Il Palermo è ancora una volta travolgente in casa: Lazio a dir poco annientata, cinque gol nel giro di cinquanta minuti (il primo tempo e i primi minuti della ripresa), con circa quaranta minuti ridotti a pura formalità, in cui la Lazio salva almeno l’onore con la rete della bandiera di Kozak. La partita però era ormai ampiamente finita, chiusa dai gol – nell’ordine – di Barreto, Donati, Silvestre, Budan e Miccoli. Il Palermo resta ottavo, ma l’Europa è sempre più vicina; Lazio invece agganciata al terzo posto (fondamentale per la prossima Champions League) dall’Udinese. Eppure – sorpresa – le statistiche mostrano una supremazia della Lazio: questo non vuol dire ovviamente che il risultato sia bugiardo (un 5-1 non è mai bugiardo), ma che il Palermo ha chiuso talmente in fretta la partita che poi ha potuto prendersi una “vacanza”. Ecco dunque i dati: per la Lazio 52% di possesso palla e la bellezza di 18 tiri, dei quali 10 nello specchio della porta avversaria. Il Palermo risponde con 12 tiri totali, dei quali 6 nella porta avversaria: ma cinque sono finiti in fondo alla rete avversaria, e questo distrugge anche la supremazia della Lazio nel numero dei calci d’angolo (5-3) e nel numero dei palloni giocati (529-503).
– Sono sei, non perdiamo tempo. Nono minuto e il risultato già si sblocca: Barreto tira da fuori area, conclusione molto bella e davvero angolata anche se non potentissima, Marchetti non ci arriva ed è l’1-0. Il 2-0 arriva al ventesimo, e sostanzialmente è una fotocopia del primo, anche se cambia il marcatore: Donati, non pressato dalla difesa, ha il tempo di prendere la mira e così può trafiggere l’estremo difensore avversario. Il primo tempo si chiude con il 3-0 che di fatto già sigilla il risultato ed è dimostrazione della totale emergenza che sta vivendo la difesa laziale: Silvestre può schiacciare indisturbato di testa a pochissimi metri dalla linea di porta, Marchetti non può farci niente. Dentro e fuori dagli spogliatoi, si attende la Lazio e invece è ancora Palermo. Lancio in profondità per Budan che in perfetto stile shoot-out punta Marchetti e lo fa secco sul suo palo con un tiro chirurgico che colpisce anche la base del montante. La Lazio è in barca e Miccoli non si fa pregare: ennesima penetrazione in verticale con la palla che gli si materializza sul piede e per il povero Marchetti ancora non c’è scampo. La Lazio ci prova vanamente con Alfaro (scarso) e Gonzalez (Super-Viviano). La partita si innervosisce, ma il Palermo molla per non metterla sulla rissa. Si rivede mauri e arriva il gol della bandiera: a timbrare il cartellino è Kozak che finalizza una bella ripartenza biancoceleste. Game Over.
– Il Palermo che stritola la Lazio (il Barbera è un’arena da dove pochi riescono a uscire indenni) fa volare sulle ali dell’entusiasmo i rosanero. A partire da uno Zamparini a dir poco entusiastici per descrivere la prestazione dei suoi, e in particolare di Bortolo Mutti: “sono molto contento per Mutti – ha dichiarato ai microfoni di Mediaset Premium – per i giocatori è come un padre, è il mio Mourinho: ora lavoriamo per il futuro, anzitutto consolidandoci”. Decisamente prudente Mutti, che da gran signore ai microfoni di Sky Sport non fa trasparire una grande esaltazione, ma tiene desta l’attenzione dei suoi: “fuori casa dobbiamo correggerci e migliorare, con la squadra ne stiamo parlando: dobbiamo provare a vincere anche fuori casa. Abbiamo concretizzato le occasioni avute e poi una volta in vantaggio abbiamo avuto agio nel gestire la gara anche dal punto di vista mentale”. Edy Reja p di tutt’altro umore, ovviamente, anche se gli infortunati non possono essere un alibi è disposto a mettere in discussione le scelte tattiche effettuate, anche se il commento più significativo è anche il più lapidario “questa – lo sapete anche voi – non è la Lazio”. Piccola postilla, sempre ai microfoni di Sky, anche per Donati autore del più bel gol della gara: “ho trent’anni e la grande opportunità da sfruttare al meglio qui a Palermo. Voglio giocare ancora per tanti anni, mi sento ancora giovane”.