Situazione drammatica quella che sta vivendo il Brasile a causa dell’epidemia da coronavirus, il paese che preoccupa di più al mondo in questi giorni. Nelle ultime ore il numero di morti e infetti è salito nuovamente in maniera vertiginosa, e la nazione più popolosa del Sud America si è così portata al terzo posto per infetti, ben 255.368 casi, dietro solamente a Stati Uniti e Russia. 13.140 i casi registrati nelle ultime 24 ore, mentre il numero di vittime è stato pari a 674, per un computo totale da inizio emergenza che si è portato a quota 16.853. A preoccupare sono in particolare gli ospedali e la tenuta del sistema sanitario nazionale nei cinque stati più colpiti dall’infezione, leggasi San Paolo, Amazzonia, Rio de Janeiro, Ceará, Pernambuco; qui l’Uti, il sistema di terapia intensiva, ha toccato l’80 per cento delle capacità, ma si registrano punte del 92.2% nella Grande San Paolo, il cuore finanziario ed economico non solo del Brasile ma del’America Latina.
CORONAVIRUS BRASILE, VIRGILIO: “BOLSONARO CORRESPONSABILE DELLE MORTI”
Numerosi coloro che hanno puntato il dito nei confronti del presidente Jair Bolsonaro, che ha deciso di affrontare l’emergenza in maniera troppo blanda, vietando lockdown e restrizioni rigide. Il sindaco di Manaus, la capitale dell’Amazzonia, ha definito lo stesso Bolsonaro “corresponsabile” delle morti causate dal covid-19 in Brasile: “Credo che sia corresponsabile – ha detto nelle scorse ore Arthur Virgilio – se manda le persone in giro per la strada mentre la miglior difesa è l’isolamento sociale. Ha causato l’affollamento negli ospedali e la morte di persone, ha un cuore pieno di odio”. Secondo un rapporto indipendente, a Manaus vi sarebbero circa 200mila persone contagiate, un numero ben più impressionante rispetto a quello ufficiale, che racconta invece di soli 10mila casi. Per provare a fronteggiare l’emergenza il consiglio comunale di San Paolo ha decretato sei giorni di ferie, che partiranno da giovedì prossimo, ma basterà?