La puntata di “un giorno in pretura” andata in onda su Rai Tre alle 23.40 sabato 25 maggio 2013 comincia con il mandare in onda uno stralcio dellinterrogatorio di Michele Misseri che mostra al giudice e a tutta la corte un pezzo di corda che a suo dire sarebbe una parte di quella che avrebbe utilizzato per lomicidio di Sarah Scazzi. Il giudice fa notare come in questa fase non possa rendere spontaneamente delle proprie considerazioni, bensì deve rispondere alle domande poste dal pubblico ministero ed eventualmente dal proprio avvocato. Michele sostiene inoltre che sia la moglie Cosima che la figlia Sabrina non sapessero nulla di quello che aveva fatto ma soltanto questultima aveva notato come lui quella sera, mentre loro guardavano la televisione, si fosse chiuso in camera per piangere. A tal proposito sottolinea che Sabrina non fosse però a conoscenza del motivo di quei pianti. Viene mostrato quindi linterrogatorio da parte del pubblico ministero a Giovanni La Marca, comandante della polizia penitenziaria di Taranto. L’uomo racconta che Michele Misseri, al suo arrivo in carcere, avesse una nota di accompagnamento perché a un carabiniere laveva confidato la volontà di suicidarsi. Per tale motivo, il comandante La Marca decise di sottoporlo ad una sorveglianza a vista per tutta la durata della sua detenzione. Misseri racconta poi come in effetti al momento della scarcerazione La Marca mostrò una certa preoccupazione per lui, onvinto che potesse compiere quellestremo gesto. A questo punto viene mandato in onda uno stralcio della deposizione del cognato di Michele Misseri, Giuseppe Serrano, che quel 26 agosto del 2010, come ogni pomeriggio, si recava presso quellappezzamento di terra che veniva coltivato insieme a Misseri verso le 15,00 per raccogliere circa 3 kg di fagiolini. Il Pubblico Ministero fa notare come queste deposizioni rese da Serrano siano in contraddizione per tempistica e quantità del raccolto rispetto a quanto detto in prima istanza. Poi cè un piccolo battibecco tra lavvocato di Sabrina Misseri e il Pubblico Ministero sul perché stranamente Serrano abbia conservato proprio il calendario del 2010 dove ha annotato il raccolto di quel giorno e di altri mentre quelli degli altri anni no ed inoltre come dice che si sarebbe aspettato una domanda su questo aspetto. Questo stralcio di interrogatorio serve a capire se e quale versione di Michele Misseri sia quella attendibile. A questo punto viene mandata in onda la fase nella quale Michele Misseri viene sentito come testimone dellomicidio dietro richiesta dellavvocato difensore di Sabrina Misseri. Ricordiamo che invece lui è imputato in questo processo per occultamento del cadavere di Sarah Scazzi e per questa questione si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si parte da quel 26 agosto 2010 allora di pranzo, quando Michele Misseri è rientrato a casa per mangiare trovando il piatto pronto sul tavolo e la moglie Cosima e la figlia Sabrina si erano andate a riposare sul letto dopo aver mangiato. Ricorda che non lavevano aspettato anche perché i rapporti con la moglie in quel periodo non erano sicuramente idilliaci.
Continuando il racconto, dice che dopo aver mangiato di essere sceso in garage dove ha trovato una grande confusione e tutto aperto. Ad un certo punto ha visto improvvisamente la sagoma della nipote Sarah e, siccome aveva da fare, l’ha presa di peso per portarla fuori per farle capire che doveva andarsene. Allora lei ha tirato un calcio e lui in un momento di pura follia ha preso una corda che aveva a portata di mano e gliela stretta intorno al collo fino ad ucciderla. A questo punto si alza il suo avvocato difensore e chiedendo la parola fa presente la sua intenzione di rassegnare il mandato in quanto il suo assistito ha cambiato la linea difensiva accordata e soprattutto ha cambiato versione. Gliene viene assegnato di ufficio uno nuovo ed il processo va avanti. A questo punto su domanda dell’avvocato difensore e del pubblico ministero si cerca di capire il perché lui nel corso del tempo abbia più volte cambiato versione, partendo prima dalle ammissioni della propria colpevolezza, poi chiamando in causa la figlia Sabrina come complice e poi definitivamente addossare la colpa alla figlia ed ora nel prendersi nuovamente tutte le colpe. Si parte dal sopralluogo fatto quel 15 ottobre nel suo garage nel quale lui dice di non ricordare granché per colpa dei tranquillanti che gli erano stati dati la sera precedente. Viene sconfessato dalla testimonianza dell’infermiere che asserisce di ricordare benissimo come fu lo stesso Misseri a richiedere di non assumerne perché il mattino seguente lo attendeva un sopralluogo nel suo garage. Misseri poi fa presente come le sue varie versione in buona sostanza siano state rese in quanto manipolato da alcuni soggetti come un carabiniere ed la criminologa Roberta Bruzzone che gli avevano fatto intendere come in buona sostanza addossando le colpe su Sabrina lui ne sarebbe uscito pulito e la figlia in un paio di anni sarebbe uscita dal carcere. Misseri racconta del fatto del gioco Cavalluccio che a suo dire gli sarebbe stato suggerito dalla stessa Bruzzone con l’ormai famosa cintura e che la stessa Bruzzone le avrebbe fatto vedere praticamente la dinamica che poi Misseri avrebbe dovuto confermare ai magistrati. La Bruzzone e le guardie carcerarie smentiscono Misseri in quanto questa dimostrazione non sarebbe mai avvenuta. Inoltre Misseri fa presente che questo tentativo dell’allora suo avvocato Galloppa e della Bruzzone fosse stato dettato dalla volontà di trarre della pubblicità dalla vicenda. Infine, viene ripercorsa soprattutto dalla difesa di Sabrina, il possibile movente a sfondo sessuale che avrebbe spinto Misseri ad uccidere Sarah.