Nella serata che, su Rai 1, celebra la figura e l’arte di Ennio Morricone attraverso la riproposizione del concerto-evento del novembre 2021 del trio de “Il Volo” presso l’Arena di Verona, la memoria non può che andare ai capolavori immortali del geniale compositore e direttore d’orchestra capitolino, molti dei quali nati dal fortunato sodalizio umano e professionale con il concittadino Sergio Leone. Proprio come nel caso di “C’era una volta in America”, del 1984, anno che segnerà proprio la fine della loro ventennale collaborazione e che tuttavia non è solo uno dei film più belli della storia del cinema ma vanta una colonna sonora immortale.
Le musiche di “Once upon a time in America” tuttavia hanno dietro una storia particolare, e che oggi fa quasi sorridere: sappiamo che, ovviamente, Leone sin dall’inizio non ebbe mai dubbi su chi affidare questa impresa e che le note presero vita, cosa rara nel cinema, prima ancora che il film fosse girato. Quindi oggi abbiamo storie da quel set in cui si racconta come alcuni brani risuonassero come una specie di sottofondo, anche se non ancora orchestrato, come un elemento stesso della sceneggiatura che attendeva solo di essere trasposto sul grande schermo. L’album omonimo che lo stesso Morricone aveva diretto e arrangiato, fu registrato nel 1983 e vedeva la collaborazione, tra gli altri, della vocalist Edda Dell’Orso nei brani “Deborah’s Theme” e “Cockeye’s Song”, oltre che del flautista rumeno Gheorghe Zamfir.
LA STORIA DELLA COLONNA SONORA DI “C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA” DI MORRICONE
Quell’album è un mix, forse poche volte ripetuto sul grande schermo, di mitologia americana e nostalgia che fece vincere a Morricone non solo un premio ai Los Angeles Film Critics Awards nel 1984 quale Miglior Colonna Sonora, ma anche un BAFTA l’anno dopo assieme a un Nastro d’Argento in Italia e una candidatura ai Golden Globe 1985, nomination che però resterà tale e che clamorosamente non porterà nemmeno a un Oscar che a molti sembrava meritato e per il quale Morricone dovrà aspettare addirittura il 2016 per una colonna sonora, se si esclude quello doveroso alla carriera nel 2007. Ma, come detto, dietro al mito c’è anche la storia vera e aneddoti che oggi contribuiscono ad accrescere l’aura di epica dietro le musiche di “C’era una volta in America”…
Un esempio? Pare che Sergio Leone un giorno, molto prima che cominciassero appunto le riprese del film sul set, abbia chiamato lo storico amico chiedendogli “Hai qualche scarto?”. Era in cerca di qualche idea, di un’ispirazione per il suo masterpiece. Nessuno dei due sapeva, o chissà forse lo immaginavano bene, che stavano scrivendo quella che sarebbe rimasta come l’opera finale e forse mai pareggiata sulla mitopoiesi americana e sul “sogno” d’oltreoceano. “Hai qualcosa che hai già pronto, ma non hai ancora utilizzato?”. Ed ecco che Morricone si mise al piano: il resto è storia, senza dimenticare che parte della colonna sonora nacque anche da adattamenti di grandi brani altrui e altri film. Le vie che portano alla nascita di un capolavoro sono spesso semplici da battere ma difficili, difficilissime da scovare per chi non sa guardare con gli occhi di Leone e Morricone.