Spunta l’ennesima denuncia contro Fausto Brizzi, da parte di una tatuatrice, Vanya Stone, che al settimanale Grazia ha ripercorso l’incubo vissuto. Anche Pomeriggio 5 ha dato spazio alla nuova testimonianza, dopo aver già visto le sue dichiarazioni ieri nel corso della nuova puntata di Matrix. L’intervista rilasciata dalla giovane è emblematica non solo per il racconto delle molestie subite ma soprattutto per il retroscena incredibile. La giovane, infatti, ha raccontato di aver sì presentato un esposto ma di non essere stata ascoltata in quanto in assenza di prove utili a procedere legalmente. “Io ho sempre parlato. Solo che nessuno mi ha mai ascoltata”, ha detto la Stone a Grazia, replicando a tutti coloro che chiedono come mai le denunce arrivano solo a distanza di tempo e perché non vengono fatte subito le denunce. “Ho parlato anche su Facebook. E a chi mi diceva: ‘Stai attenta che ti denuncia per diffamazione’, rispondevo: ‘Magari. Che lo faccia. Che giuri in un tribunale'”, ha aggiunto la tatuatrice sul noto settimanale. Ora che anche altre ragazze si sono fatte avanti, la giovane ha avuto la certezza che anche le sue parole possano avere una validità. Poi ha aggiunto: “Non è solo Brizzi, sono tanti, e bisogna che si sappia. Sono stata molestata anche da un altro regista”. In questo caso avrebbe anche i suoi messaggi dove le chiede scusa, “come se quello risolvesse tutto”. Ora, a sua detta, è arrivato il momento di far pagare i veri colpevoli e non le vittime. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
ESPOSTO PER MOLESTIE CONTRO IL REGISTA
Vanya Stone, tatuatrice e studentessa della scuola di recitazione, due anni fa ha presentato un esposto per molestie contro Fausto Brizzi, il regista che entra sempre più nella bufera. La testimonianza è stata raccontata nel numero di Grazia in edicola questa settimana. Conosciamo meglio Vanya Stone attraverso l’intervista rilasciata dove racconta il bruttissimo episodio: “Sono una tatuatrice e lavoro spesso per il cinema. Mi piace anche recitare e in passato ho fatto un paio di ruoli. Un giorno, su Facebook, Fausto Brizzi mi scrive dicendomi che ho un viso interessante e che gli piacerebbe conoscermi per, forse, usarmi in un film. Mi invita nel suo studio, nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Mi trovo in un loft a due piani, lui mi fa salire al secondo dove ci sono una Jacuzzi, una doccia e un letto. Io sono perplessa ma lui mi spiega che lì, a volte, si ferma a dormire dopo il lavoro. Mi dice che vuole farmi un paio di foto e che mi devo spogliare perché i jeans e la maglietta possono nascondere eventuali difetti.
IL RACCONTO DI VANYA STONE
Il racconto di Vanya si fa sempre più intenso e ricco di particolari: “Resto in mutande e reggiseno e lui comincia a toccarmi e a fare apprezzamenti. Io mi sento a disagio, per cui mi rivesto di corsa. A quel punto mi offre un massaggio io rifiuto e lui mi si siede vicino e riprende a toccarmi. Lì accanto vedo la foto di una donna e gli chiedo se quella sia sua moglie. Lui mi dice che non lo è ancora, che si devono sposare due giorni dopo. E poi, all’improvviso, si spoglia e prende a masturbarsi. All’inizio ero paralizzata poi sono riuscita a sbloccarmi: sono saltata in piedi e gli ho gridato che era un porco, un pervertito”. La tatuatrice racconta inoltre che è stata molestata dal regista con parole dure e forti. Brizzi le avrebbe spinta dicendole che la situazione piaceva anche a lui. In seguito Vanya Stone è riuscita a divincolarsi per poi, nei giorni successivi, fare un esposto ai carabinieri.