I – Salvate Laura Antonelli. Lino Banfi lancia un appello al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi e al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Per salvare Laura Antonelli. Dalle pagine del Corriere della Sera, in una lettera, l’attore racconta del forte impatto emotivo che ha suscitato in lui l’incontro, dopo anni e anni, con la Antonelli. Una donna profondamente cambiata, le cui sembianze non serbano nemmeno il pallido ricordo dell’icona sexy degli anni ’70. Laura Antonelli vive ora con 510 euro di pensione al mese e con quanto qualche benefattore o la parrocchia le destinano. «Sono morta da anni» ha detto, raccontando a Lino Banfi di non vedere la televisione da 20 anni, e di trascorrere la giornata ascoltando Radio Maria e pregando. L’eclissi dell’attrice iniziò a causa di una storia di droga in cui si trovò coinvolta nel ’91 (e dal quale ne uscì con un proscioglimento dopo circa 10 anni di sofferenze) e con un intervento chirurgico finito male per recitare in Malizia 2000, del ‘91.
Lino Banfi, legato da una profonda amicizia, oltre che da un antico rapporto professionale, non la vedeva da anni. Qualche telefonata, in cui si era detta non ancora pronta ad un incontro, ma niente di più. «Giorni fa, finalmente, mi ha chiamato e mi ha detto: “Vuoi venire a trovarmi? So che parti per l’Argentina, ma mi farebbe piacere riabbracciarti”. E poi ha pianto…» racconta Lino Banfi. «Le ho risposto: “Entro un’ora sono da te”». Lino Banfi non si aspettava di assistere ad una tale scena di desolazione umana. «Sono andato a Ladispoli e purtroppo mi sono rattristato molto: ci siamo riabbracciati dopo 22 anni; ci siamo commossi tutti e due. Ma poi Laura ha fatto un gesto rassegnato allargando le braccia, come per dire “Hai visto come sono ridotta…”». L’attore ha tentato di consolarla, di sdrammatizzare: «Anch’io mi sono ingrassato… Ma lei ha replicato con amarezza: “Sì, ma non come me, io sono morta da anni”». Un donna va due o tre volte alla settimana a farle compagnia, racconta Banfi, che ricorda come gli si sia stretto il cuore quando l’amica gli ha detto: «Lino vieni a vedere la dispensa, guarda quanta pasta, pomodori, olio… Sai, la parrocchia, qualche benefattore…». Lino Banfi non si capacita dell’attuale condizione della Antonelli «E tutto quello che avevi: case, gioielli…?», le chiede. «È troppo lunga, caro Lino, la storia… Tanti hanno abusato della mia bontà, forse anche della mia fragilità e dicono che non sono capace di intendere e volere. Ti prego Lino parla con qualcuno, tu sicuramente, amato da tutti, sarai ascoltato. Io non credo di avere ancora molto da vivere, però vorrei vivere dignitosamente» replica lei. Da qui, l’appello: «Ecco perché io, cittadino italiano, Pasquale Zagaria, in arte Lino Banfi, mi rivolgo al ministro Bondi: «È giusto tutto questo?» si domanda. «Mi hanno detto – continua – anche che Isabella Biagini è nelle stesse condizioni. Queste persone hanno rappresentato una parte della storia del cinema e della televisione che tutti abbiamo gradito. Hanno lavorato in questa nazione, hanno guadagnato, hanno pagato le tasse… è giusto finire così?». Lino Banfi non esita a rivolgersi anche al premier: Mi rivolgo anche al presidente del Consiglio, a Berlusconi, che è anche mio amico da più di trent’anni: «Caro Silvio, per quel poco che credo di conoscerti sono certo che farai qualcosa».
In un post scriptum, Lino Banfi ci tiene a precisare un punto: «Sono sicurissimo che molte persone, costrette a vivere in uno stato di indigenza, leggendo questo mio appello penseranno: “Caro Banfi, anche noi stiamo così… ma allora?”. Lo capisco perfettamente. Però la storia di Laura Antonelli mi tocca davvero da vicino e io spero che, smuovendo le acque – che molte volte anzi troppo spesso sono ferme e stagnanti – le cose possano cambiare anche per altri».