A Quarto Grado, nella puntata del 2 novembre 2012, in diretta su Rete 4, gli aggiornamenti sul tragico caso di Federica Mangiapelo, la sedicenne trovata senza vita nei pressi del Lago di Bracciano. Ma non sono mancate le novità e approfondimenti su altri casi di cronaca. Il primo caso affrontato a Quarto Grado è il delitto di Yara Gambirasio: Sabrina Scampini spiega che il Dna del padre dell’assassino sarebbe di Giuseppe Guerinoni, autista scomparso nel 1999, precisando che il dna dell’uomo è stato estrapolato da diversi francobolli e marche da bollo utilizzate dallo stesso Guerinoni, ma che, mediante un nuovo confronto, gli inquirenti hanno scoperto che i figli legittimi dell’uomo, precisamente due maschi ed una femmina, non hanno il dna compatibile con quello trovato sui pantaloni di Yara, e che quindi si presume si tratti di un figlio illegittimo dell’uomo, e per tale motivo, gli inquirenti sono alla ricerca della madre del presunto assassino: viene mandato un servizio realizzato da Giorgio Sturlese Tosi nel quale viene spiegato che Giuseppe aveva come abitudine quella di recarsi in alcuni night, i quali ormai sono chiusi, precisando che la fugace relazione che l’uomo potrebbe aver avuto dovrebbe risalire a circa trent’anni fa.In studio il criminologo Massimo Picozzi spiega che l’assassino ha agita e commesso il crimine nello stesso luogo in cui sia lui che suo padre sono cresciuti, precisando che gli inquirenti sono impegnati nello scandagliare proprio questa zona, con l’intento di trovare la madre, che potrebbe essersi trasferita o, nel peggiore dei casi, deceduta, con l’inviato che puntualizza come il lavoro degli inquirenti non sarà facile, in quanto si sono prefissati il 26 febbraio del prossimo anno come data ultima per portare a termine i prelievi da fare agli abitanti di Val De Riso e Val Seriana, mentre il genetista Emiliano Giardina tende a precisare che il DNA di Giuseppe Guerinoni non è stato soltanto estrapolato dai francobolli, ma che è stato ricostruito ripartendo dal DNA dei figli legittimi, precisando inoltre che in questo preciso caso, la possibilità di commettere un errore è quasi inesistente. Viene mandato in onda un nuovo servizio che spiega come si è arrivati al dna: inizialmente ne sono state trovate tracce sui pantaloni di Yara, e dopo aver fatto i prelievi ai ragazzi che frequentano la discoteca nei pressi del luogo del ritrovamento del cadavere, gli inquirenti hanno potuto notare che uno di questi era simile ma non identico a quello ritrovato sui pantaloni della vittima, e mediante una ricostruzione del ceppo maschile, sono arrivati al cugino del ragazzo, ma anche in questo caso, il DNA si è rivelato essere simile ma non identico, e soltanto grazie le analisi del genetista Giardina, si è potuto arrivare a Guerinoni. Proprio il generista riprendere la parola, spiegando che l’esame del DNA mitocondriale sarà possibile trovare la madre dell’assassino, un suo parente oppure l’assassino stesso, mentre la dottoressa Melania Rizzoli sostiene che trovandosi nei panni di uno dei figli di Guerinoni, si sentirebbe a disagio nel vedere il nome della famiglia associato a quello di un criminale, e che soltanto mediante le analisi ben condotte si potrà arrivare finalmente all’assassino.Dopo l’appello del conduttore Salvo Sottile, che invita il pubblico da casa a contattare la redazione del programma qualora lo stesso pubblico avesse avvisto Cecilia Beretta, studentessa universitaria di venticinque anni scomparsa da Pavia la notte tra il 16 ed il 17ottobre scorso, la quale ha lasciato bigliettini dove spiegava di esser partita con un amico conosciuto in treno, lo stesso Sottile introduce il secondo caso