Riassunto puntata 28 novembre 2010 In Italia Girano le pale per la produzione di energia alternativa? L0evocativo titolo della puntata di Report, di cui vi proponiamo una breve sintesi, ha affrontato il tema della produzione di energia in Italia. Le telecamere di Milena Gabanelli hanno cercato di fotografare la situazione del nostro Paese in merito a questo tipo di settore. E non smette di appassionare il programma dinchiesta che va in onda su Rai Tre, che anche ieri sera ha avuto ottimi ascolti con 3.438.000 telespettatori, share 12,75%. La puntata si è aperta con il servizio di Alberto Nerazzini che ha reso noto che il centro di controllo di Terna, la società che gestisce la trasmissione elettrica su tutta la rete italiana, sarebbe il primo obiettivo in caso di guerra nucleare. La prima diagnosi : LItalia dipende ancora totalmente dalle fonti tradizionali, gas, petrolio, il termico resta punto di riferimento.
Ma le nuove energie avanzano e risulterebbero nuove richieste per la realizzazione di impianto eolici e a terna sarebbero arrivare richieste per alla rete questi impianti di fonti rinnovabili. Ma linchiesta di Nerazzini svela che dietro questi impianti eolici, la maggior parte dei quali al Sud, ci sarebbe la criminalità organizzata. E seguito un lungo excursus anche sullapplicazione delle direttive europee. Nel 2020 l’Italia dovrà avere il 17% dei propri consumi elettrici da fonte rinnovabile e questo perché occorre abbassare le emissioni che alterano il clima.
Lo prevede il Protocollo di Kyoto ma soprattutto gli accordi vincolanti decisi dai Paesi europei. LItalia è partita in ritardo rispetto agli altri Paesi, ma ha bruciato le tappe
Nel fotovoltaico l’Italia è al secondo posto nel mondo, dopo la Germania, per potenza installata. E nell’eolico pur avendo un territorio limitato e ricoperto dai vincoli, siamo diventati i sesti produttori al mondo. Ma il programma ha dimostrato che ci sono “buchi” in questa nuova fonte edi energia. Ci sono buchi in Calabria, ha sintetizzato Milena Gabanelli, ma anche in Puglia (regione con il maggior numero di torri), in Sardegna e in Sicilia. In tutto questo non è diminuita di un kilowatt la produzione energetica da fossile e per quanto riguarda il rinnovabile, nonostante tutti questi impianti, si arriva a malapena al 6%.
“Ci sono voluti sette anni – ha concluso la giornalista – per approvare le linee guida e in questi sette anni le regioni hanno fatto quello che volevano. E così il nostro patrimonio… lo stiamo massacrano con sporco e pulito insieme, per avere come risultato la bolletta più cara d’Europa. Sembra sempre che tutto avvenga a caso o per incompetenza, intanto furbi e criminali attingono a man bassa”.