Lazio-Panathinaikos termina con il risultato di 3-0 per i padroni di casa. Partita piacevole non tanto per la qualità del gioco espressa dalle squadre, ma più per le giocate individuali che hanno portato ai tre gol laziali.
squadra cinica, che chiude la pratica Panathinaikos in 45’. Per il bel gioco, ci sono state e ci saranno altre occasioni. Quel che contava oggi era vincere e rodare le seconde linee: su entrambi i fornti, missione compiuta.
un tiro nello specchio della parte, una sola palla gol potenziale creata in 90’, possesso palla scarso e di qualità scadente, non riuscendo a fare più di tre passaggi senza buttare via il pallone o perderlo sul pressing avversario. Prestazione da dimenticare, e in fretta, anche se per le speranze di passaggio del turno sembra ormai troppo tardi.
gestisce bene una partita non proprio senza falli, che ha visto i greci picchiare duro per oltre un ora e prendersi tre ammonizioni nel giro di un tempo. Unica svista, la mancata espulsione di Seitaridis per un intervento assassino a gamba tesa su Kozak.
stasera il pubblica aveva solo da festeggiare e rispondere con qualche fischio ai cori dei tifosi greci, vivaci nel settore ospiti muniti di bandiere della Roma.
Marchetti 6: para l’unico tiro effettuato nello specchio della porta dai greci.
Scaloni 6: contiene le iniziative degli esterni avversari e dà il là alle azioni di ripartenza sulla sinistra.
Ciani 6.5: prova di solidità e sicurezza da parte del giovane centrale francese.
Cana 7: retrocesso dalla linea mediana a quella difensiva, offre un’ottima alternativa a Petkovic nella posizione di difensore centrale, abbinando il senso della posizione e il tempo dell’intervento di un difensore ai piedi e alla visione di gioco di un centrocampista.
Radu 7: rientra dopo un lungo infortunio e dimostra di essere tornato in forma. Salva il risultato quando il punteggio era ancora sullo 0-0 con un recupero provvidenziale sull’attaccante avversario al limite dell’area piccola.
Gonzalez 6: ruba palla e riparte, o più spesso la affida a Ledesma: pedina fondamentale perché il centrocampo di Petkovic giri.
Hernanes, dal 23’s.t., s.v.: giusto un po’ di minutaggio in vista del derby.
Ledesma 6.5: ogni pallone passa dai suoi piedi, è il fulcro del gioco biancoceleste, la pietra d’angolo che tiene in piedi la struttura. Stasera non delude.
Lulic, dal 35’ s.t., s.v.
Onazi 7.5: il giovane nigeriano dimostra di essere un guerriero e di avere personalità da vendere. Un numero infinito di palloni sradicati dai piedi avversari, anche qualche spunto in propensione offensiva. Ragazzo da tenere d’occhio, che può tornare molto utile Petkovic.
Floccari 7: corre tantissimo, generoso come suo solito, corona la sua prestazione con l’incornata sulla punizione di Ledesma che vale il gol del 3-0.
Zarate 7.5: dopo aver deciso di considerare l’ipotesi che in campo insieme c’erano anche dieci compagni di squadra e non soltanto undici avversari, regala ai tifosi una prestazione da incorniciare, con dribbling, cross, assist ai compagni, come quello a Floccari che vale il gol del 3-0.
Kozak 8.5: the man of the match. È l’attaccante che ogni squadra vorrebbe avere per una sera se in uno stato di forma così straripante: due occasioni avute, due gol segnati, uno più bello dell’altro. Per il resto, tantissima corsa, incontro al portatore di palla, o nello spazio per l’inserimento.
Klose, dal 31’ s.t., s.v.: passeggia per 10’ minuti sul terreno di gioco. Anche per lui una sgambata in vista derby.
Petkovic 7.5: rischia, mettendo in campo le seconde linee dopo una serie di prestazioni deludenti in campionato, con la necessità di risollevare la testa soprattutto in vista derby. E viene premiato. Avesse perso gli sarebbe stato rinfacciato di aver cambiato i dieci undicesimi della squadra di Catania e non dare il giusto peso alle partite di coppa. Ma ha vinto. E nel calcio, chi vince ha sempre ragione.
Karnezis 6: non particolari colpe sui gol, ma ha la sfortuna di subirne ben tre. Un paio di buoni interventi gli valgono la sufficienza.
Seitaridis 4: rispetto all’andata, non segna un autogol clamoroso. Per il resto, cambia poco: prestazione decisamente non sufficiente. Non contento, compie un entrata assassina a gamba tesa sul povero Kozak, che ci rimette una brutta ferita sulla fronte.
Velazquez 5: dimostra ben poca sicurezza nella posizione di centrale.
Vyntra 5: dovrebbe fornire il contributo di esperienza per dare solidità e sicurezza alla difesa. Dovrebbe.
Spiropoulos 4: completamente in balia di Zarate.
Zeca 5: qualche pallone lo conquista, ma subito dopo lo riperde. Le due cose si compensano, perciò prestazione inconsistente.
Lagos, dal 33’ s.t., s.v.
Vitolo 4: lui è quello che dovrebbe fare gioco. Dov’era stasera?
Chouchoumis 3: oltre a non produrre niente davanti, causa danni dietro. E che danni: suo l’assist al bacio per Kozak in occasione del raddoppio Lazio.
Mavrias, dal 15’ s.t., s.v.
Christodoulopoulos 5: mai un nome è stato meno profetico. Serviva giusto un miracolo questa sera alla sua squadra: lui è rimasto a guardare.
Tochè 5.5: è quello che è andato più vicino a rendersi pericoloso, ma all’ultimo è stato chiuso dall’ottimo recupero di Radu.
Petropoukos, dal 23’ p.t., 4: tocca forse un paio di palloni. Non pervenuto.
Owusu-Abeyie 6: è l’unico che ci prova a creare qualcosa, sfruttando le doti atletiche che il buon Dio gli ha dato. In un paio di occasioni punta con successo la difesa avversaria, arrivando fino in area di rigore, per poi però infrangersi esausto contro uno dei due centrali.
Ferreira 5: quando la squadra non esiste, qualche responsabilità l’allenatore deve pur avercela.
(Pietro Macchiarella)
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