Seconda domenica di post-sisma nelle tendopoli dell’Aquila dove la terra ancora trema e dove non hanno però sosta il lavoro dei soccorritori e l’inchiesta giudiziaria sulle responsabilità dei crolli. Dopo la domenica di Pasqua anche questa sarà una giornata con la celebrazione di messe tra gli sfollati. Il rettore della basilica di San Bernardino, resa inagibile dal sisma, la celebrerà al palasport di Pescara, la città dove hanno trovato rifugio molte delle persone rimaste senza casa.



E nell’ambito dello sciame sismico in corso nell’Aquilano una nuova replica di magnitudo 2.8 è stata registrata dagli strumenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle 06.52.

Le località prossime all’epicentro, ha reso noto il Dipartimento della Protezione Civile, sono Fossa, San Panfilo D’Ocre e Poggio Picenze. Dalle verifiche effettuate non risultano danni a persone e a cose.



Ieri sono state ancora registrate diverse scosse, la più forte di magnitudo 3.8, nella giornata della settima visita del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in Abruzzo, durante la quale ha assicurato che le case distrutte o lesionate saranno ricostruite al 100% e che non ci saranno nuove tasse per finanziare gli interventi. Ma è stata anche la giornata in cui é giunto il richiamo di Napolitano a riflettere su quanto “abbiano contribuito alla gravità del danno umano e del dolore umano comportamenti di disprezzo delle regole”.

L’inchiesta della magistratura per l’accertamento delle eventuali responsabilità dell’accaduto ha segnato nuovi passi avani: nuovi sequestri, tra cui quello del Convitto Nazionale, ma anche di documenti, come il telegramma con il quale il sindaco dell’Aquila chiedeva, cinque giorni prima del terremoto, lo stato di emergenza in relazione agli eventi sismici che continuavano a ripetersi. Soprattutto è stato il giorno nel quale sono state raccolte denunce e deposizioni di scampati ai crolli, come i ragazzi della casa dello studente che hanno confermato la presenza di crepe e le rassicurazioni di un tecnico circa il fatto che era tutto a posto.



Proprio all’inchiesta si è riferito Berlusconi chiedendo che si faccia, ma senza frenare la ricostruzione. Un’affermazione alla quale ha reagito il procuratore Adriano Rossini dicendo che gli accertamenti non sono una perdita di tempo, ma che ha suscitato anche le critiche dell’opposizione che ha letto nelle parole del premier un attacco alla magistratura.