Il caso riguardante Marilena Corrò, l’albergatrice italiana uccisa a Capo Verde, è seguito da vicino dall’ambasciata d’Italia a Dakar. Come scrive Quotidiano.net, si sta riservando la “massima attenzione” a quello che sembrerebbe essere a tutti gli effetti l’omicidio di una nostra connazionale, con la Farnesina che è in continuo contatto con l’ambasciatore italiano e le autorità locali. Inoltre, fonti vicine al ministero degli esteri hanno fatto sapere che l’Ambasciata sarebbe a sua volta in contatto con i famigliari della connazionale, per offrire ogni tipo di assistenza. Al momento pare che a Capo Verde vi sia solamente il signor Luciano Corrò, il 77enne padre della vittima, ma entro domani dovrebbero arrivare altri parenti della donna. Luciano si era trasferito nell’arcipelago africano da 18 anni a questa parte, e aveva aperto a Sal-Rei la pensione “La Pace” (A Pax), con nove posti letto, dove appunto è stato trovato il cadavere della signora Marilena. Ricordiamo che il principale sospettato dell’omicidio resta un 50enne trevigiano che fa l’istruttore di kickboxing, e che potrebbe aver ucciso la Corrò a mani nude, visto che il cadavere sarebbe stato rinvenuto con numerose segni di violenza. L’ipotesi va comunque confermata o smentita, e al momento nessuno risulta essere arrestato, di conseguenza potrebbe trattarsi di una semplice supposizione dei media locali. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CAPO VERDE, UCCISA MARILENA CORRÒ: LE ULTIME
Potrebbe essere ad una svolta decisiva il giallo che ruota attorno all’efferato delitto di Marilena Corrò avvenuto a Capo Verde, nel suo B&B sull’Isola di Boa Vista dove è stata massacrata di botte. Per 15 anni a Treviso la donna aveva gestito un B&B al quale aveva dato il nome della figlia minore, oggi 17enne, prima della decisione di cambiare vita e lasciare l’Italia per andarsene a Capo Verde dove il padre si era già trasferito nel 2001. Secondo quanto riferisce TGR Veneto, in queste ore è in stato di fermo un italiano, anche lui trevigiano, istruttore di kickboxing e che si occupava della gestione di una struttura ricettiva affidatagli proprio dal padre della vittima. L’uomo sarebbe sospettato dell’omicidio di Marilena anche se al momento restano pochi i particolari che trapelano. Al momento è stata confermata solo la data del ritrovamento del cadavere ed il luogo. Il corpo era in una cisterna dietro l’abitazione della 52enne. Secondo alcune fonti presentava segni di percosse e secondo le prime ipotesi non si esclude uno scontro tra i due per motivi legati alla gestione del B&B e presunti ammanchi. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
INTERROGATO 50ENNE TREVIGIANO: MOVENTE ECONOMICO?
Sembra sempre più stringersi il cerchio, attorno all’istruttore italiano di kickboxing, interrogato dagli inquirenti nelle scorse ore a seguito della morte di Marilena Corrò a Capo Verde. Secondo quanto riferisce la rivista Santiago Magazine di Boa Vista, sarebbe proprio lui il principale sospettato, anche perché lo stesso aveva un debito nei confronti della vittima, per un affitto non pagato. Il presunto killer, sarebbe un 50enne trevigiano, delle stesse origini della Corrò, che era anche colui che gestiva la struttura ricettiva di proprietà di Luciano, il padre della vittima. Prima dell’omicidio, la donna avrebbe discusso con il connazionale proprio per la situazione debitoria, e i vicini di casa avrebbero sentito delle urla. La vicenda è seguita da vicino proprio dal 77enne Luciano Corrò, che da 18 anni vive e lavora a Capo Verde, e con cui la figlia aveva ricostruito il rapporto dopo qualche ruggine del passato, come sottolinea Il Gazzettino. Sui social, poco fa, scriveva: “Ora per me è un amico e un uomo colto, grande lettore, con il suo carattere e il peso degli anni. Ma abbiamo saputo ritrovare una sintonia”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CAPO VERDE, UCCISA MARILENA CORRÒ: LE PAROLE DEL FIGLIO
“Me l’hanno uccisa”, le parole del figlio di Marilena Corrò, Filippo, ai microfoni de Il Gazzettino di stamane. Ha solamente 20 anni, ed è rimasto in Italia dopo aver appreso da alcune fonti famigliari la tragica notizie dell’omicidio della madre a Capo Verde. “Comunque tutti conoscevano la persona che ora è sottotorchio – aggiunge, riferendosi all’uomo interrogato dalla polizia, un istruttore di kick boxing di origini italiane – un violento, già allontanato dall’Italia e considerato pericoloso anche là”. Questa mattina il giudice dovrà esprimersi sulla possibilità di fermare o meno l’italiano interrogato nelle scorse ore, dopo di che il corpo di Marilena potrebbe essere restituito ai famigliari della vittima, che dovrebbero nel frattempo giungere oggi a Capo Verde. “Non ci credo – aggiunge il figlio Filippo – mamma tornerà a casa, è una bomba di vità, non può spegnersi così. L’ho sentita domenica, mi spiegava le difficoltà del lavoro, non era facile far quadrare i conti con il residence”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CAPO VERDE, UCCISA ALBERGATRICE MARILENA CORRÒ
Una donna italiana è stata uccisa in quel di Capo Verde. La vittima, come riferisce l’edizione online del Corriere della Sera, si chiamava Marilena Corrò, era originaria del trevigiano, ed aveva cinquantadue anni. Stando a quanto sottolineato dai colleghi de Il Gazzettino, citando fonti locali, la donna sarebbe stata ammazzata nella sua casa adibita a Bed & breakfast, situata nella località di Sal Rei, in quel di Boa Vista. Il corpo è stato ritrovato nella giornata di martedì 26 novembre, ma è molto probabile che l’omicidio risalga alla sera precedente. Sembra infatti che i vicini di casa abbiano sentito delle urla provenire dal residence dove viveva la signora Corrò, nella serata di lunedì, e il pomeriggio seguente il corpo della stessa è stato rinvenuto senza vita in un serbatoio che viene solitamente utilizzato per la raccolta dell’acqua. Le indagini sono scattate immediatamente e al momento non è ben chiara la causa di morte, fatto sta che Marilena potrebbe essere stata picchiata violentemente prima del decesso.
CAPO VERDE, ITALIANA UCCISA A BOA VISTA: INTERROGATO UN ITALIANO
Il principale sospettato del delitto risulta essere al momento l’uomo che gestiva lo stesso Bed & breakfast, un altro italiano di età compresa fra i 45 e i 50 anni, che è a capo appunto della struttura “APaz”, e che è già stato fermato dalla polizia locale per un interrogatorio. In base alle prime indiscrezioni emerse pare che l’uomo avesse avuto un alterco verbale con la Corrò a seguito di alcuni debiti riguardanti l’affitto dello stesso B&B, e non è da escludere che lo stesso abbia deciso di uccidere la donna come ritorsione, anche se, ripetiamo, si tratta solamente di ipotesi preliminari che andranno confermate o smentite nelle prossime ore. La vittima si era trasferita da Treviso a Capo Verde un anno e mezzo fa circa, nel 2018, e aveva preso in mano l’attività del padre Luciano, dopo che per anni aveva gestito un’altra struttura ricettiva nel Borgo Cavour.