Lo Stato italiano deve alla imprese una somma che si aggira attorno agli 80 miliardi di euro; numerose sono le aziende in ginocchio perché, a causa dellinsolvenza delle pubbliche amministrazioni, non sono in grado di pagare i propri debiti. Tantè che il governo ha deciso di sbloccare una prima tranche di pagamenti per impedire agli imprenditori il fallimento. Ma intanto, molti hanno già fallito, e moltissimi continuano ad aspettare da tempo immemore. Al contrario, quando lo Stato si trova ad essere creditore, non manifesta la medesima indulgenza cui, invece, le imprese sono obbligate. E solo uno dei tanti casi, ma è quello che sta godendo, in questi giorni, della maggior rilevanza mediatica. Parliamo del comico Luca Laurenti, storica spalla di Paolo Bonolis, colpito e affondato da Equitalia, la società di riscossione dei crediti per conto dellAgenzia delle Entrare che su richiesta della stessa ha pignorato sei appartamenti del noto volto televisivo situati a Milano, in pieno centro, in zona Buenos Aires, per una cifra che si aggira attorno ai 5 milioni di euro. Un caso del tutto singolare, del resto. Come hanno più volte specificato i suoi legali, Laurenti non avrebbe mai omesso un centesimo del suo reddito, avendo sempre dichiarato tutto con precisione. Piuttosto, ritiene che una tassa che gli è stata addebitata, non deve pagarla, e si rifiuta di farlo. In particolare, non ha versato lIrap dal 2000 al 2005, limposta regionale sulle attività produttive. Il contenzioso è nato sul fatto che Laurenti sostiene, come molti professionisti, che il pagamento del tributo non spetta a coloro che non abbiano una struttura permanente costituita da impiegati e uffici. Silvio Ceci, il suo avvocato, ha dichiarato: «Non esiste contribuente più onesto del mio cliente. Per la sua attività si affida a un manager e lavora solo con Rai e Mediaset. Chi, come lui, dichiara fino allultimo centesimo in Italia fa la fine di San Sebastiano. Secco il commento da Equitalia: «Rispettiamo la privacy e, quindi, non entriamo nel merito della vicenda che riguarda il signor Luca Laurenti. Il suo commercialista, però, risponderà nelle opportune sedi legali per quanto affermato contro la nostra presunta inefficienza.
Laurenti dal canto suo si trincera dietro il “no comment”, mentre la moglie, Raffaella Ferrari, al momento ha parlato della vicenda unicamente con il figlio, per fargli comprendere che il padre non è un disonesto