Quarto grado. Le novità sul Dna dellassassino di Yara Gambirasio – Al centro della puntata di ieri sera di Quarto Grado le ultime novità sulle indagini per lomicidio di Yara Gambirasio. Ancora il caso di Melania Rea, con ospiti in studio il fratello e lo zio, e di Lucia Manca. La trasmissione condotta da Salvo Sottile si è soffermata anche sul caso dell’omicidio di Rossella Boffo e sul naufragio della Costa Concordia.
Le novità sulla vicenda di Yara Gambirasio riguardano il ragazzo 30enne individuato dagli inquirenti frequentatore della discoteca vicino alla quale è stato ritrovato il corpo della piccola Yara. Il giovane non ha nulla ha a che fare con l’omicidio, ma il suo patrimonio genetico sarebbe imparentato con quello dell’assassino le cui tracce di DNA sono state ritrovate sugli indumenti della ragazzina uccisa. In conseguenza di questa scoperta è iniziata la ricerca di individui che portano lo stesso cognome del ragazzo ai quali è stato effettuato il prelievo di un campione di DNA. Come viene mostrato ai telespettatori attraverso una cartina geografica dell’Italia, il cognome, che non viene rivelato, ha un’ampia diffusione soprattutto al nord, in Lombardia, ma è presente anche in altre regioni italiane. Le ricerche hanno condotto gli inquirenti in un paese a circa 50 Km da Brembate, Gorno. Qui è stato richiesto l’aiuto dell’anagrafe cittadina per risalire a tutti gli appartenenti a questa famiglia, risalendo indietro nel tempo per svelare tutti gli intrecci che, nel corso degli anni, questo cognome ha avuto con altre famiglie attraverso i matrimoni. Non viene trascurata neanche la possibilità che l’assassino possa essere frutto di una relazione extraconiugale e quindi avere un cognome diverso.
Massimo Picozzi mostra perplessità sulle modalità con cui vengono condotte le indagini affermando che o vi è qualcosa che non è trapelato sullo stato delle indagini eseguite in modo tradizionale, o gli inquirenti non avendo altri elementi stanno sparando nel gruppo.
Anche Meluzzi ritiene assurdo che le indagini siano portate avanti facendo riferimento a un cognome che non è necessariamente indice di parentela.
Si parla anche di quale sia attualmente la posizione di Fikri, il marocchino fermato e poi rilasciato, attualmente in patria, per il quale, il magistrato ha chiesto di avere tutti i dati in possesso degli inquirenti prima di escluderlo completamente dalle indagini.
In qualche modo l’assassino ha a che fare con il cantiere vicino alla palestra sia perchè il cellulare di Yara è stato agganciato dalla cella di quella zona, sia per la presunta arma del delitto, un taglierino da piastrellista.
Secondo Picozzi, l’assassino di Yara è un maniaco nel senso che si tratta di un adulto, ma non crede che sia un omicidio in qualche modo ripetibile. Prima di chiudere l’argomento Salvo Sottile comunica che i consulenti della famiglia Gambirasio hanno potuto avere accesso agli atti delle indagini.
Il conduttore introduce alcune novità sul caso di Melania Rea: il 12 marzo avrà luogo l’udienza nella quale i difensori di Salvatore Parolisi potranno richiedere il rito abbreviato.
Ospiti in studio il fratello di Melania, Michele, e lo zio Gennaro.
Si parla della vita parallela di Salvatore Parolisi che, oltre che ad avere un’amante, frequentava siti web e chat dedicati ai transessuali. La stessa Ludovica, la soldatessa amante di Salvatore, rivela di come lei non fosse l’unica amante del marito di Melania. Il fratello di Melania afferma che prima della scomparsa della donna non avevano avuto alcun sentore della doppia vita dell’uomo, mentre lo zio ipotizza che Melania potesse averlo scoperto e stava cercando di risolvere il problema. Anche l’avvocato della famiglia Rea ritiene che la scoperta di Melania della doppia vita possa essere stato il movente dell’omicidio. Secondo Melluzzi, invece, questo sarebbe tutto da dimostrare. Secondo il profilo della coppia, fatto da una criminologa, Melania era una donna forte, ma controllata da Salvatore in quanto aveva deciso di lasciare la sua città per seguirlo e nella sua nuova residenza era sola e dipendente da lui sia per gli spostamenti che economicamente.
Commentando le frequentazione dei siti porno per bisessuali Barbara Palombelli afferma che il fatto di per sè non l’avrebbe scandalizzata se non fosse che Salvatore abbia visitato i siti in questione anche nei giorni della scomparsa della moglie.
Tutte le prove sembrano convergere su Parolisi, ma il conduttore ci illustra quali saranno le contestazioni della difesa. Queste riguarderanno soprattutto l’ora della morte fissata in base ai risultati dell’autopsia intorno alle 14:30. L’orario sarebbe determinato dalla presenza di cibo nello stomaco della donna e da tracce di caffeina, derivanti dal caffè bevuto prima di uscire da casa. Secondo la difesa non è possibile basarsi sulle tracce di caffeina poichè il caffè preparato con la moka può avere quantità variabili di caffeina in base a come viene preparato e inoltre non si sa quanto ne abbia bevuto Melania quel giorno.
Dopo il caso Rea, si passa all’omicidio di Rossella Boffo, una donna il cui cadavere è stato ritrovato nella stessa zona dove è stata uccisa Melani. Per l’omicidio è stato arrestato Alvaro Binni, tecnico informatico della donna con la quale si ipotizza avesse una relazione diventata pesante dopo che lei aveva deciso di trasferirsi ad Ascoli Piceno dove l’uomo viveva con la moglie. L’uomo, intervistato qualche tempo prima dell’arresto, dichiara di essere stato semplicemente amico della donna. Mentre faceva queste affermazioni, rileva Picozzi, l’uomo stringeva gli occhi, un segno che neanche lui ci credeva. In ogni caso per l’accusa pur non essendovi una prova regina vi è un castello di indizi molto consistente.
Dopo questo caso l’attenzione si concentra sul caso di Lucia Manca con un intervento della donna che aveva una relazione con Renzo Dekleva che racconta di come lui le avesse raccontato delle bugie e di ritenere fosse affetto da delirio di onnipotenza.
In conclusione si parla ancora del naufragio della Costa, del fatto che sia stata individuata una zona dove ci sarebbero altri corpi e sulle responsabilità che, probabilmente, non ricadrebbero solo sul capitano Schettino, ma anche sull’armatore.