trattato dal programma, riguardante la morte, avvenuta il 1 novembre, di Federica Mangiapelo, di cui il corpo è stato ritrovato presso la riva del lago di Bracciano: un servizio spiega che la ragazza, il giorno prima della sua morte, avesse avvertito i genitori che sarebbe andata con gli amici a festeggiare la notte di Halloween, e dopo essersi recata in un pub a bere col suo ragazzo Marco, di diciotto anni e di mestiere cameriere, col quale si frequentava da circa un anno, litiga con il fidanzato attorno alle tre del mattino del primo novembre, per poi esser stata trovata priva di vita vicino al lago di Bracciano. Il ragazzo, interrogato a lungo dagli inquirenti, ha un alibi di ferro, in quanto, dopo il litigio, è andato a trovare i suoi amici, i quali sostengono di esser stati in sua compagnia dalle tre del mattino in poi, il ché lo scagiona da ogni accusa: in studio, l’ex generale Garofano spiega che l’autopsia in questo caso risulta essere fondamentale, in quanto può stabilire l’ora e la causa della morte, e presto fatta sul corpo della ragazza. Garofano precisa che eventuali tracce di DNA sul corpo di Federica possono fornire agli inquirenti una pista da seguire durante le indagini, mentre Picozzi non esclude l’ipotesi di morte avvenuta per malore, in quanto la ragazza, come sostenuto dai suoi amici, soffriva di attacchi di epilessia, i quali negli ultimi periodi erano diventati sempre più frequenti e di maggior intensità. Il terzo caso affrontato dal programma risulta essere quello della morte di Sarah Scazzi, introdotto con un video dove protagonista è lo zio Michele Misseri, il quale, sia in aula di tribunale, sia ai microfoni dei giornalisti, decide di non aprir bocca, se non per spiegare che intende avvalersi della facoltà di non rispondere: in studio Claudio Scazzi, fratello di Sarah, spiega che tutto si aspettava tranne il silenzio dello zio, aggiungendo che non sa affatto come definire il suo comportamento, spiegando però che sicuramente gli aggettivi non sarebbe positivi visto del reato del quale è accusato, mentre l’avvocato di Michele, Armando Amendolito, spiega che il suo assistito era teso prima dell’udienza, in quanto non sapeva se esprimere o meno i suoi pensieri, spiegando che Misseri non è affatto una pedina, e che se avesse voluto consigliargli una strategia all’uomo, gli avrebbe consigliato di rimanere in silenzio per non aggravare la sua posizione. L’inviato Remo Croci spiega che Cosima, moglie di Michele, durante l’udienza ha ignorato suo marito, e comunque vadano le cose, non ha più intenzione di vivere con lui, concludendo il discorso spiegando che Misseri ha scritto diverse foto a sua figlia Sabrina scusandosi con lei per averla accusata ingiustamente. Continua alla pagina seguente.
A Questo Grado viene mandato un servizio riguardante Valentina, figlia maggiore di Michele Misseri, in cui viene spiegato che, durante un’altra udienza, abbia saputo dal padre che a suggerirgli di accusare Sabrina sia stato l’avvocato Galoppa, il quale, presente in studio, spiega che non ha mai spinto Michele ad accusare moglie o figlia, ma che lo ha sempre spronato a dire la verità, sottolineando il fatto che Michele abbia subito una sorta di regressione, in quanto il cammino fatto assieme per quanto riguarda le dichiarazioni è stato completamente abbandonato, mentre l’avvocato Pozza, difensore di Claudio, si augura che Sabrina e Cosima si decidano a parlare e dire quello che sanno al più presto Nella discussione interviene anche Alessandro Meluzzi, che fa notare ai presenti il cambiamento col passare del tempo di Michele, trasformatosi dal contadino sporco e piagnone ad un uomo vestito bene, curato e silenzioso.
