L’arte, come si suol dire, tira, e lo dimostra il boom di visitatori che, da Firenze a Pompei, stanno prendendo d’assalto musei, pinacoteche e scavi. Pensate, poi, che la casa d’aste Christie’s, nel solo 2013, ha realizzato ricavi per 7,2 miliardi di dollari e da Sotheby’s in dieci anni sono state battute 11 opere a oltre 40 milioni di euro ciascuna. Perdincibaccolina! I collezionisti ormai gonfiano i prezzi come rospi in calore, ben consapevoli del fatto che i nuovi Paperoni – soprattutto russi e cinesi dall’Est, emiratini e qatarioti dal Medio Oriente, costaricchi e portoricchi dal Centro America – non si tireranno certo indietro, sfidandosi a colpi di status symbol e assegni a sei zero.



L’arte è diventata un business. Ma per pochi. È giusto? Perché un giovane muratore bergamasco, incallito tabagista, non deve poter esibire nella tavernetta della villetta a schiera dei suoi vecchi il “Ragazzo con la pipa” di Pablo Picasso? E perché mai un oscuro travet del Catasto, costretto tutti i giorni a stare per ore seduto – di più, incollato, anzi, inchiodato – alla propria sedia, non può consolarsi guardando ogni tanto sulla sua scrivania “L’uomo che cammina” di Alberto Giacometti?



Occorre rimediare, perché l’arte, la bellezza dell’arte, deve essere disponibile a tutti. Come fare, dunque? Lo Zingarelli, un vocabolario che sa (e ha) tante cose (artistiche) perché le ha rubacchiate qua e là in giro per il mondo, come sempre ha la risposta pronta e la dritta giusta: “Perché non andate da Poveri Christie’s, la casa d’aste low cost dove battono capolavori a prezzi da saldi estivi?”. E per portarci avanti con il lavoro lo Zinga ci ha indicato alcune opere d’arte (con relative basi d’asta) che subito vi proponiamo.

Bayern Munch, L’urlo (1982)

Bayern Munch, nipote del ben più famoso Edvard Munch, grande appassionato di calcio tedesco e non solo, ancora pittore in erba (come si vede, sullo sfondo, nell’opera qui riprodotta), ha voluto ricalcare le orme del nonno, disegnando questo “urlo” che, a unanime parere dei critici, è stato fatto con i piedi, ma pure è considerato di livello… Mondiale.



Base d’asta: 1,15 euro (meno del prezzo di una copia della Gazzetta dello sport)

 

Leopardo da Vinci, Autoritratto (1490 circa)

Erroneamente attribuito ai macchiaioli, questo quadro è stato realizzato dall’autore durante una vacanza, con altri quattro gatti suoi amici, a Felino, in quel di Parma. Oggi è conservato nel museo di Donnafugata, antica residenza dei Gattopardo. Il suo restauro è stato reso possibile grazie alla sponsorizzazione di una nota azienda di calzature sportive: la Puma

Base d’asta: una qualsiasi banconota da 5 euro purché stropicciata o macchiata

 

Jan Vermeer, Ritratto di famiglia in gita al fiume (1650)

 

Pescato per caso in un vecchio retrobottega di un negozio di canne da pesca in Belgio, questo dipinto ha fatto da esca a tanti collezionisti d’arte, disposti addirittura a strisciare per terra, implorando il venditore di turno pur di poterlo acquistare. Con questo Vermeer hanno abboccato in tanti.

Base d’asta: 2,25 euro (quanto una confezione da lombrichi da pesca)

Claude Monet, “Pour l’arbitre de football” (1901)

 

 

Siete convinti che sia un’opera dal valore inestimabile? Fischia se è così! Questo capolavoro dell’impressionismo (impressiona la capacità con cui Monet ha saputo tratteggiare l’essenza di un arbitro di calcio) è stata rinvenuta nei taschini della divisa da gioco del fischietto Howard Webb.

Base d’asta: 3,50 euro (per il kit completo: cartellini + moneta + fischietto d’ordinanza)

 

Sandro Botticelli, Le mie tre sorelle (1465? 1466? 1467?…)

 

 

Questo dipinto ha datazione incerta, perché l’autore stesso non ha mai dato l’idea di ricordare la data esatta. Dalle testimonianze risalenti ai contemporanei, si evince che il Botticelli, a quel tempo, era inebriato più dagli otto boccali di Brunello tracannati avidamente che non dai fini e sensuali lineamenti delle sue tre sorelle, tutte minori di lui. Infatti Sandro era il più… alticcio della famiglia. Il singolare dipinto è stato ritrovato per caso, arrotolato all’interno una bottiglia di Morellino di Scansano d’annata, pregiato vino di cui il nostro si era invaghito negli ultimi anni della sua ebbra esistenza

Base d’asta: 1,39 euro (pari al costo di un brik di Tavernello bianco da 1 litro)