Dopo il terremoto, L’Aquila riparte innanzitutto dalla sanità. E’ perfettamente operativo, da oggi, l’ospedale da campo allestito dinanzi alle strutture del San Salvatore, dichiarate inagibili. Tutto funziona per gestire le emergenze, assicurano Protezione Civile, medici e dirigenti che invitano pertanto i cittadini a far riferimento all’Ospedale come prima del terremoto.



“Sarà poi la struttura stessa, nel caso – spiega Rosario Chiarenza, funzionario del dipartimento della Protezione Civile -, a provvedere a trasferire ad altre strutture sanitarie più adeguate i casi eventualmente non trattabili, utilizzando le autoambulanze o, se necessario, l’elicottero”.



“C’é una sala operatoria per le emergenze (ieri c’é stato anche un parto cesareo) – aggiunge Chiarenza – e reparti che già funzionano a pieno ritmo, con una capienza di una ottantina di posti letto. Ci sono anche una tac mobile e un reparto di radiologia da campo. Tra pochi giorni, speriamo di replicare, anche se con numeri più modesti, l’ospedale che abbiamo dovuto abbandonare”.

Ma non si placano le polemiche sulle costruzioni antisismiche. L’aumento dei costi nella realizzazione di un ospedale ‘sicuro’ in caso di sisma “é assolutamente riassorbibile all’interno di una progettazione attenta dei materiali e comunque si tratta di circa un 3% in più per le strutture”.



Lo afferma in una nota il presidente dell’Oice, Braccio Oddi Baglioni, ricordando che “Gli unici esempi di ospedali antisismici realizzati in Italia (quello di Frosinone è in via di ultimazione) con la tecnologia dell’isolamento della base, che consente all’edificio di restare ‘isolato’ appunto dal terremoto e dunque in piedi e alle strutture di resistere alle scosse e di continuare a funzionare anche in situazione d’emergenza sono quelli del Gervasutta di Udine (operante da tre anni circa) e il nuovo ospedale della Asl di Frosinone. Entrambi gli ospedali sono stati progettati e realizzati da società dell’Oice, ma questa qualifica non ha costituito mai alcun punteggio né è stato mai riconosciuto in alcun modo dalla Pubblica Amministrazione che, infatti, ha assegnato gli altri bandi per la realizzazione degli ospedali senza richiedere questa tecnologia che è l’unica a garantire efficacemente che la struttura continui a funzionare”. La scelta del progetto “non deve avvenire, quindi, in base al prezzo o alle ‘entrature’ della società che partecipa al bando, bensì in base alle caratteristiche professionali e dunque alle specializzazioni esibite dalle stesse società in quel campo.

Secondo la normativa attuale, invece, l’assegnazione dei bandi avviene o al massimo ribasso, o secondo il principio dell’offerta più vantaggiosa nella quale il coefficiente prezzo é quasi sempre valutato di più del coefficiente qualità. Le capacità acquisite ed esibite non hanno, di fatto, alcun valore aggiunto”.