Pochi giornalisti, e praticamente nessun curioso, sono in attesa davanti al palazzo di giustizia di Perugia, dove stamani è in programma la seconda udienza del processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher nell’ambito del quale sono previste le prime deposizioni dei testimoni d’accusa. Le telecamere stazionano all’esterno degli uffici giudiziari. Poco lontano i pulmini per le dirette televisive. Sollecito e la Knox, che hanno sempre respinto l’accusa di essere coinvolti nel delitto, saranno entrambi in aula. C’é anche il padre di Amanda Knox, Kurt, ad assistere alla seconda udienza del processo nei confronti della giovane americana e di Raffaele Sollecito. Presenti in aula anche lo zio e la seconda moglie del padre del giovane pugliese. Al suo arrivo al palazzo di giustizia Kurt Knox, accanto ai difensori della figlia, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova, ha detto di essere fiducioso nella giustizia.

Ha poi spiegato di avere incontrato Amanda in carcere, trovando anche lei tranquilla e fiduciosa. Kurt Knox si è seduto nelle ultime file del settore della Sala degli Affreschi riservato alle parti processuali. Al suo arrivo in aula, Amanda, maglioncino verde a V e jeans, si è rivolta verso di lui, gli ha sorriso e rivolto un cenno di saluto con la mano al quale l’uomo ha subito contraccambiato. Dopo la giovane americana è arrivato in aula Sollecito, giubbino verde su una maglia di lana e calzoni marroni. Anche lui ha preso posto accanto ai suoi difensori, gli avvocati Giulia Bongiorno, Luca Mauri e Marco Brusco. Non è sembrato accorgersi della presenza in aula della seconda moglie del padre e dello zio (il padre, citato come testimone non può partecipare al procedimento). Dopo qualche attimo tra il pubblico, i parenti di Sollecito hanno raggiunto la zona riservata alle parti. La donna è apparsa visibilmente commossa. In aula sono presenti un piccolo gruppo di studenti. Sono nove i testimoni d’accusa citati per l’udienza di oggi dai pm Manuela Comodi e Giuliano Mignini nel processo a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher ripreso stamani. Il primo a deporre sarà Filippo Bartolozzi, che all’epoca del delitto dirigeva la polizia postale di Perugia. Dopo di lui compariranno davanti ai giudici l’ispettore e l’assistente intervenuti presso la casa di via della Pergola, dove fu uccisa Mez, il 2 novembre del 2007. Sarà quindi la volta della proprietaria dell’abitazione  nel cui giardino vennero abbandonati i due telefoni cellulari della vittima e dei suoi due figli. I pm hanno quindi chiamato in aula per oggi un’amica della coinquilina italiana della Knox e della Kercher e i loro due fidanzati. Anche loro erano presenti nella casa quando venne trovato il corpo.

Sollecito e la giovane americana hanno sempre proclamato la loro estraneità al delitto. Per l’ omicidio è già stato condannato a 30 anni di reclusione, con il rito abbreviato, Rudy Gude. Anche lui si è sempre detto innocente. L’udienza si è aperta con l’esame di alcune questioni relative al memoriale scritto dalla Knox dopo il suo arresto (nel quale parla della notte dell’omicidio) e sequestrato dalla polizia. L’avvocato Carlo Dalla Vedova ha lamentato la lesione dei diritti di difesa chiedendo di respingere la richiesta di acquisirlo agli atti processuali.