Maurizio Crozza, copertina di Ballarò (video) puntata 13 dicembre 2011. Maurizio Crozza ha aperto la puntata di Ballarò con il momento cult della copertina satirica. Chi sono stati i bersagli del comico genovese? Manovra Monti al centro anche dell’intervento satirico di Crozza, che apre il proprio monologo lamentandosi dello slittamento a fine anno del nuovo provvedimento: “Ma come rinviata al 22 dicembre, ma se abbiamo colpito tutti in maniera equa?”. L’obiettivo, è chiaro, è biasimare il governo per aver intaccato un’unica categoria, ovvero i pensionati. Per sottolineare il fatto, Crozza sceglie la ripetizione per sinonimia: “Abbiamo colpito in maniera equa i pensionati, abbiamo colpito gli anziani e abbiamo colpito i nonni”.
Dalla diseguaglianza dei tagli, il passo è breve per la non equa spartizione dei privilegi. Le diverse “caste” del Paese sono colpite dalla sua satira. In primis, un paragone tra la Chiesa, accusata su più fronti per i suoi privilegi come l’esenzione dall’ICI, e i farmacisti, una delle categorie ritrose alle liberalizzazioni: “La manovra slitta per i farmacisti: cosa pensano di essere anche loro dei luoghi di culto? Solo perché hanno una croce all’esterno? Ma è verde quella!”.
L’intervento prosegue sul tema delle liberalizzazioni. Un paradosso politico: “Il Popolo delle libertà che è liberale è contro le liberalizzazioni, mentre il Partito democratico, che è di sinistra, è a favore”.
L’attacco è forte nei confronti delle classi, delle categorie restie alla liberalizzazione. Imitando il dialetto siciliano, Crozza allude alla “mafiosità” di alcune tra le più chiuse associazioni di categoria: i notai, i tassisti, i farmacisti, il comico lo afferma chiaramente, “sono come mafiosi”. “L’unica possibile liberalizzazione – dice – è per quelli del 41-bis”, ovvero per coloro che, accusati di associazione a delinquere, sono condannati al carcere duro. Il problema, sottolinea, è “il pensiero mafia” che s’incunea “sotto il camice dei farmacisti, sul cruscotto dei tassisti” e colpisce, in pari misura, anche notai, giornalisti e parlamentari. Tutte le lobby presenti nel Paese che, con un gioco di parole particolarmente riuscito,” hanno l’hobby di tenerlo bloccato”.
Tra le più discusse proprio i parlamentari. La manovra, infatti, slitta anche per loro, che dovranno “autoridursi” lo stipendio, perché non è di competenza del governo: “E’ come chiedere a Berlusconi di trombare di meno!”. L’occasione per prendere di mira Di Pietro, presente in studio, è l’onorevole Scilipoti che, nella satira crozziana, si farebbe tagliare un piede piuttosto che tagliarsi lo stipendio: “Mi sono ridotto del 50%”. Dopo un rapido riferimento alla polemica Scilipoti-Concia – sulle accuse del primo agli omosessuali – si passa all’onorevole Razzi, il cui nome è sostituito alla fin troppo simile parolaccia italiota: “Questi pensano solo ai Razzi loro”. Scilipoti e Razzi sono stati eletti, è notorio, tra le file dell’Italia dei Valori e Crozza ne approfitta per prendere di mira il presidente del partito: “Come li scegli i parlamentari Di Pietro, tra gli scarti di X-factor?”. Crozza che si prodiga anche in un consiglio per l’onorevole: “Un pensierino su don Verzé non l’ha mai fatto?”. Il riferimento è alla recente inchiesta di Report, andata in onda domenica 11 dicembre e alle ricchezze di cui è in possesso il presbitero: “Fa la stessa vita di Briatore che, anzi, è leggermente più morigerato”.
La conclusione è sulla Lega Nord, in aperta rottura con l’alleato di sempre, Silvio Berlusconi, e con le nuove tentazioni secessioniste di cui è preda: “La Padania si farà la sua moneta: un Verdone Padano vale dieci Bossi, un Bossi vale dieci Maroni, un Maroni vale dieci Trota” e tutti valgono poco meno dei dieci neuroni che condividono.
Un intervento breve, brevissimo, nel quale l’invettiva – tipica espressione della satira sin dai tempi di Quintiliano – e lo “sfottò” per le caratteristiche delle categorie e personaggi presi di mira, si fondono in un monologo divertente forse solo a sprazzi, ma che sa condensare in poche battute l’attuale situazione del Paese e la rabbia montante dei suoi cittadini. (il video alla pagina seguente)