A Quarto Grado, il settimanale di cronaca in onda su Rete 4, si torna a parlare delle vicende di cronaca di cui più si discute in questi giorni. Salvo Sottile e Sabrina Scampini tornano sul caso di Roberta Ragusa, scomparsa ormai da tre mesi in pigiama, senza soldi, documenti e cellulare. Già nella prima denuncia il marito ha voluto indirizzare le indagini parlando di una perdita di memoria. Il medico Fabrizio Fracasso, che l’aveva vista in quei giorni, però, non aveva notato nulla di strano di lei e la stessa cosa viene confermata dalla sua dottoressa che l’aveva visitata in seguito ad una caduta. Dopo appena 48 ore sono arrivate già le prime segnalazioni, ma il problema è che non sappiamo quali siano davvero fondate. L’avvocato sostiene che l’allontanamento volontario sia poco plausibile. Si indaga dunque per omicidio volontario e il marito è il maggior sospettato. Intanto però Roberta non viene più cercata. Massimo Picozzi spiega che i danni dopo i traumi cranici possono svilupparsi anche nel giro di giorni, però ormai sono passati tre mesi dalla scomparsa di Roberta ed è strano che non sia stata ancora ritrovata. Il generale Luciano Garofalo spiega che anche se gli avvistamenti meritavano approfondimenti, esistono indagini meno clamorose che vanno avanti e non bisogna dunque pensare che la macchina investigativa si sia fermata. Il fatto che Roberta non venga più cercata, farebbe pensare, sempre secondo il generale, che non si creda più ad un omicidio. Da Pisa, in collegamento telefonico, c’è Sonia, la cugina di Roberta, che si augura che le indagini continuino con convinzione, senza scartare nessuna ipotesi. Quello che si sa per ora è che il marito Antonio aveva un relazione con Sara, la segretaria ventottenne dell’autoscuola di cui Roberta era co-titolare. Di certo quella che appariva una famiglia perfetta in realtà non lo era. Forse Roberta aveva scoperto qualcosa su quel tradimento? La Palombelli ritiene infatti che la scoperta di una cosa del genere potrebbe aver provocato davvero di tutto nella donna. All’inizio si pensava ad un allontanamento volontario anche per Melania Rea. Salvatore Parolisi adesso è indagato, ma nel frattempo è spuntata una panda gialla. Ebbene l’auto è stata vista vicino a Ripe nel giorno dell’omicidio, il 18 aprile 2011. La macchina è stata avvistata più volte quel giorno dalla vedetta che prestava servizio a poca distanza dal chiosco presso il quale è stata ritrovata Melania. Allora, quando Salvatore Parolisi accenna a quella panda, si riferisce proprio a quel giorno? La stessa macchina del resto è stata avvistata anche ieri dagli inviati di Quarto Grado. C’è dunque qualcuno che si frequenta quei boschi regolarmente. Massimo Picozzi spiega che il modo migliore per reggere un interrogatorio è spostare il ricordo su un’altra giornata, in modo da poter raccontare tutti i particolari. Ma il fatto che Salvatore e Melania non siano stati visti quel giorno a Colle San Marco, diventerà una prova? Sicuramente, spiega Marco De Visciolo, avvocato penalista, una prova del genere non può essere utilizzata come prova negativa. Per avere questo occorrerebbe
Che Melania fosse stata vista altrove. Elisa Pozza Tasca, presidente dell’associazione Penelope ed ospite in studio, invita chiunque possa sapere qualcosa ad inviare una lettera anonima direttamente alla sua associazione. Intanto si è smentito che Parolisi avesse contatti su facebook con dei trans ed anche che dopo la scomparsa della moglie il militare avesse passato molto tempo in chat. Questo, perlomeno è quanto dice l’avvocato di parte di Salvatore. Un documento inedito che viene mostrato stasera per la prima volta a Quarto Grado, è una telefonata tra Salvatore e la sua amante Ludovica. E’ il primo maggio 2011 e Melania è morta da pochi giorni. Salvatore parla a telefono con Ludovica e mostra confusione e goffaggine, poi rimanda la discussione ad un eventuale incontro dal vivo. Di certo questa telefonata fa venire dei dubbi sul fatto che Parolisi possa essere l’assassino perfetto. Picozzi però pensa che anche se fosse lui l’assassino, questo è un delitto di impeto e dunque il fattore della programmazione è normale che sia scarso. E’ positivo però che Parolisi sia giudicato con rito abbreviato, quindi non dalla giuria popolare ma da un giudice.
A Quarto Grado si parla anche del caso di Serena Mollicone, e ospite in studio c’è suo padre, Guglielmo,che ricorda con dolore quel giorno in cui fu ingiustamente portato via dalla chiesa mentre si stavano celebrando i funerali di sua figlia. Oggi egli è ancora alla ricerca della verità e ci si chiede perché si siano dovuti aspettare tutti questi anni per arrivare a trovare delle tracce ematiche che potrebbero essere di notevole aiuto nell’avanzare delle indagini. Continua alla pagina seguente.
Ospite in studio c’è la vedova di Enzo Fragalà, avvocato e parlamentare. La donna dice che conosceva bene suo marito, che non era un santo ma un uomo normale con le su debolezze, però era un uomo per bene ed una persona amabile che si faceva voler bene da tutti. La donna esclude categoricamente che suo marito possa essere stato ucciso per aver chiesto delle parcelle troppo elevate ai suoi clienti. Le difficoltà nelle indagini, del resto aumentano con il passare degli anni ed i punto più difficile resta l’identikit del killer, che aveva il volto coperto dal casco. In studio c’è anche l’avvocato della famiglia, che spiega come in certi fatti cruenti è difficile trovare una soluzione se non si trova lo spunto investigativo giusto nelle 48 ore successive. Anche per Alberto Musy avvocato e consigliere comunale gravemente ferito a Torino, si cerca ancora il colpevole.