Elio delle Storie Tese, in gara a Sanremo 2018, con Arrivedorci, brano che anticipa, in qualche modo, lo scioglimento del gruppo dopo 4 Festival e molti decenni di successi. Il leader della band, scherzosamente, sogna di fare il rapper, lo youtuber o l’influencer spopolando sui social e sui media non tradizionali: “Questo è il futuro. Ormai cantare un brano complesso armonicamente e strumentalmente è completamente out. Non interessa più, ecco perché il 30 giugno finisce tutto. Chi vuole assistere al live di una band che suona bene venga pure” ha confessato l’ex giudice di X Factor a La Stampa. Il 9 febbraio uscirà l’album Arrivedorci, che con i brani suonati durante il «concerto d’addio di dicembre, tenutosi al Forum di Assago. Un excursus live nella carriera del complesso musicali, e due inediti, tra cui il singolo sanremese e Il circo discutibile. Pippo Baudo, ospite della seconda serata, è orgoglioso di “li ho inventati io con La terra dei cachi!!!”. Gli Elii, vestiti con i tipici abiti indiani, venerdì, nella serata dei duetti, canteranno con i Neri per caso(Aggiornamento Sebastiano Cascone)
IL GRUPPO SI SCOGLIE O NO?!
Simpatici e ironici come sempre, Elio e le storie tese, in conferenza stampa, rispondono alle domande dei giornalisti senza perdere la loro schiettezza e unicità, esattamente come hanno fatto sul palco del teatro Ariston durante la prima serata del Festival di Sanremo 2018. Le domande dei giornalisti vertono immediatamente sull’annunciato addio. “Sul palco del Forum c’era la scritta ‘RIP’. Alcuni l’hanno intesa come ‘Riposano in pace’. Ma in realtà significava ‘Ritorniamo in primavera. E poi siamo l’unico caso di gruppo sciolto che si esibisce”, dicono in conferenza. Sul pezzo Arrivedorci che si è piazzato nella zona gialla della classifica provvisoria, poi, Elio e le storie tese dicono: “siamo i primi in Italia a portare sul palco dell’Ariston termini come ‘stitica’ e ‘arrivedorci’. Non era mai stato fatto prima” – dicono per poi aggiungere – “è un pezzo d’addio, non fa ridere”. Elio e le storie tese torneranno ad esibirsi stasera con la speranza di lasciare la parte gialla della classifica e salire in quella blu dove si trovano i cantanti più graditi al pubblico (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
L’APPELLO DI CLAUDIO BAGLIONI
Elio e le Storie Tese si sono lasciati andare a qualche dichiarazione a margine dell’esibizione al Festival di Sanremo 2018. Dai saluti si è passati subito ai ringraziamenti: «Vogliamo salutare tutto il pubblico, i fan, quelli che ci hanno guardato e applaudito, ma anche quelli che non ci hanno applaudito. Vogliamo ringraziare, perché andare sul palcoscenico è difficile e per fare quello che abbiamo fatto noi bisogna anche essere fortunati. Siamo contenti di essere andati avanti per così tanti anni, oggi vogliamo salutare tutti ancora in uno stato di forma eccellente». Ma non sono mancate le battute sullo scioglimento: «Potremmo fare i cavalli che interrompono la loro attività e fanno gli stalloni, quindi potremmo passare alla riproduzione…». E via alle risate. Poi però sono tornati seri e hanno rivelato la ragione della loro presenza sul palco dell’Ariston: «Se non ci fosse stato l’appello di Baglioni non saremmo venuti…». (agg. di Silvana Palazzo)
IL TRIBUTO DEL PUBBLICO PER LA CANZONE D’ADDIO
La band di Elio e le Storie Tese sbarca a Sanremo con un brano d’addio. L’annuncio del ritiro imminente dalla scena era già arrivato da tempo ma Claudio Baglioni è riuscito a convincere il gruppo ad un ultimo sforzo. A dir la verità la data era stata fissata con il concerto di Milano. Però gli appassionati hanno chiesto a gran voce un’ulteriore possibilità per vederli dal vivo. Elio e le Storie Tese rilanciano quindi con il Tour d’Addio che dal 20 Aprile al 30 Giungo prevederà una serie di concerti, intervallati proprio da questa ennesima avventura sanremese. Il testo della canzone verte esattamente sulla vicenda dell’addio musicale. Il titolo del pezzo è Arrivedorci, l’espressione tipica relativa alla traduzione che viene fatta quando Stanlio e Ollio si salutano. I richiami al tramonto che sta arrivando, ai titoli di coda, alla fine drastica di questa esperienza artistica comica lasciano poco spazio alle interpretazioni. In questi giorni alcuni giornalisti hanno chiesto ai componenti della band se l’Arrivedorci fosse stato in realtà un arrivederci. I musicisti ci hanno tenuto a chiarire che è veramente un addio senza possibilità di sindacare il ritiro. Elio a dir la verità è sempre in formissima, padrone della scena e in piena sintonia col palcoscenico dell’Ariston.
ELEIO E LE STORIE TESE, L’AFFETTO NON È MANCATO
Il pubblico ama ancora molto Elio e le Storie Tese e l’affetto anche stavolta non è mancato. Dall’applauso echeggiante dell’Ariston si è avvertita una sorta di richiesta di bis, un po’ come quando gli artisti fanno calare il sipario ma sei sicuro che torneranno per un’altra esibizione. Elio e le Storie Tese saranno pure al capolinea ma dalla performance non sembra affatto così. I musicisti della band dimostrano un’esperienza e una maturità che si combinano con una voglia quasi ancora infantile di sperimentare e di continuare a stupire. Va sempre ricordato infatti che questo, come tutti gli altri brani di Elio, non è per nulla facile da suonare. Hanno detto scherzosamente che vogliono arrivare ultimi ma difficilmente sarà così. Magari non vinceranno il Festival e nemmeno il premio della critica, come invece è successo per La Terra dei Cachi e per La canzone Mononota. Proprio alla critica che ha voluto particolarmente bene al gruppo è dedicato un simpatico passaggio del testo della canzone in concorso quest’anno. L’impressione dopo l’esibizione è quella di una canzone che stavolta non arriverà sul podio ma forse Elio e le Storie Tese hanno intenzione davvero di comunicare un messaggio di addio artistico che vale più di un successo nella classifica finale. Pur premettendo la volontà ferrea della band di abbandonare la scena non è da escludere che Elio e le Storie Tese ci stiano prendendo in giro tutti: rientrerebbe perfettamente nel loro stile e nel loro modo di fare. L’interrogativo che magari si possa trattare davvero di un arrivederci e di un modo per rilanciare l’attenzione rimane sul tavolo.