Questa sera a Mi Manda Raitre si spazia dal problema di una donna a cui è stata sottratta la figlia di pochi mesi, alla questione della crisi e dei licenziamenti, fino ad accennare, in chiusura, alla questione TAV.
Rivoglio mia figlia – Parla Ginevra, la mamma di una bambina che le è stata portata via improvvisamente, con un blitz di ben 14 persone che le sono letteralmente piombate in casa. La donna si è sentita dire che d’ora in poi la piccola sarà affidata al padre e non potrà più restare con lei, per via della sospensione della sua patria potestà. Le è stato detto che deve farsi curare dei problemi mentali che lei non ha affatto e la donna è davvero incredula perché non riesce a capire cosa può esserci alla base di quello che le è successo. La donna racconta della sua storia con il padre della bambina, che la picchiava, della sua gelosia e della vita che per lei era diventata difficile, motivo questo della sua separazione. In studio sono presenti anche i genitori di Ginevra, che dicono di essere stati all’inizio discreti, per non interferire nei problemi della coppia, pur essendo sempre pronti ad aiutare la figlia. Parla anche il consulente tecnico di parte della signora Ginevra, anche lui testimone oculare di quel dispiegamento di forze che è stato messo in moto per andare a prendere la bambina. In collegamento video c’è anche il prof. Volterra, psichiatra dell’Università di Bologna, che si dichiara perplesso e sconcertato per la vicenda accaduta a questa signora.
Segue un confronto tra Melita Cavallo, Presidente del Tibunale dei Minori di Roma e la signora Ginevra, la quale si dimostra davvero esasperata e pretende di sapere quali sono le sue colpe. La Presidente Cavallo, però sottolinea come non si possa dibattere senza poter ascoltare anche l’altra parte e dunque il padre della bambina o i suoi avvocati, i quali non hanno voluto prendere parte alla trasmissione. Comunque la donna afferma che impegnarsi per cercare di rivedere questa situazione rientra nei suoi doveri di Presidente e quindi lo farà.
Licenziamenti facili: istigazione alla Rivolta? – L’argomento è inevitabilmente quello della crisi. In studio G. Galli, Direttore Generale di Confindustria. In primo piano la lettera di Berlusconi e la questione dei licenziamenti facili e delle pensioni a 67 anni. Galli dice che non è ancora chiaro cosa si sia concordato con Bruxelles riguardo ai licenziamenti, ma è certo che il nostro sistema è più complesso rispetto a quello degli altri Paesi europei. Un sistema che disincentiva le imprese a stipulare contratti a tempo indeterminato.
Ma la crisi non è solo teoria, e Mi Manda Raitre ha voluto intervistare delle persone in carne ed ossa, la storia di tre lavoratrici di un call center ad un certo punto licenziate. Ilaria è stata mandata da Roma a Lucca nel momento in cui avrebbe dovuto rientrare dal periodo della maternità. Anche Pasqualina è stata mandata via dopo aver subito delle pressioni da parte del datore di lavoro. Il Call Center è quello della Festa s.r.l. Le ragioni della Festa sono quelle di abbassare i costi e di andare ad essere più competitiva sul mercato. Tiziana è stata licenziata anche lei dopo la maternità per aver rifiutato il trasferimento a Lucca. A tutto ciò è seguita la sentenza del giudice che ha deciso che Tiziana doveva lavorare a Roma. Parla anche l’avvocato Pierluigi Panici, che dice che sarebbe stato impossibile lasciare impunita una vicenda del genere. Un cambiamento di contratto non può essere imposto e soprattutto non lo si può imporre con una minaccia. E’ partita anche una denuncia per estorsione ai vertici del call center. L’azienda a sua volta va orgogliosa del fatto di aver stabilizzato molto precari, tuttavia pare che la busta paga di chi è riuscito a passare dal contratto a progetto a quello a tempo indeterminato si sia sensibilmente ridotta.
Intanto a Bari c’è Davide, l’inviato di Mi Manda Raitre, che è andato a parlare con una famiglia pugliese rappresentativa in un certo senso della situazione italiana attuale. Ci sono il papà Luigi, il figlio Fabio e la mamma Lucia. Luigi ha 57 anni, è impiegato in una gioielleria e dovrebbero mancargli soltanto 5 anni dalla pensione. Lucia è una casalinga e condivide con suo marito le preoccupazioni per il futuro di suo figlio. Fabio, da parte sua, pensa che la classe politica non abbia fatto nulla o comunque ben poco per tirar fuori il paese dalla crisi. Fabio non si ritiene un bamboccione. Con il suo stipendio, infatti, o si va a vivere con altre persone o si rimane a casa, oppure si dovrebbe sopravvivere da soli, ma non ce la farebbe a mangiare. Fabio infatti lavora in un call center e guadagna circa 1000 euro al mese. In studio ci si chiede dunque: qual’è la via per uscirne? Finiremo come la Grecia? G. Cremaschi della FIOM-CGIL dice che di certo non servirà la libertà di licenziamento, che servirà solo a dare più potere a chi comanda nell’azienda.
La TAV – Il servizio sulla TAV parte dai fatti di Roma e dalla questione del diritto a manifestare. Appena una settima dopo arriva la paura di eventuali disordini anche in Val di Susa. Luca Mercalli, metereologo, spiega che la TAV non è necessaria perché la ferrovia c’è già e non viene utilizzata appieno. Perché dunque non utilizzare il vecchio tunnel della Torino-Lione, realizzato nel lontano 1871? Mario Virano, Commissario dell’Asse Ferroviario Torino-Lione, sostiene invece che le cose sono cambiate e non si può continuare ad utilizzare delle infrastrutture ormai vecchie.