Che tempo che fa, riassunto puntata del 29 aprile 2012 – La puntata andata in onda ieri sera di Che tempo che fa ha visto diversi ospiti d’eccezione, a partire dal capitano della Juventus Alessandro Del Piero, anticipato da Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc e Rossana Luttazzi, compagna di Lelio Luttazzi a cui ha dedicato una fondazione. E’ proprio lei a fare il suo ingresso per prima a inizio trasmissione, e insieme a Fabio Fazio ricorda il suo scomparso marito, il celebre presentatore che ha fatto la storia della televisione e che ci ha lasciati due anni fa. Oggi Rossana è in studio per un nobile motivo, cioè raccontare l’operato della fondazione istituita in onore di Lelio, che si occupa della formazione e della promozione di eventi musicali. Nel corso della chiacchierata si parla anche dell’attuale posizione dello spettacolo e degli artisti, e Luttazzi non è propensa a ritenere propriamente florido il panorama, a cominciare da quello che l’Inps ha delineato togliendo contributi essenziali per attori ed alcune categorie. Il secondo ospite in studio è Pier Ferdinando Casini, col quale si analizzerà l’attuale situazione politica e i risvolti futuri. Casini esordisce subito parlando di Monti: “Dopo lui abbiamo avuto una percezione del fatto che le cose siano migliorate. Ma il pericolo continua a persistere. Io sono stupefatto del fatto che in 4 o 5 mesi ci siamo dimenticati del perché e a quale punto egli ha preso l’Italia. Oggi tutti sembrano smemorati: se c’è la pressione fiscale oggi sembra colpa di Monti. Ma, ad esempio, l’ICI non andava tolta: inutile lamentarsi ora, perché qualchedun’altro ha fatto quello che non andava fatto, togliendo dalle casse dello stato introiti utili solo per ottenere consensi. Quindi invito tutti al buonsenso: inutile dire che le tasse sono troppe ora”. Fazio domanda quindi che cosa bisognerebbe fare per scongiurare il rischio di fallimento. Casini ha un’idea molto semplice: “Bisogna fare quei famosi “compiti a casa” di cui si era parlato col decreto Salva Italia”. Fazio, suggerendo al politico che forse le cause dell’attuale polemica con il premier siano dovute al rallentamento degli effetti della sua manovra, si sentirà rispondere inneggiando alla famosa “spending review” di cui si sta parlando molto in questi ultimi giorni: “Ha i suoi tempi. Tanto per cominciare bisogna fare analisi sull’economia europea e bisogna aspettare anche le elezioni in Francia”. In tema economico, Fabio Fazio chiede all’ospite se non si potesse essere più oculati nella gestione del decreto, tassando magari le banche. Ma per Casini non è la soluzione: “Se avessimo tassato a monte, sa quanti capitali sarebbero scappati all’estero? Dobbiamo invece tendere ad accentrare tutto verso di noi, non vi sono altre soluzioni”. Toccando il punto dello stato sociale, Fazio chiede a Casini se non si sia oramai perso, visti gli “abusi” perpetrati tassando le fasce più deboli. Ma per lui, anche questo punto è stato oltremodo polemizzato: “Abbiamo trasformato uno stato sociale in uno assistenziale. Se noi abbiamo tutti i privilegi che abbiamo avuto, è perché abbiamo scaricato i debiti che avevamo sulle generazioni future. L’altro giorno sentivo il caso di una ragazza che si lamentava di essere “mantenuta” da suo padre, il quale era però in pensione dall’età di 48 anni. Questa cosa non è più possibile ora, e non è stata sensata neanche in passato”. Ma l’obiezione di Fazio è pronta: come mai la tassazione non tocca i privilegi del grande sistema, visto che una decina di persone hanno in mano le ricchezze del 30 per cento del paese? Casini deve ammettere che su questo punto, si è fatto poco: a cominciare dalla patrimoniale, della quale però non dà la completa colpa al governo. Infatti è difficile ancora identificare la provenienza di gran parte delle proprietà interessate, e non avrebbe avuto senso estenderla. ll terzo ed ultimo ospite è Alessando del Piero, introdotto da Filippa Lagherback decantandone i suoi 289 gol. Istituzione del calcio italiano celebrata anche dal presidente della Repubblica, il calciatore viene a parlare di tutti gli anni della sua esperienza alla Juventus e in nazionale, e presenta anche il suo libro “Giochiamo ancora”, che come lo stesso Fazio spiega, “è un libro che parla del gioco del calcio, non di calcio. E siccome ultimamente io seguo molto meno questo sport perché si è perso il fattore gioco, queste pagine sono molto interessanti”. Il capitano della Juve parla delle esperienze belle e di quelle più difficili. E tra queste non manca la serie B: “Allora non era bello esserci, ma oggi mi accorgo che mi ha dato tanto”. Ma sul presente, a un passo dal possibile scudetto, Fazio lo invita a parlare delle voci che lo vedrebbero allontanarsi dalla Juve. E Del Piero fa un annuncio sconvolgente: “Il 20 maggio col Napoli in coppa Italia ultima in bianconero? Ad oggi, per come stanno le cose, sarà la mia ultima partita, perché il contratto scade a giugno. Però preferisco pensare al presente”. Tornando al libro, Fazio lo invita a commentarne alcune frasi, tra cui quelle sullo spirito di squadra, che egli ritiene un valore molto simile all’egoismo: volere per sé per dare al collettivo. Non può mancare un accenno alle famose “punizioni alla Del Piero”, nate, come lui stesso racconta, in salotto di casa sua, dove si esercitava a scavalcare il divano posto molto vicino al punto di battuta. 



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