Si passa poi a parlare di Paola Landini, donna di quarantatre anni scomparsa il 15 maggio da Sassuolo: viene mandato un video che spiega che la donna si è allontanata con due pistole scariche, e che era in possesso di ben due cellulari, di cui in uno dei due vi era la possibilità di effettuare chiamate illimitate verso una persona, e di due diari, in cui in uno dei due scriveva che si sentiva come una serva e che non riceveva manco i soldi per comprarsi le scarpe, anche se non è ben chiaro a chi questa critica fosse rivolta. Nello stesso servizio, il figlio Luca Arletti spiega che sua madre è una persona fragile, ma che allo stesso tempo dava il massimo per la sua famiglia, e che Roberto Brogli, attuale compagno della madre, è una bravissima persona, e che non capisce il motivo della fuga della madre: in studio, l’investigatore privato Ezio Denti spiega che il caso sta assumendo una strana piega, in quanto reperire delle informazioni sta risultando esser difficile, in quanto l’omertà delle persone che frequentavano il poligono è aumentata e che anche su internet, le persone che conoscevano Paola si sono cancellate dal suo profilo di Facebook, come se nascondessero qualcosa, per poi spiegare che è venuto a conoscenza del fatto che Paola avesse rapporti con altri uomini, anche se non si sa spiegare se questi sono intimi o semplici rapporti d’amicizia. Anche Massimo Picozzi commenta la vicenda spiegando che, avendo dei debiti, Paola potrebbe aver deciso di scappare per non pagarli, anche se in casi analoghi, colui o colei che scappa lascia sempre una traccia per farsi ritrovare, con Gian Gavino Sulas che commenta il fatto che la macchina fosse stata ritrovata in perfetto ordine nel poligono spiegando che si potrebbe trattare di una messa in scena, mentre la presidente dell’associazione Penelope, Elisa Pozzatasca, spiega che il fatto che nessuno abbia visto Paola e che comunque ci sia omertà in questa vicenda risulta essere preoccupante. Penultimo caso affrontato a Quarto Grado è la scomparsa di Angela Celentano, con la recente notizia che una ragazza, di nome Celeste Ruiz si sia identificata nella storia di Angela e abbia contattato i genitori della figlia: l’inviato Simone Toscano spiega subito che gli inquirenti hanno richiesto alla redazione tutto il materiale con l’intervista fatta al padre di Celeste, Cristino, in quanto l’intervista potrebbe esser d’aiuto per risolvere il mistero che si cela dietro i recenti contatti della ragazza con la famiglia di Angela. L’intervista viene quindi riproposta, con Cristino che nega di aver contattato la famiglia Celentano, così come moglie e figlia, e di non esser mai venuto a conoscenza di un certo Alfredo Marin, presunto hacker del profilo della moglie, con l’inviato che in studio, al termine del servizio, sottolinea il fatto che ci siano diverse contraddizioni da parte di Cristino, in quanto nega di conoscere il cognome Marin, mentre questo era il cognome dell’ex marito della moglie, e di conoscere i due investigatori che hanno controllato il suo computer. Gian Gavino Sulas commenta queste contraddizioni spiegando che dovrebbe intervenire l’Interpol, e che le forze dell’ordine italiane dovrebbe spronare quelle messicane ad indagare, in quanto in questo modo la verità verrebbe a galla: anche l’esperto in informatica Giovanni Basetti commenta il servizio spiegando che esclude a priori un hacker, in quanto il pc di Cristino è collegato mediante connessione remota e non col cavo, cosa che escluderebbe appunto intromissioni di terzi nel suo computer, spiegando che soltanto con un virus trojan è possibile manipolare un PC a distanza, e che comunque, per rintracciare una mail, bisogna verificare l’indirizzo IP, il quale nel PC di Cristino risulta essere statico, e quindi, come sottolineato dall’esperto prima, esclude la possibilità di hackeraggio del computer dell’uomo. Continua…
Ultimo caso affrontato dal programma è quello della condanna di ergastolo data a Salvatore Parolisi dal giudice Marina Tombolini: dopo un servizio che spiega che a Parolisi è stato dato l’ergastolo ed il dovere di pagare un milione di euro come risarcimento per la figlia, Alessandro Meluzzi rispiega che secondo lui, il caporalmaggiore è entrato in un meccanismo più grande di lui, e che potrebbe esser stato ricattato da qualcuno, e come spiegato sin dall’inizio, Meluzzi ribatte ancora una volta sul fatto che nella caserma ci sono dei meccanismi che gli inquirenti non hanno preso in considerazione, in quanto secondo l’uomo, parte della soluzione si trova appunto all’interno della stessa caserma. L’avvocato Gentile, difensore di Salvatore, spiega che secondo lui, ad aver portato il suo assistito ad esser condannato con l’ergastolo sono state le sue continue bugie, l’attaccamento al lavoro rispetto la situazione che stava passando ed il fatto che ha cercato di mascherare, senza riuscirci, le storie con le amanti, sottolineando il fatto che Salvatore, dopo l’udienza, fosse demoralizzato, ma che essendo un gran combattente, dopo essersi rimesso psicologicamente continuerà a combattere per la sua libertà, e che lui, in qualità d’avvocato, farà il possibile affinché la verità venga a galla. L’avvocato Stefani spiega che durante il processo ci sono stati molti indizi e poche prove, sottolineando il fatto che molti indizi non fanno una prova e che a giugno o direttamente a settembre ci sarà il processo d’Appello che darà possibilità agli avvocati di poter cambiare le sorti del loro assistito.