Servizio pubblico, 8 dicembre 2011, il monologo di Marco Travaglio (video) Marco Travaglio esordisce nel suo editoriale a Servizio Pubblico affermando che non è vero che l’Italia è un paese disgraziato, anzi tutt’altro, dal momento che ogni anno abbiamo almeno 500 miliardi di nero e non siamo ancora falliti, il che dimostra che siamo davvero immortali. Parlando del governo Monti, dice che è costituito da geniali menti, che hanno ben deciso di operare questa manovra finanziaria prendendo i soldi da chi ha sempre pagato e non sognandosi neppure di andarli a pretendere da chi è nell’illecito da anni. E ironizza poi amaramente sul fatto che, nel trambusto che c’è stato, hanno trovato anche il tempo e il modo di salvare le banche, la chiesa, la casta e gli evasori. Per quanto riguarda invece il piano salva Chiesa, dice che il sito di Micromega è già arrivato a 80000 firme in soli due giorni, per quanto riguarda l’appello che vuole far pagare l’ici agli enti religiosi non quando celebrano le messe o fanno sacramenti in genere, ma quando gli edifici sono adibiti ad attività sportive, commerciali, sanitarie, turistiche, didattiche, ricreative e alberghiere. Una tassa che ci permetterebbe di guadagnare quasi un milione di euro l’anno. Passa poi ad analizzare la manovra salva casta, dicendo che i partiti dicendo non rinunceranno a un euro. Si è solo attuato il dimagrimento delle province, che farà risparmiare allo Stato ben 65 milioni all’anno, cifra che però diventa irrisoria se si pensa che solo per pagare i consiglieri, gli assessori e il personale si spendono 2 miliardi e mezzo all’anno.
C’è poi il caso del taglio scomparso, infatti la data annunciata in conferenza stampa da Monti, aprile 2012, per la scomparsa delle giunte provinciali e il trasferimento delle competenze ai comuni e alle regioni, è scomparsa dal testo finale del decreto. Gli unici soldi cui la politica farà a meno sono quelli dello stipendio del Premier, al quale Monti ha dichiarato di voler rinunciare. Uno sforzo minimo, dati i 21 mila euro al mese come senatore più la pensione da professore. Per quanto riguarda invece il piano salva Mediaset, Travaglio parla di come Silvio Berlusconi abbia il potere di assegnare gratis le frequenze a suo piacimento, ovviamente a Mediaset e Rai. Monti invece potrebbe decidere di venderle queste frequenze, dato che valgono almeno 16 miliardi, e il governo potrebbe incassarne almeno 4 o 5, così come accaduto con le frequenze telefoniche. Si passa poi alla manovra salva evasori, e qui il giornalista dice che il suo giornale, Il fatto quotidiano, aveva lanciato una campagna per ritassare i capitali scudati, dal momento che erano emersi 180 miliardi di euro su cui gli evasori non avevano pagato il 42% di aliquota massima, bensì il 2,5% la prima volta e il 5% la terza. Monti però dice che il ritassamento è possibile, ma invece di un sostanzioso 5%, ne chiede solo l’1,5%. Riprendendo un discorso anticipato da Santoro, Travaglio parla dei miliardi depositati in Svizzera dai nostri nababbi, ma soprattutto dice che Germania e Inghilterra si sono accordate con la Svizzera in modo che questa riscuota le tasse su questi beni, e poi li rigiri a loro. L’attuale governo però dice che non è possibile fare questo, perché l’Europa non vuole, ma ciò è assurdo dato che le nazioni prima citate ne fanno parte eccome.
Parlando invece di evasori, il giornalista afferma che sarebbe facile fare una seria legge contro l’evasione fiscale, basterebbe prendere esempio da paesi come Gli Stati Uniti, dove il problema è stato risolto con pene certe e severe. In Italia invece per chi commette questo reato il carcere non è mai stato un incubo. Infatti il reato più diffuso, cioè quello del nero, è anche il meno grave, e soprattutto è il più soggetto a prescrizione. Aggiunge poi che quest’estate nella norma Tremonti c’era una legge che prevedeva il carcere per chi evadeva sopra i 2 milioni, ma dato che tutte le maggiori banche italiane hanno dei contenziosi col fisco per svariati miliardi, si è modificato il testo, e così, cosa impossibile, in carcere ci va solo se l’evasione supera il 30% del fatturato. Di certo però anche questo governo non riprenderà il testo originale, dato che ha ben 3 esponenti di banche al suo interno. Insomma anche stavolta nulla è cambiato, e pare che anche i tecnici parlino il politichese.