta in quel nugolo di uomini, riuscendo a spostare la palla quel tanto che basta per far sì che il guantone di Storari agganci il suo scarpino. Il rigore è netto. Dal dischetto si presenta Cavani, che manda palla a destra e portiere a sinistra.All’82’, quando il Napoli soffriva il forcing bianconero, arriva il gol vittoria. L’azione di contropiede è innescata da Inler, che serve in profondità Pandev il quale, dopo aver condotto la sfera fino al limite dell’area di rigore, la cede all’accorrente Hamsik, che si smarca sulla destra. Ricevuta la palla, lo slovacco se l’aggiusta e, con incredibile freddezza, fulmina Storari con un diagonale preciso.
– Ai microfoni si presenta il match winner, Marek Hamsik, che dopo aver svelato il retroscena del taglio della cresta (rito simile a quello di Camoranesi dopo il Mondiale), giura fedeltà al Napoli: “Dopo tantissimi anni abbiamo riportato un trofeo a Napoli – prosegue – , non vedo l’ora di festeggiare in città. Ho un contratto per altri cinque anni. Il progetto c’è e andiamo avanti, anche il prossimo anno saremo in Europa”.
Il capitano, Cannavaro, pensa solo ai festeggiamenti meritati: “Nello spogliatoio ci siamo divertiti, abbiamo provato ad uscire per portare la Coppa sotto i tifosi ma erano già andati via. Sicuramente Napoli questa notte non dormirà”. In realtà poi anche lui pensa alla prossima stagione: “Spero – prosegue ai microfoni di Rai Sport – che questa vittoria sia un punto di partenza. Siamo un gruppo forte, forse mancava solo vincere. Speriamo che questo successo possa aiutarci nel prossimo anno”.
Infine, l’immancabile commento dell’allenatore, Walter Mazzarri: “Sono felicissimo, sembrava impensabile battere la Juventus in questa stagione. Da tre anni il nostro inno lo cantano tutti e ora l’abbiamo ricantato noi. Tutta la squadra ha fatto qualcosa di straordinario in questo triennio. Questo è un gruppo eccezionale che va premiato e osannato in blocco. Ho un contratto fino al 2013 e intendo rispettarlo. Godiamoci questo momento poi ci sarà tempo di pensare ad altro”.
La Juve si affida all’analisi del mister, Antonio Conte, che trova nella fame di vittoria la discriminante di una partita giocata sul filo del rasoio: “Non fa mai piacere perdere, soprattutto una finale. Dobbiamo essere arrabbiati. Questa partita deve farci capire che bisogna sempre andare a 2mila. Il Napoli oggi ha avuto qualcosa in più di noi. Questo è un gruppo giovane e dobbiamo sempre tenere in mente cosa abbiamo fatto per vincere. Avevamo alcuni calciatori come Vidal e Lichtsteiner non erano al meglio fisicamente. Resta il rammarico perché non avremmo voluto perdere”. (Giovanni GazzoliTwitter: @giogazzoli)



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