Che tempo che fa dedica una puntata speciale interamente a Giorgio Gaber. Non è la prima volta che Fabio Fazio fa cose del genere, lo aveva già fatto ad esempio per ricordare un altro artista scomparso e cioè Fabrizio De André. Questa volta l’onore tocca a Giorgio Gaber nel decimo anniversario della sua morte (è scomparso il primo gennaio 2013). Sono state molte infatti negli ultimi mesi le iniziative per ricordare l’artista milanese ad esempio un triplo cd contenente le interpretazioni di molti artisti delle canzoni di Gaber. Stasera si seguirà un copione simile: un bel numero di cantanti eseguirà canzoni di Giorgio Gaber o lo ricorderà con monologhi e interpretazioni diverse. Sul palco della trasmissione di Rai Tre vedremo così sfilare: Patti Smith, Claudio Bisio, Paolo Jannacci, Rocco Papaleo, Luca e Paolo, Enzo Iacchetti, Enrico Ruggeri, Paolo Rossi, Samuele Bersani, Emma, Luciana Littizzetto, Rossana Casale, Roberto Vecchioni, Neri Marcore, Arisa, i Piccoli Cantori di Milano. Ad accompagnarli i musicisti che suonavano dal vivo con Gaber, a dare un omaggio ancora più sentito allo scomparso attore e cantante. Si tratta di Gianni Martini alla chitarra, Luigi Campoccia al piano, Claudio De Mattei al basso, Enrico Spigno alla batteria, Corrado Sezzi alle percussioni, Luca Ravagni alle tastiere. Che tempo che fa: G di GABER dunque questa sera alle ore 21 e 05 su Rai Tre appuntamento imprerdibile con la grande musica. Ha così commentato l’iniziativa lo stesso Fabio Fazio: “Per tutta la sera parliamo di Giorgio Gaber attraverso le sue parole e quelle di Sandro Luporini. Ma quello che più ci preme è parlare di Gaber al futuro perché le sue parole, oggi, sono più vive che mai”. Gaber infatti soprattutto nel periodo in cui insieme allo scrittore Luporini diede vita al teatro canzone, è stato interprete del disagio umano, della persoan che capsice come l’ideologia e l’impegno politico non bastino a soddisfare il suo bisogno di civiltà: Gaber e Luporini hanno espresso in maniera eccezionalmente realista e poetica questa situaizone dell’uomo moderno che si ritrova da solo davanti al crollo dell’idoelogia e del rfiuto di Dio, sempre con un brillante senso dell’umorismo, ma anche con profonda drammaticità.
Ma naturalmente l’opera di Gaber copre un periodo più lungo, visto che cominciò a esibirsi e a incidere alla fine degli anni cinquanta, con canzoni diventat epopolarissime che raccontavano la realtà della Milano di periferia dell’epoca.