Ballarò, ultima puntata, il video di Roberto Benigni. 26 giugno 2012 – L’ultima attesa puntata stagionale di Ballarò, trasmissione di approfondimento politico condotta da Giovanni Floris, ha proposto tra le altre cose un’intervista a Roberto Benigni, rilasciata dal comico e attore toscano in un’aula del Comune di Firenze. Benigni esordisce spiegando ironicamente che i canti che lui ha scelto di interpretare durante lestate fiorentina trattano di argomenti che definisce medievali e probabilmente incomprensibili agli occhi dei cittadini italiani: parla ad esempio di una pratica dei politici dell’epoca che si chiamava “baratteria”, in cui venivano usati soldi pubblici per scopi privati oppure in cui si elargiva denaro sotto banco. Nel medioevo venivano chiamate tangentes o bustarelles, spiega Benigni, patiche che sarà difficile spiegare al pubblico che lo seguirà in quanto non sono attualmente in uso nella nostra epoca storica. L’inviata di Ballarò chiede quindi a Benigni un commento su tutto quello che è accaduto dallo scorso settembre ad oggi. Il comico toscano prima scherza parlando di Floris come un perfetto maestro che sta per chiudere il proprio anno scolastico, poi ricorda velocemente lexcursus della recente storia politica italiana sottolineando come a settembre ci fosse ancora Berlusconi al governo, caduto poi a novembre. Parla poi dellarrivo di Mario Monti e di tutti i professori, lo spread e infine del ruolo centrale della cancelliera Angela Merkel. Benigni sottolinea come sia arrivato il momento di fermarsi da parte della Merkel anche perché non se ne può più di qesto spread sempre in continua risalita. Come possibile punizione dellInferno di Dante, spiega quindi Benigni, ci potrebbe anche essere proprio quella di subire le manovre finanziarie della Merkel. L’inviata gli chiede poi dove metterebbe i vari personaggi politici allinterno dellInferno. Si parte con il Ministro del Lavoro Elsa Fornero alla quale ironicamente Benigni vorrebbe far contare le presenze allInferno, con la diatriba tra lInps che ne vede 380 mila e lei che ne ufficializza solo 65 mila. Prendendo spunto dal fatto che si parla del Ministro del Lavoro, Benigni propone una propria visione romantica del lavoro rimarcando che non ci sarebbe democrazia senza di esso, in quanto quando una persona riceve una ricompensa per una prestazione lavorativa non riceve soltanto il denaro ma trova sé stesso e la propria indipendenza e libertà. Il secondo politico da inquadrare in un girone della Divina Commedia è il Premier Monti per il quale Benigni vedrebbe bene una posizione allinterno del Purgatorio, in quanto è per antonomasia un canto tecnico che tra laltro serve per ripianare gli errori dellInferno, un po come si sta facendo adesso per leconomia italiana. Per il segretario del PD Bersani, Benigni vedrebbe bene un ruolo nella cornice dellEden mentre per quello del PDL proprio non riesce a trovarne uno. Alla domanda di chi sarà lerede di Silvio Berlusconi, Benigni su suggerimento dellinviata risponde Gerry Scotti, sottolineando ancora una volta come questo sia il momento dei comici. Poi scherzosamente Benigni prevede per sé stesso, nel caso vinca le elezioni politiche, un ruolo nellesecutivo come Ministro degli Esteri in un improbabile futuro summit a tre con Grillo e Obama. Tornando serio però Benigni invita la gente a non dare dei voti di protesta ma di testa, in quanto è lunico modo per cercare veramente di risolvere i problemi che attanagliano lItalia. Il focus del discorso si sposta poi sulle nomine del consiglio di amministrazione Rai, ammettendo che anche lui ha mandato il proprio curriculum affinché possa essere preso in considerazione. Prendendo spunto da ciò, ironicamente Benigni rivela che anche Dante aveva condannato in una specifica sezione tutte quelle persone che mettevano in posizioni dirigenziali parenti e amici, anche se questi non erano in realtà capaci di far niente. Lultima domanda è su che tipologia di estate sarà la prossima. Benigni risponde che sarà lestate dellImu e di Dante, anche perché il sommo poeta è stato il primo grande giornalista che già allepoca faceva scoop e tra laltro inventore, a dire del comico toscano, della trasmissione Ballarò. Infine salutando Floris, Benigni chiude il proprio intervento inscenando una gag in cui, fingendo di essere a telecamere spente, rivela il proprio rammarico per la prossima chiusura di Ballarò e lallontanamento dalla Rai dello stesso Floris.