Pomeriggio 5, riassunto prima parte 18 aprile 2012 – Nella puntata di oggi, la prima parte di cronaca ha trattato come di consueto diversi casi: la vigilia dei funerali di Pier Mario Morosini, un ricordo di Melania Rea a un anno dalla sua morte e la storia di un bambino tolto a una madre . Per iniziare, Barbara d’Urso racconta alcune notizie flash: la prima è una storia a lieto fine, che parla della liberazione di Sandra Mariani, ragazza rapita in Algeria circa 14 mesi fa. Una clip mostra la commozione della madre, che parla al telefono con un giornalista. Altrettanto non si può dire della notizia a seguire: a Rozzano, Loretta, una ragazza di 38 anni è scomparsa misteriosamente mercoledi scorso. Il marito non crede assolutamente che si tratti di un allontanamento volontario, anche perché i due dovevano sposarsi. E passando in rassegna le notizie, una storia di abusi viene poi letta dalla conduttrice: in una scuola del basso Bergamasco, il direttore perpetrava molestie verso alcuni bambini. Scoperto dalle telecamere di servizio, è stato già arrestato. Parlando di Pier Mario Morosini, stamattina è stata aperta la camera ardente e domani ci saranno i funerali. Presenti, oltre a tutta la squadra, la ragazza Anna, e un viavai di fedeli. Gigi Maifredi (allenatore), parla di lui: “Anche prima di morire ha dato un insegnamento. Cercando tre volte di rialzarsi ha fatto capire che non bisogna mollare mai”. Tito Giliberto è inviato a Monterosso, quartiere della zona nord di Bergamo dove la camera ardente è situata. Davanti alla gente che va e viene, Giliberto racconta anche la visita di Zanetti e Ranocchia, difensori dell’Inter. Anche il Presidente Napolitano ha inviato una corona d’addio al giocatore di cui tutti hanno un ricordo felice. Per quanto riguarda la sorella, portatrice di handicap, l’impegno della società dell’Udinese è quello a prendersi cura di lei. Cambiando argomento, si parla della scomparsa, avvenuta il 2 aprile, di Antonio e Stefan, ritrovati poi alcuni giorni dopo in Romania. Alcuni giorni fa, la loro sorella e la madre erano giunti a fare un appello in studio, per chiedersi chi abbia permesso tale allontanamento dai confini. In studio è presente uno dei due protagonisti (Stefan), assieme alla madre Viorica Sapoval e al padre Antonio Rovati. Stefan parla di cosa li ha spinti a fare tale gesto: “Era un giorno normale come tanti, e lui mi è venuto a prendere a scuola, chiedendomi se potevamo star fuori a mangiare. Ma io l’ho portato a casa: ultimamente lui ci veniva spesso, probabilmente per i suoi pessimi rapporti con la famiglia. Dopo un po’ mi sono accorto che nel suo zaino aveva dei vestiti. E ho capito che voleva scappare, dicendo che i genitori lo trattavano male. Io all’inizio ero confuso, poi gli ho detto che andavo con lui”.
Il motivo che racconta Stefan, riguardante l’allontanamento, è un suo litigio con la ragazza: “Proprio per questo ho deciso di scappare anche io. Abbiamo preso un treno, senza sapere dove andare. Ma l’intenzione era solo di dare un segnale. Siamo arrivati ad Udine e ci hanno controllato anche i documenti: ma non c’era stata denuncia per noi, e quindi ci hanno lasciati andare. Da li, c’è venuta l’idea di andare in Austria. Ma cambiando vari treni, siamo giunti a Budapest, e ci siamo rimasti perché io sono Moldavo, e so parlare il Rumeno”. Poi, con una leggera commozione, il ragazzo continua: “Io supponevo che lì ci avrebbero fermato alla frontiera, quando stavamo andando in Romania. Oramai la denuncia era stata fatta. Ci hanno alloggiati in una casa famiglia”. La D’Urso chiede come mai non sia stato possibile, per la madre e per la trasmissione, mettersi in contatto con la casa famiglia. E il ragazzo non sa dare spiegazioni a riguardo. Poi, assieme ai genitori, la madre specifica come l’allontanamento sia nato da Antonio. Ma al telefono, Francesca Sciutti (madre del ragazzo), è in collegamento per sostenere il contrario: “Non è vero che è partito da mio figlio. E non è neanche vero che i due si frequentassero da tempo. Non erano cosi amici come la madre sostiene”. Ma la madre di Stefan non ci sta a sentire tali accuse: “Non è colpa né mia né tua, non si più dire che qualcuno abbia responsabilità in questa storia”. Poi interviene anche il padre Antonio Rovati: “Nessuno ha puntato una pistola in testa a suo figlio”. Poi, prima di occuparsi dell’omicidio di Melania Rea, si parla della storia di una ragazza ospite a San Patrignano, a cui lo stato non vuole affidare il proprio bambino. La protagonista è Samantha, che in collegamento telefonico però comunica in lacrime una notizia lieta: “Gli avvocati della comunità sono riusciti ad ottenere l’affidamento nella comunità, e lei potrà riabbracciarlo”. Quindi, ad un anno dalla morte di Melania, in collegamento ci sono lo zio di Melania Gennaro e un amico di famiglia. Da Roma, Mario Adinofli, del settimanale “The week” (che fa un breve punto sulle indagini, ancora ferme). Da Napoli, la migliore amica di Melania, Imma Rosa. Lo zio mostra una foto che verrà regalata a tutti i presenti, oggi, nella messa commemorativa. Imma mostra l’ultimo regalo ricevuto dalla vittima, una maglietta che indossa.