Arriverà probabilmente oggi il via libera definitivo al direttore del Sole 24 Ore Ferruccio De Bortoli come presidente della Rai. Mancherebbe infatti solo l’ultimo definitivo contatto tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, per il Pdl, e Dario Franceschini, per il Pd, per arrivare alla formalizzazione di una intesa che, di fatto, sembra essere stata già raggiunta. Dopo la formalizzazione dell’accordo bipartisan sul presidente, ci dovrà essere l’indicazione del nome da parte del Tesoro, previsto per martedì, e subito dopo il via libera della commissione parlamentare di Vigilanza.



La decisione rappresenterà quindi l’epilogo di una lunga sequenza di contatti tra maggioranza ed opposizione che nelle ultime ore si sono fatti sempre più stringenti. Il nome del direttore del Sole 24 Ore, autorevole esponente della carta stampata con una carriera tutta nel nome dell’economia, in gran parte vissuta al Corriere della Sera (quotidiano che De Bortoli ha anche guidato) è stato fatto dal segretario del Pd a Gianni Letta: una indicazione, a quanto pare, apprezzata anche dal centrodestra.



Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarebbe stato informato ieri dell’intesa che si stava per profilare. Una intesa che, salvo sorprese dell’ultimo momento, non potrà che chiudersi sul nome di De Bortoli: nome che dovrebbe essere pronunciato ufficialmente dal ministero dell’Economia martedì, alle 16, in occasione dell’assemblea degli azionisti della Rai. Unita all’indicazione del presidente il Tesoro dovrà dare anche quella dell’ottavo consigliere per il quale si parla della conferma di Angelo Maria Petroni, già esponente del ministero nel passato Cda.



Sempre martedì, la commissione di Vigilanza presieduta da Sergio Zavoli sarebbe pronta a votare il suo gradimento: secondo la legge Gasparri servono i due terzi dei 40 componenti della Bicamerale per il via libera bipartisan al presidente che prenderà il posto di Claudio Petruccioli. Con il voto di martedì si concluderebbe così una delle più complesse fasi di rinnovo del vertice di viale Mazzini: il Cda è infatti scaduto nel giugno scorso concludendo i suoi tre anni di mandato ma da allora non è stato possibile trovare un accordo per il rinnovo.